mercoledì 31 luglio 2013

Il Vangelo del Giovedì 1 Agosto 2013

Dal Vangelo secondo Matteo (13,47-53) anno C.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Il regno dei cieli è simile anche
a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci.
Quando è piena, i pescatori la tirano a riva e poi, sedutisi,
raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi.
Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni
e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
Avete capito tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì».
Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è
simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
Terminate queste parabole, Gesù partì di là.
Parola del Signore.
Riprendendo il discorso di ieri, con cui Gesù ci ha parlato del tesoro nascosto
e ad un mercante che lo trova nel campo.
Oggi però ci parla della rete dei pescatori.
Il regno è largo, riguarda tutti gli uomini; è simile a una rete che raccoglie
una gran quantità di pesci, buoni e cattivi.
Gesù sembra suggerire ai discepoli e a noi; allargate il cuore sino al limite massimo,
per raccogliere quante più persone è possibile.
È necessaria la saggezza del padrone di casa che sa usare tutto, “cose nuove
e cose antiche”, per guadagnare tanti al Vangelo.
Facciamoci pescatori, allarghiamo la rete del nostro cuore e riempiamola dell’amore
di Cristo per donarlo a tutte le persone che incontriamo, aiutandoci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come                                                  
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,                                                        
ma liberaci dal male. Amen.                                                                                                                          
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.                                                                                             
Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.


martedì 30 luglio 2013

Il Vangelo del Mercoledì 31 Luglio 2013

Dal Vangelo secondo Matteo (13,44-46) anno C.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Il regno dei cieli è simile
a un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo,
poi va, pieno di gioia, e vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle preziose;
trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra”.
Parola del Signore.
Gesù paragona il regno dei cieli ad un tesoro e ad una perla.
Quindi, qualcosa di estremamente prezioso.
Nell’immaginario comune, sin dai tempi del Signore, trovare un tesoro
significa avere un colpo di fortuna inaspettato ed assolutamente imprevedibile,
che cambia in un attimo solo tutta la vita.
Lo stesso avviene a noi quando abbiamo il coraggio di aprirci a questa grazia immensa.
Dunque, tra tutte le cose più desiderabili a cui possiamo pensare,
il primo posto va sicuramente dato alla ricerca di questo regno.
Si deve dire che in realtà il regno dei cieli è un bene nascosto anche per un altro
motivo; pochi, in realtà, spendono tutte le loro energie per trovare tale grande bene.
Esso, dunque rimane nascosto poiché ben pochi hanno la voglia ed il coraggio
di cercarlo; ma chi lo trova, ha davvero realizzato il colpo della sua vita.
Cerchiamo, allora il tesoro nascosto di cui parla Gesù, poi lasciamo perdere
tutto il resto e custodiamolo nel nostro cuore, aiutandoci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come                                                   
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,                                                        
ma liberaci dal male. Amen.                                                                                                                          
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.                                                                                             

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.

lunedì 29 luglio 2013

Il Vangelo del Martedì 30 Luglio 2013

Dal Vangelo secondo Matteo (13,36-43) anno C.
In quel tempo, Gesù congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si
accostarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo».
Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell'uomo.
Il campo è il mondo. Il seme buono sono i figli del regno; la zizzania
sono i figli del maligno, e il nemico che l'ha seminata è il diavolo.
La mietitura rappresenta la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli.
Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo.
Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo
regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità
e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti.
Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro.
Chi ha orecchi, intenda!
Parola del Signore.
Una delle opere più frequenti del diavolo è di porre discordia nella Chiesa, a vari livelli.
Quante volte persino le esperienze più belle, i gruppi più impegnati e le parrocchie più
attive sono vittime di questa malattia, che distrugge e rovina anche i frutti più belli?
Eppure, Gesù non sembra preoccuparsene, né tantomeno si fa problema
di quest’opera di disturbo e di interferenza.
Piuttosto, Egli raccomanda una grande costanza nel compiere il bene senza
stancarsi né scoraggiarsi per quanto accade attorno a noi: il bene che compiamo
e l’amore che riusciamo a donare agli altri è la migliore dimostrazione che
niente può fermare la forza del regno di Dio, nemmeno il diavolo.
Allora, non dobbiamo temere se vediamo crescere attorno a noi la zizzania della
discordia e del sospetto, ma continuiamo a lavorare con passione per la sua causa.
Non dobbiamo avere paura, i frutti buoni si vedono sempre,
piuttosto aiutiamoci a progredire nell’amore con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come                                                  
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,                                                        
ma liberaci dal male. Amen.                                                                                                                          
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.                                                                                              
Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.


