giovedì 1 novembre 2012

Il Vangelo del Venerd' 2 Novembre 2012

Dal Vangelo secondo Matteo (25,31-46) anno B.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
“Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria
con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria.
E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli

separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa
le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua
destra e i capri alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite,

benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato
per voi fin dalla fondazione del mondo.
Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e

mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete
vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.
Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato

e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere?
Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato,

o nudo e ti abbiamo vestito?
E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti?
Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste

cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me.
Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno,

preparato per il diavolo e per i suoi angeli.
Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete

e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato,
nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato.
Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato

o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito?
Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste

cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me.
E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna».

Parola del Signore.
Che cos’è davvero la vita? Cos’è la morte?
Almeno una volta nella nostra esistenza ci siamo posti queste domande;
la risposta che poi ciascuno dà è il risultato di scelte ben precise che
condizionano il nostro modo di vivere e di morire.
La ricorrenza di oggi vuole ricordarci che la risposta a queste domande
ha delle conseguenze che vanno al di là della vita stessa; se scegliamo
di vivere una vita per gli altri, scacciando la superbia da noi, anche la morte
ci sarà amica, e ci porterà a godere la pienezza della felicità senza fine.
Se però nella nostra vita ci sono pochi frutti di amore vero e sincero, la morte
sarà il momento in cui, con tristezza, ci accorgeremo di tutto il bene che
avremmo potuto fare e che, ormai, non abbiamo più il tempo di attuare.
Viviamo e offriamo gratuitamente l’amore per essere pronti,
attraverso la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come

noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata

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