martedì 20 novembre 2012

Il Vangelo del Mercoledì 21 Novembre 2012

Dal Vangelo secondo Luca (19,11-28) anno B.
In quel tempo, Gesù disse ancora una parabola,
perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano
che il regno di Dio dovesse
manifestarsi da un momento all'altro.
Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì

per un paese lontano per ricevere un titolo regale
e poi ritornare.
Chiamati dieci servi, consegnò loro dieci monete d’oro,

dicendo: fatele fruttare fino al mio ritorno.
Ma i suoi cittadini lo odiavano e gli mandarono dietro un'ambasceria a dire:
Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi.
Quando fu di ritorno, dopo aver ottenuto il titolo di re, fece chiamare i servi ai

quali aveva consegnato il denaro, per vedere quanto ciascuno avesse guadagnato.
Si presentò il primo e disse: Signore, la tua moneta d’oro ha fruttato altre dieci monete.
Gli disse: Bene, bravo servitore; poiché ti sei mostrato fedele nel poco,

ricevi il potere sopra dieci città.
Poi si presentò il secondo e disse: La tua moneta d’oro, signore,

ha fruttato altre cinque monete.
Anche a questo disse: Anche tu sarai a capo di cinque città.
Venne poi anche l'altro e disse: Signore, ecco la tua moneta d’oro,

che ho tenuta riposta in un fazzoletto; avevo paura di te che sei un uomo severo
e prendi quello che non hai messo in deposito, mieti quello che non hai seminato.
Gli rispose: Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio!

Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo
in deposito e mieto quello che non ho seminato:
perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca?
Al mio ritorno l'avrei riscosso con gli interessi.
Disse poi ai presenti: Toglietegli la moneta  e datela a colui che ne ha dieci
Gli risposero: Signore, ha già dieci monete!
Vi dico: A chiunque ha sarà dato; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha.
E quei miei nemici che non volevano che diventassi loro re,

conduceteli qui e uccideteli davanti a me».
Dette queste cose, Gesù proseguì avanti agli altri salendo verso Gerusalemme.

Parola del Signore.
Gesù sale verso Gerusalemme, luogo nel quale si compirà il suo destino;
eppure, non rinuncia a raccontare ai suoi questa parabola, che ha un
significato leggermente differente rispetto alla versione di Matteo.
Riflettiamo; che è questo popolo che rifiuta il re, se non il popolo eletto?
Israele avrebbe dovuto aprirsi alla salvezza portata da Gesù,
invece gli riservano la stessa sorte di tutti i profeti che, prima di Lui, hanno parlato
a nome di Dio, esprimendo forti richiami alla conversione e dal cambiamento della vita.
Ma ciò non deve porci nella situazione di dormire sugli allori; se non facciamo
fruttare quanto Dio ha investito in noi, riceveremo un trattamento duro,
poiché non abbiamo saputo mettere a disposizione degli altri i suoi doni.
Come dico sempre al ritorno dai nostri pellegrinaggi, facciamo fruttare
i doni ricevuti, condividiamoli con i nostri fratelli che incontriamo, facciamo
trasparire l’amore che abbiamo ricevuto dal Signore anche con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come

noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.


 

 

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