domenica 28 luglio 2013

Il Vangelo del Lunedì 29 Luglio 2013

Dal Vangelo secondo Giovanni (11,19-27) anno C.
In quel tempo, molti Giudei erano venuti Marta e Maria a consolarle per il fratello.
Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro;
Maria invece stava seduta in casa.
Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!
Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, egli te la concederà».
Gesù le disse: «Tuo fratello risusciterà».
Gli rispose Marta: «So che risusciterà nell'ultimo giorno».
Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore,
vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?».
Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo,
il Figlio di Dio che deve venire nel mondo».
Parola del Signore.
Sembrerebbe proprio che non ci sia davvero più nulla da sperare per Marta.
La sua fede, per quanto forte possa essere, va a sbattere contro l’evidenza
della morte, che è più dura della pietra che sigilla il corpo di suo fratello.
Eppure, nonostante l’evidenza dica l’opposto, Gesù invita Marta
a credere ed a sperare contro ogni speranza.
C’è qualcosa che Dio non possa fare?
C’è qualcosa che Egli nega a coloro che davvero sperano e credono in Lui?
Per questo, il fratello Lazzaro viene strappato dalla morte.
Credere anche quando l’evidenza ci dice esattamente l’opposto;
è questo ciò che il Signore si aspetta da noi.
Solo se dimostreremo tanta fede quanto quella di Marta, vedremo
anche noi la gloria di Dio che trionfa persino sulla morte.
Se noi avessimo più fede, vedremmo che è Lui stesso a risolvere i nostri problemi!
È vero, a noi purtroppo manca ancora tanta fede, chiediamo al Signore la grazia
dello Spirito perché ci aiuti ad aumentare la nostra fede, attraverso la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come                                                  
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,                                                        
ma liberaci dal male. Amen.                                                                                                                         Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.                                                                                             
Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.


sabato 27 luglio 2013

Il Vangelo della 17° Domenica del Tempo Ordinario

Dal Vangelo secondo Luca (11,1-13) anno C.
Un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito
uno dei discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche
Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli».
Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo ad ogni
nostro debitore, e non ci indurre in tentazione».
Poi aggiunse: «Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte a dirgli:
Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un
viaggio e non ho nulla da mettergli davanti; e se quegli dall'interno gli risponde:
Non m'importunare, la porta è già chiusa e i miei bambini sono a letto con me,
non posso alzarmi per darteli; vi dico che, se anche non si alzerà a darglieli per amicizia,
si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono almeno per la sua insistenza.
Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto.
Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto.
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra?
O se gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe?
O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione?
Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto
più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!».
Parola del Signore.
Maria e Marta ci hanno fatto riflettere su Betania, sul volto di un Dio che
cerca compagnia alla fine di una giornata faticosa, e sul doppio binario
della vita del cristiano; la preghiera e l’azione.
Oggi la Parola ci porta ad approfondire il tema spinoso della preghiera,
a riflettere, in particolare, sull’atteggiamento di Maria.
La preghiera è uno dei tanti pilastri del cristianesimo messo in crisi dalla nostra
contemporaneità.
Il nostro mondo prega poco e male e ha della preghiera una visione
che rasenta la pura superstizione.
Mi spiego; nel linguaggio corrente la parola stessa “pregare” indica l’insistere,
l’elemosinare, il convincere qualcuno che può portarmi un vantaggio;
devo convincere l’altro a cambiare atteggiamento, a concedere, a elargire.
Pregare equivale a chiedere; Dio è uno molto potente che devo convincere,
attraverso una serie di devozioni che hanno con finalità di far cambiare idea
a questo Dio bislacco e lunatico che pare non accorgersi di me.
Leggendo però le riflessioni che Gesù fa sulla preghiera, ci accorgiamo di
quanto la sua prospettiva sia diversa da questo ragionamento;
è a un Padre che chiediamo, a un Padre buono, non a un tiranno capriccioso.
La prima lettura, a questo proposito, è illuminante; Dio si chiede se far conoscere
o no i suoi progetti ad Abramo e—alla fine—gli comunica la volontà
di abbandonare Sodoma al suo destino.
E qui comincia una divertente contrattazione tra Abramo e Dio,
come fa un cliente con un ambulante che gli vende un tappeto!
Dio è un Padre buono, che dona il pesce al figlio che gliene chiede, che costruisce il suo
Regno, che cambia idea, quando necessario, che fa Abramo partecipe dei suoi progetti.
Nel mese di Maggio, quante mamme vanno a recitare il Rosario prima degli scrutini
dei figli; mi verrebbe voglia di dirgli: “Santo scrutinio martire, prega per loro”.
Speriamo però, che Dio abbia di meglio da fare che non fargli il compito di algebra!”.
Non è così anche per noi adulti?
Abbiamo un progetto, un’urgenza, e scuotiamo Dio, lo investiamo
con promesse e voti, salvo poi restare a bocca asciutta.
Perché, dunque, ci capita di restare inascoltati?
La prospettiva in cui ci dobbiamo mettere è quella del figlio che parla con il Padre,
dell’amico che sveglia l’amico e non dell’assicuratore che stila un contratto con l’assicurato.
Spesso trovo persone che ragionano in questo modo; io mi faccio la mia vita,
so cos’è la mia felicità (sicurezza, affetto, lavoro, posizione sociale, soldi…)
e mi dicono che Dio, potente e immortale, mi potrebbe dare una mano.
Inizio allora a contrattare la raccomandazione,
fino a giungere all’eccesso del ricatto: “Dio, se esisti, fa che io…”.
No, siamo fuori tiro completamente.
Dio non è il potente amico che devo lisciare per farmi sganciare qualche privilegio!
Una logica di questo tipo usa Dio, senza che di Lui veramente m’importi qualcosa.
Troppo spesso le nostre preghiere guardano l’immediato, senza mettersi in discussione,
senza incrociare veramente lo sguardo di colui che sa in cosa consista la mia felicità.
Molto spesso le nostre preghiere non vengono esaudite perché restano
nel limitato orizzonte di ciò che io considero essenziale alla mia felicità,
senza ascoltare il Padre che dà cose buone a colu che gliele chiede.
Diverso, certo, è il discorso di chi, con umiltà, drammaticità, travolto
spesso dalle fatiche della vita, implora un aiuto.
Così il malato terminale, l’incidentato, la famiglia scossa dalla sofferenza. Che dire?
Paolo, con timidezza, accenna a una risposta e indica, l’icona di Gesù inchiodato alla croce.
La risposta che Dio dà alla sofferenza è la sua stessa sofferenza
condivisa con noi, lo stesso dolore portato insieme.
Luca, conclude la sua riflessione dicendo: “Chiedete tutto e vi sarà dato lo Spirito Santo”.
Incredibile! Fosse per noi diremmo: “Tienitelo pure lo Spirito, a me serve invece….”.
Invece, lo Spirito è colui che dobbiamo continuamente invocare, chiedere,
pregare, colui che ci fa vedere la realtà con gli occhi di Dio.
Al figlio che chiede aiuto Dio risponde inviando il suo Spirito
che ci aiuta a vedere da dentro, sul serio, la nostra vita.  

Santa Domenica Fausto.

Il Vangelo del Sabato 27 Luglio 2013

Dal Vangelo secondo Matteo (13,24-30) anno C.
In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli
si può paragonare a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo.
Ma mentre tutti dormivano venne il suo nemico, seminò zizzania in mezzo al grano
e se ne andò.
Quando poi la messe fiorì e fece frutto, ecco apparve anche la zizzania.
Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: Padrone, non hai
seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene dunque la zizzania?
Ed egli rispose loro: Un nemico ha fatto questo. E i servi gli dissero:
Vuoi dunque che andiamo a raccoglierla?
No, rispose, perché non succeda che, cogliendo la zizzania, con essa sradichiate
anche il grano.
Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento
della mietitura dirò ai mietitori: Cogliete prima la zizzania e legatela in fastelli
per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio».
Parola del Signore.
Che ci piaccia o no, il giudizio spetta a Dio, il quale conosce il cuore delle
persone ed il senso delle situazioni della storia dell’uomo.
Di fronte alle nostre presunte smanie di ristabilire la giustizia e l’ordine,
Egli ci offre un altro criterio di valutazione; la pazienza e la tolleranza.
E se intanto quest’atteggiamento di Dio contribuisce alla diffusione
del male della zizzania?
Eppure, Egli vede, e nello stesso tempo chiede a noi di lavorare affinche il buon
seme del grano possa diffondersi, senza lasciarsi soffocare dalla zizzania.
Ci sarà un tempo nel quale la giustizia sarà ristabilita e le cose appariranno
per ciò che realmente sono; intanto, però, ci si deve fidare di Dio, il quale
ci chiede di collaborare con Lui non per sradicare ciò che ci sembra male.
Piuttosto, Egli si aspetta un atteggiamento positivo anche di fronte al male,
senza paura o timori di sorta.
Non dobbiamo avere paura, se rimaniamo nell’amore di Dio,
il male non ci attacca, ma si secca, aiutiamoci però con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come                                                   
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,                                                        
ma liberaci dal male.Amen.                                                                                                                          
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.                                                                                             
Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.


venerdì 26 luglio 2013

Il Vangelo del Venerdì 26 Luglio 2013

Dal Vangelo secondo Matteo (13,18-23) anno C.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli : «Voi dunque intendete la
parabola del seminatore.
Tutte le volte che uno ascolta la parola del regno e non la comprende,
viene il maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore:
questo è il seme seminato lungo la strada.
Quello che è stato seminato nel terreno sassoso è l'uomo che
ascolta la parola e subito l'accoglie con gioia,
ma non ha radice in sé ed è incostante, sicché appena giunge una tribolazione
o persecuzione a causa della parola, egli ne resta scandalizzato.
Quello seminato tra le spine è colui che ascolta la parola, ma la preoccupazione
del mondo e l'inganno della ricchezza soffocano la parola ed essa non dà frutto.
Quello seminato nella terra buona è colui che ascolta la parola e la comprende;
questi dà frutto e produce ora il cento, ora il sessanta, ora il trenta».
Parola del Signore.
Gesù spiega la parabola del seminatore.
Questa parabola ci fa capire quanto è grande il cuore di Dio.
Il seminatore getta a larghe braccia il seme,
senza preoccuparsi di scegliere il terreno.
Solo i semi che cadono sulla terra buona danno un prodotto abbondante,
che forse controbilancia la perdita precedente.
Gesù, anche se non lo dice, si paragona al seminatore.
Certo, quel seminatore non è un freddo e misurato calcolatore.
Potremmo dire persino che “spreca” il seme.
Sembra, inoltre, che riponga fiducia anche verso quei terreni che sono
più una strada o un ammasso di sassi che  un luogo arato e disponibile.
Eppure anche in questi terreni getta il seme.
Chissà, magari in una crepa, quel seme potrebbe attecchire prima
che “il maligno” venga a lo rubi.
Tutto il terreno è importante per il seminatore.
Importante, forse, quanto lo stesso seme.
E il terreno è il cuore degli uomini, mentre il seme è la Parola di Dio.
Il seme, com’è ovvio, non nasce spontaneamente dalla terra, non è il prodotto
naturale del sentimento religioso; viene da fuori ma entra profondamente nel terreno,
e diventa in un certo modo una cosa sola con esso; non rimane un corpo estraneo.
E produce molto frutto.
Se la Parola di Dio viene accolta, il cuore porta frutti importanti.
Lasciamoci invadere dalla Parola di Dio, mastichiamola per bene,
Lei darà attraverso di noi buoni frutti, aiutiamoci però con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come                                                  
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,                                                        
ma liberaci dal male. Amen.                                                                                                                         Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.                                                                                             

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.

lunedì 8 luglio 2013

Il Vangelo del Martedì 9 Luglio 2013

Dal Vangelo secondo Matteo (9,32-38) anno C.
In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato.
E dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare.

E le folle prese da stupore dicevano: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!».
Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demòni per opera del principe dei demòni».
Gesù andava attorno per tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe,

predicando il vangelo del regno e curando ogni malattia e infermità.
Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite,

come pecore senza pastore.
Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi!
Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!».

Parola del Signore.
La compassione che prova il Signore deriva da una consapevolezza;
c’è una povertà che è più grande persino della mancanza di cibo o di salute fisica.
Tale povertà è molto più diffusa di quanto non sembri;
è la povertà di punti di riferimento.
Oggi siamo alla ricerca spasmodica di qualcuno che possa dirci cosa
dobbiamo fare e come dobbiamo farlo; in altri termini, siamo alla ricerca
di qualcuno  che possa tirarci fuori da questa situazione
generale di confusione e di smarrimento.
Paradossalmente, abbiamo costruito un uomo moderno che ha fatto a meno di Dio,
ma siamo pagando con dolore il prezzo della solitudine e del senso.
Per questo Gesù ci raccomanda di pregare affinchè possano moltiplicarsi
uomini che possano indicare alle genti di tutti i tempi che è Lui il buon Pastore,
che ci conduce ai pascoli della vita eterna.
Che dire, amici, se è Lui che ce lo chiede, dobbiamo solo pregare.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come                                                  
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,                                                        
ma liberaci dal male. Amen.                                                                                                                          
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.                                                                                             
Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.

domenica 7 luglio 2013

Il Vangelo del Lunedì 8 Luglio 2013

Dal Vangelo secondo Matteo (9,18-26) anno C.
In quel tempo, (mentre Gesù parlava), giunse uno dei capi che gli si
prostrò innanzi e gli disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni,
imponi la tua mano sopra di lei ed essa vivrà».
Alzatosi, Gesù lo seguiva con i suoi discepoli.
Ed ecco una donna, che soffriva d'emorragia da dodici anni,
gli si accostò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello.
Pensava infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita».
Gesù, voltatosi, la vide e disse: «Coraggio, figliola, la tua fede ti ha guarita».
E in quell'istante la donna guarì.
Arrivato poi Gesù nella casa del capo e veduti i flautisti e la gente in agitazione,
disse: «Ritiratevi, perché la fanciulla non è morta, ma dorme».
Quelli si misero a deriderlo.
Ma dopo che fu cacciata via la gente egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò.
E questa notizia si diffuse in  tutta quella regione.
Parola del Signore.
Due miracoli si intrecciano in questa pagina; due situazioni di
dolore e di sofferenza, che vedono l’intervento miracoloso di Gesù.
I miracoli del Signore si inseriscono in una mentalità decisamente
particolare; un morto era sempre considerato impuro, e quindi non
può essere nemmeno toccato; ma anche la donna che perde sangue
è posta nella stessa situazione di impurità pressoché continua.
Ma ciò non impedisce al Maestro di avvicinarsi a queste due
situazioni di sofferenza e di morte, per portare vita e guarigione.
Di fronte alle sue creature, non ci sono limiti di azione per Dio;
l’unica cosa che Egli chiede è la fede.
Essa è la capacità di credere nel suo amore proprio quando sembra
che tutto sia perduto e non ci sia più speranza.
Quando accettiamo di entrare in questo dinamismo,
scopriamo con gioia le meraviglie che Dio opera nella nostra vita.
Non dobbiamo mai prendere paura se crediamo nel Signore Gesù,
dobbiamo solo avere più fede, aiutiamoci perciò con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come                                                  
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,                                                        
ma liberaci dal male. Amen.                                                                                                                          
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.                                                                                             
Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.



sabato 6 luglio 2013

Il Vangelo della 14° Domenica del Tempo Ordinario

Dal Vangelo Luca (10,1-12.17-20) anno C.
In quel tempo, dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue discepoli
e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi.
Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe.
Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi;
non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa.
Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi.
Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché
l'operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che
vi sarà messo dinanzi, curate i malati che vi si trovano, e dite loro:
Si è avvicinato a voi il regno di Dio.
Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle piazze e dite:
Anche la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri piedi,
noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino.
Io vi dico che in quel giorno Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città.
I settantadue tornarono pieni di gioia dicendo: «Signore, anche
i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome».
Egli disse: «Io vedevo satana cadere dal cielo come la folgore.
Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni
e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare.
Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi;
rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli».
Parola del Signore.
Dicevamo, domenica scorsa,, della strana abitudine che ha il nostro Dio di ostinarsi
a chiedere a noi di dargli una mano a raccontare in giro la sua vera identità.
Ci ricordiamo gli strani due casi di discepolato?
1)      I rischi nascosi dietro l’apparenza di un cristianesimo devoto?
2)      Il rischio di fare della fede un nido, lo sperimentare la religione come                                 
qualcosa di noioso e mortifero, di cedere al rimpianto del passato?
Gesù ha bisogno di discepoli svegli, pronti a scattare, gioiosi e aperti alla vita,
capaci di guardare avanti senza rimpianti e scoraggiamenti.
Oggi la riflessione continua; potremmo dire che il Signore dà delle istruzioni
sullo stile dell’annuncio.
Prima, però, facciamo un passo indietro; per la paura di dare per scontato ciò
che scontato non è; Gesù chiede a ognuno di noi di rendergli testimonianza.
A noi, non ai missionari in Africa, a noi che viviamo in questo mondo profondamente 
disevangelico, in mezzo a persone che non sentono vibrare nel cuore
la presenza misteriosa del Maestro Gesù.
Mi spiego; se per tanti di noi la fede è più che sufficiente così e va bene andare
a Messa, ma che il prete sia veloce e non calchi la mano senza esagerare, allora,
chiudete questa pagina e lasciate perdere.
Ma se per il resto la fede è contagio, se Cristo è una malattia da cui non si guarisce;
se sentiamo pulsare nelle tempie almeno un po’ del sogno di Dio nei nostri sogni,
allora occorre annunciare, parlare, cantare, gioire, raddrizzare la brutta idea
di Dio che molti si sono fatti.
Luca dà le istruzioni; si annuncia a due a due (niente navigatori solitari o
mistici guru nella Chiesa) per preparargli la strada (poi Lui viene! Il mondo
è già salvo, non dobbiamo salvarlo noi!) consapevoli di essere come agnelli
in mezzo a lupi (qualche presa in giro ci può stare; cristiano—per molti—significa
fanatico), senza grandi mezzi (attenzione al bisness del sacro e delle apparizioni!),
portando la pace e l’attenzione al povero, restando, condividendo, dicendo
una cosa banale, semplice, splendida: “Il regno di Dio si è fatto vicino”.
Sì tutto qui.
Gesù ha bisogno di gente che con stile dica la semplice verità del vangelo;
Dio si è fatto vicino a noi.
Non cerchiamolo, non bestemmiamolo, non freghiamocene; Dio ci si è fatto vicino.
E dove arriva la Parola il male arretra, sbigottito.
Gesù gioisce con noi perché, quando vede che l’uomo lo accoglie,
si riempie di gioia il cuore di Dio.
Siamo pieni di gioia, come i settantadue discepoli, pieni di gioia perché
vediamo che le persone incontrano Dio, pieni di gioia perché nel delirio del mondo 
contemporaneo, il bene e il bello albergano nel cuore degli uomini, pieni di
gioia perché c’è salvezza e siamo resi capaci di vederla intorno a dentro di noi.
Pieni di gioia perché i nostri nomi sono scritti nel cielo,
perché Dio mi conosce, Dio sa chi sono, Dio vuole me.
La missione diventa allora contagio, condivisione, non sforzo.
Una candela accesa non si sforza di far luce, brucia e basta.
Dio cerca discepoli così.
Coraggio, lasciamoci trovare.
Santa Domenica Fausto.


venerdì 5 luglio 2013

Il Vangelo del Sabato 6-7-2013

Dal Vangelo secondo Matteo (9,14-17) anno C.
 In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli
dissero: «Perché, mentre noi e i farisei digiuniamo, i tuoi discepoli non digiunano?».
E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere

in lutto mentre lo sposo è con loro?
Verranno però i giorni quando lo sposo sarà loro tolto e allora digiuneranno.
Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio,

perché il rattoppo squarcia il vestito e si fa uno strappo peggiore.
Né si mette vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si rompono gli otri

e il vino si versa e gli otri van perduti.
Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l'uno e gli altri si conservano».
Parola del Signore.
I discepoli di Giovanni, che conducevano una vita più austera rispetto
a quella proposta da Gesù, chiedono il perché di tale gioia.
In effetti il profeta di Nazareth dovunque passava dava speranza,
creava un clima nuovo, come di allegria.
Erano, ovviamente, soprattutto i poveri, i malati e i peccatori a gioire e a far festa,
perché liberati dal peso della tristezza e del peccato.
E Gesù era il liberatore, colui sul quale avevano riposto la loro fiducia.
In Lui, infatti, potevano contare senza temere di essere abbandonati.
Da qui nasceva la festa, una festa analoga a quella che si faceva
nelle nozze per la venuta dello sposo.
Con Gesù era venuto in mezzo agli uomini il Salvatore per instaurare
il regno di Dio e la sua giustizia.
Gesù avverte però che la sua opera è una lotta contro il male e, come avviene in ogni
battaglia, non sarebbero mancati i momenti difficili per i discepoli e per la comunità.
Ci saranno oppositori che cercheranno in ogni modo di accusare e di
abbattere i discepoli che annunciano il Vangelo.
Non bisogna aver paura; il Signore aiuterà.
Ma è necessario avere un cuore nuovo, ossia pieno di amore (non un semplice
rattoppo), e il vestito nuovo della compassione.
Questo renderà forti anche nei momenti difficili, se ci aiutiamo con la preghiera.
 Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come                                                  
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,                                                        
ma liberaci dal male. Amen.                                                                                                                           
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.                                                                                             

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata