domenica 30 giugno 2013

Il Vangelo del Lunedì 1 Luglio 2013

Dal Vangelo secondo Matteo (8,18-22) anno C.
In quel tempo, Gesù vedendo una gran folla intorno a sé,
ordinò di passare all'altra riva.
Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, io ti seguirò dovunque tu andrai».
Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi,

ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo».
E un altro dei discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andar prima

a seppellire mio padre».
Ma Gesù gli rispose: «Seguimi e lascia i morti seppellire i loro morti».

Parola del Signore.
Seguire Cristo è un’esperienza assolutamente particolare, che richiede
una disponibilità assoluta ed una prontezza di spirito notevole.
Gli uomini di questo brano evangelico, pur avendo buone intenzioni, non hanno tutti
i requisiti per seguire Gesù, che vede in loro ancora delle remore e delle resistenze.
Seguire il Signore significa fidarsi solo ed esclusivamente della sua parola,
senza chiedere null’altro.
L’unica certezza, allora, è stare con Lui e camminare sulla stessa strada con Lui.
Che tristezza vedere tanti cristiani che, prima di fare qualcosa di bello per
Dio gli fanno un lungo interrogatorio per capire progetti, intenzioni e risultati;
questo indica che, fondamentalmente, non ci fidiamo di Dio e non crediamo
che il suo amore per noi sia sufficiente a renderci felici ed appagati.
Fidiamoci ciecamente di Lui e crediamo nella sua Parola, potremo così                                   comprendere tutto il suo amore per noi aiutandoci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come noi li

rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.    
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.                                              


Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.

sabato 29 giugno 2013

Il Vangelo della 13° Domenica del Tempo Ordinario

Dal Vangelo secondo Luca (9,51-62) anno C.
Mentre stavano compiendosi i giorni in cui Gesù sarebbe stato elevato
in alto, prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso
Gerusalemme e mandò avanti dei messaggeri davanti a sè.
Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per
fare i preparativi per lui.
Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme.
Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore,
vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?».
Ma Gesù si voltò e li rimproverò.
E si avviarono verso un altro villaggio.
Mentre andavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada».
Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi,
ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo».
A un altro disse: «Seguimi».
E costui rispose: «Signore, concedimi di andare a seppellire prima mio padre».
Gesù replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu và e annunzia il regno di Dio».
Un altro disse: «Ti seguirò, Signore, ma prima lascia che io mi congedi da quelli di casa».
Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che ha messo mano all'aratro e poi
si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».
Parola del Signore.
Partendo dalla pagina del Vangelo di oggi, Luca, il discepolo di Paolo
parla di un lungo viaggio che Gesù compie verso Gerusalemme.
Un commento letterario, che ci accompagna in questo interminabile viaggio
verso la passione, morte e risurrezione, e che ci rivela, con disarmante semplicità,
che la nostra vita è un viaggio, un percorso, un itinerario,
un pellegrinaggio al seguito di Gesù.
Così, sembra dire Luca, chi vuole davvero essere discepolo di Gesù non può
che essere in cammino, mai troppo fermo sulle proprie posizioni, mai sclerotizzato
intorno alle proprie convinzioni, ma sempre disponibile a seguire il vento dello Spirito.
Domanda; non viviamo troppo spesso la fede come dei sedentari?
In poltrona e pantofole?
Dicendo: “So già, conosco, duplico, fotocopio, nessuna novità pericolosa
per carità, che già faccio fatica a vivere quel po’ di fede che ho!”.
L’immagine di staticità che diamo come comunità cristiana (purtroppo
la Chiesa non dà certo l’immagine di eccessivo dinamismo!) non è forse
derivata semplicemente dal fatto che temiamo di muoverci per seguire Gesù?
Forse ho calcato troppo la mano, chiedo venia!
Attenti, però; non confondiamo cammino con novità a tutti i costi,
con originalità fine a se stessa.
L’atteggiamento che ci è chiesto è più profondo, è l’atteggiamento di
Colui che mi chiede di seguirlo, mettendo i miei progetti, le mie sensibilità,
le mie prospettive al secondo posto.
Abbiamo bisogno di conversione, di freschezza, di autenticità, di novità di vita,
questo ci dice Luca.
E aggiunge che Gesù manda avanti dei messaggeri.
Notiamo; dei messaggeri che preparano il suo passaggio, anche
se talvolta vengono respinti.
Che bella notizia!
Fortunatamente, non siamo noi a convertire (meno male),
a salvare (meno male); nessuno salva nessuno.
Oppure vivere (mi rivolgo a chi si dedica o tenta di dedicarsi con decisione all’annuncio
del Vangelo) come se l’avanzamento del Regno dipendesse da loro, è un po’ eccessivo.
Il mondo è già salvo; non dobbiamo salvarlo noi!
Il fatto è che il mondo non sa di essere salvo e che—talvolta—non
sa neppure di avere bisogno di salvezza…!
Siamo chiamati a preparare le strade a cristo, a testimoniarlo
con serenità e credibilità, con affetto e solidarietà.
Il resto lo farà Lui, il Rabbì.
La fede, dono di Dio, passa attraverso l’annuncio di una comunità
cristiana che racconta ai fratelli uomini le meraviglie di Dio.
Poi sarà Dio a passare nel cuore di chi si è messo alla sua ricerca.
Per preparargli la strada occorre uno stile tutto particolare, ed è estremamente
significativo che Luca ci racconti di questi tre atteggiamenti dei seguaci che Gesù corregge.
Il Signore, ha bisogno di gente che non si fissi sulle sue convinzioni, facendosi un
piccolo nido in cui si sta bene (io e il mio Dio), ma che sia continuamente
disposta a partire per annunciare il Signore là dove lo Spirito chiama.
Il Signore, ha bisogno di gente viva, di uomini pienamente uomini, non rinchiusi
in una religiosità vagamente oscura e tenebrosa (come dei cadaveri), ma disposti a essere
segno di quella fiducia e di quella gioia interiore che anche nelle difficoltà emerge su tutto.
Il Signore, ha bisogno di gente che non si lasci inchiodare dagli sbagli o
dalle incoerenze, dalle ferite o dai fallimenti, guardando continuamente indietro,
ma che sappia sempre andare avanti, arando con l’annuncio i cuori,
prima che passi il Signore stesso a seminare la Parola.
Il Signore, infine, non ha bisogno di mezzi forti, di segni prodigiosi o,
peggio (poveri apostoli, che figura!), di vendette esemplificative, ma di uomini
e donne costruttori di pace, disposti a entrare definitivamente nella logica del Vangelo.
Perché non renderci disponibili?
Attenti, però; il rischi è che Dio ci dia retta!
Forse sarebbe fantastico!
Santa Domenica da Fausto.    


venerdì 28 giugno 2013

Il Vangelo del Sabato 29 Giugno 2013

Dal Vangelo secondo Matteo (16,13-19) anno C.
In quel tempo, essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo,
chiese ai suoi discepoli: «La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?».
Risposero: «Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Voi chi dite che io sia?».
Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue
te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli.
E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le
porte degli inferi non prevarranno contro di essa.
A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà
legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Parola del Signore.
Pietro non comprende ancora fino in fondo la portata delle solenni parole di Gesù,
il quale lo investe di una missione spirituale che ha una portata immensa.
Legare e sciogliere significa un fatto assolutamente importante; vuol dire
riconoscere che ogni azione che compiamo ha un valore che va al di là del
semplice evento in sé, ma che ha una conseguenza sul nostro destino eterno.
Inoltre, fatto ancora più importante, attraverso l’autorità di Pietro,
i credenti potranno trovare nella Chiesa il luogo dove anche le scelte
che ci hanno allontanato da Dio potranno essere perdonate e noi potremo
ritrovare la grazia che ci permette di vivere in comunione con Lui.
Certo, a Pietro verrà richiesto un impegno che andrà contro ogni valutazione umana;
egli dovrà camminare sulla stessa via della croce che percorse il Maestro prima di Lui.
Se uno vuol venire dietro a me, dice Gesù, prenda la sua croce e mi segua,
vero, la croce della vita è sempre sulle nostre spalle, ma per trovare
la grazia dobbiamo portarla come ha fatto Gesù.
Impariamo perciò, a portarla attraverso la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come                                                  
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,                                                        
ma liberaci dal male. Amen.                                                                                                                          
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.                                                                                              
Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata



giovedì 27 giugno 2013

Il Vangelo del Venerdì 28 Giugno 2013

Dal Vangelo secondo Matteo (8,1-4) anno C.
Quando Gesù scese dal monte, molta folla lo seguiva.
Ed ecco venire un lebbroso e prostrarsi a lui dicendo: «Signore, se vuoi,
tu puoi purificarmi».
E Gesù stese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio, sii purificato».
E subito la sua lebbra scomparve.
Poi Gesù gli disse: «Guardati dal dirlo a qualcuno, ma và a mostrarti al sacerdote
e presenta l'offerta prescritta da Mosè, e ciò serva come testimonianza per loro».
Parola del Signore.
Gesù tocca il lebbroso, incurante della legge che prescriveva di non
toccare i lebbrosi impuri, per non divenire impuri a propria volta.
In realtà, al Maestro interessa entrare in contatto con il povero ammalato,
cercando di alleviare la sua sofferenza con tutto l’affetto e l’amore che
può dimostrare con un semplice tocco della mano.
Gesù ci dice semplicemente che con l’amore e l’accoglienza incondizionata
degli altri si possono ottenere miracoli di guarigione fisica e spirituale; non si tratta
tanto di esercitare carismi straordinari o di aspettarsi chissà quali segni dal cielo.
Si tratta, piuttosto, di ricordare che è più contento Dio di ascoltarci che noi di chiedere.
Dunque, prendiamo esempio da questo lebbroso, dalla sua fede
incrollabile nel Figlio di Dio ed anche noi guariremo tanti mali.
Più fede, amici, più fede, è questo che manca a noi, la vera fede
incondizionata, nel Dio di Gesù.
Chiediamola a Dio, attraverso la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come                                                  
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,                                                        
ma liberaci dal male. Amen.                                                                                                                          
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.                                                                                             
Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata



mercoledì 26 giugno 2013

Il Vangelo del Giovedì 27 Giugno 2013

Dal Vangelo secondo Matteo (7,21-29) anno C.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Non chiunque mi dice: Signore, Signore,
entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo
nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome?
Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me,
voi operatori di iniquità.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile
a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia.
Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono
su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia.
Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica,
è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia.
Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono
su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande».
Quando Gesù ebbe finito questi discorsi, le folle restarono stupite del suo insegnamento:
egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità e non come i loro scribi”.
Parola del Signore.
Confrontarsi con questa pagina è decisivo.
Dice Gesù: “Chi ascolta queste mie parole e le mette in pratica, può essere paragonato
a un uomo saggio che costruì la sua casa sulla roccia”, mentre, “chi non la mette in pratica,
può essere paragonato a un uomo stolto che costruì la sua casa sulla sabbia”.
L’esempio continua; venne la pioggia a dirotto, i fiumi strariparono, soffiarono i venti e si abbatterono su quelle due case; sono le tempeste della vita che tutti sperimentiamo.
Bene, la prima casa, fondata sulla pietra, restò salda; l’altra, fondata sulla sabbia, crollò.
Sono due immagini efficaci con le quali Gesù paragona gli ascoltatori
del Vangelo a dei costruttori.
Non si ascolta il Vangelo per una esercitazione letteraria e neppure
per ricavarne qualche sentimento.
È una Parola donataci per costruire la vita su una base solida e stabile.
Per questo Gesù invita ad ascoltarla e soprattutto a metterla in pratica.
Ogni giorno pertanto il discepolo deve nutrirsi di questa Parola per fondare
la propria vita non su se stessi, sulla propria arroganza o sulle proprie convinzioni
(che sono come la sabbia, inconsistenti e mutevoli).
Il Vangelo è roccia, il vero fondamento della nostra vita.
Gesù è un maestro diverso da tutti i maestri di questo mondo.
Egli insegna con l’autorità di chi ama sino a dare la sua vita per tutti.
Costruiamo la casa della nostra vita sulla roccia, nessuno la farà cadere,
il cemento sono le preghiere.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come                                                  
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,                                                        
ma liberaci dal male. Amen.                                                                                                                          
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.                                                                                              

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata

Il Vangelo del Mercoledì 26 Giugno 2013

Dal Vangelo secondo Matteo (7,15-20) anno C.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Guardatevi dai falsi profeti,
che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci!
Dai loro frutti li riconoscerete.
Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi?
Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi;
un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni.
Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco.
Dai loro frutti dunque li riconoscerete”.
Parola del Signore.
Avere fede e vivere di essa non significa non pensare o rinunciare a valutare le
persone e le situazioni in base ad un sano senso di critica e di osservazione.
È quanto Gesù consiglia a noi suoi discepoli; riconoscere i veri dai falsi profeti non è difficile,
se si guarda all’effettiva coerenza tra quello che dicono ed i frutti che ne conseguono.
Quanti profeti a buon mercato oggi riempiono le nostre orecchie ed i nostri occhi,
con le loro promesse false e le loro profezie pagane?
Eppure, se guardiamo un po’ al di là dell’apparenza, ci accorgiamo che in essi e nella loro
vita non c’è nemmeno l’ombra di un frutto buono; allora il monito di Gesù è chiaro.
Si deve essere critici nei confronti di tutti coloro che cercano di ammaliarci o di catturare
la nostra attenzione, se poi essi cercano di allontanarci da Dio, nostro unico bene.
Non dobbiamo correre dietro a false chimere, perché ci rovineremo la vita,
ascoltiamo solo chi ci parla del Dio di Gesù e ci dimostra con il comportamento di essere
un suo discepolo, perciò, aiutiamoci a scoprire i veri discepoli, con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come                                                  
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,                                                        
ma liberaci dal male. Amen.                                                                                                                          
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.                                                                                              
Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata



Il Vangelo del Martedì 25 Giugno 2013

Dal Vangelo secondo Matteo (7,6.12-14) anno C.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Non date le cose sante ai cani
e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino
con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo
a loro; questa infatti è la Legge dei Profeti.
Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via
che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano.
Quanto stretta è la porta è angusta la via che conduce alla vita,
e pochi sono quelli che la trovano!”.
Parola del Signore.
Le parole di Gesù, se non vengono ben comprese, rischiano di trarci in inganno.
Infatti, sembra quasi che la strada che porta alla vita ed alla pienezza
dell’amore di Dio sia nascosta e che solo pochi riescano a trovarla.
In realtà, il problema non sta nel trovare la strada, quanto nella voglia
di cercarla; dunque, Dio offre a tutti la possibilità di salvarsi.
Però, la salvezza non è un affare a buon mercato, che non ci costa più che
qualche preghiera unito a qualche atto di carità che non ci scomoda più di tanto;
per essa si deve essere disposti a donare persino la vita, nella sicura speranza
che Dio ci donerà la forza per arrivare fino in fondo.
Amare Dio è una cosa seria, e non ci si può accontentare delle mezze misure o
dei compromessi; rischieremo soltanto di illuderci e di camminare su vie sbagliate.
Una soltanto è la via che ci conduce alla salvezza, quella della croce
accettata con amore, aiutandoci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come                                                  
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,                                                        
ma liberaci dal male. Amen.                                                                                                                          
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.                                                                                             

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata

domenica 23 giugno 2013

Il Vangelo del Lunedì 24 Giugno 2013

Dal Vangelo secondo Luca (1,57-66.80)anno C.
Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio.
I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva esaltato in lei la sua
misericordia, e si rallegravano con lei.
All'ottavo giorno vennero per circoncidere il bambino e volevano
chiamarlo col nome di suo padre, Zaccaria.
Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni».
Le dissero: «Non c'è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse.
Egli chiese una tavoletta, e scrisse: «Giovanni è il suo nome».
Tutti furono meravigliati.
In quel medesimo istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua,
e parlava benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa
della Giudea si discorreva di tutte queste cose.
Coloro che le udivano, le serbavano in cuor loro: «Che sarà mai questo
bambino?» si dicevano.
Davvero la mano del Signore stava con lui.
Il fanciullo cresceva e si fortificava nello spirito.
Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.
Parola del Signore.
Già la nascita del Battista è correlata da eventi straordinari che fanno comprendere
come egli è chiamato ad un destino particolare; il Signore si servirà di lui, della
sua parola e del suo martirio per parlare al popolo e per far sì che esso possa
disporre il cuore alla venuta del Maestro.
L’Evangelista Luca dice un’espressione davvero significativa;
la mano del Signore era con lui.
Ciò significa che Dio stesso portò Giovanni nel deserto, e lo forgiò con l’asperità
della solitudine e con l’attenzione data alla sua parola.
Per questo, Giovanni Battista è un modello di dono totale di sé a Dio
ed alla causa del suo regno.
Il Battista comprese che tutta la sua vita doveva essere preparazione
alla venuta dello Sposo.
Dunque la liturgia di oggi ci invita ad assumere Giovanni come modello
per la nostra vita cristiana.
Che la nostra vita sia tutta protesa alla totale adorazione di Cristo,
per riuscirci meglio preghiamo.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come                                                  
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,                                                        
ma liberaci dal male. Amen.                                                                                                                          
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.                                                                                              

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata

sabato 22 giugno 2013

Il Vangelo della 12° Domenica del Tempo Ordinario

Dal Vangelo secondo Luca (9,18-24) anno C.
Un giorno, mentre Gesù si trovava in un luogo appartato a pregare e i discepoli
erano con lui, pose loro questa domanda: «Chi sono io secondo la gente?».
Essi risposero: «Per alcuni Giovanni il Battista, per altri Elia,
per altri uno degli antichi profeti che è risorto».
Allora domandò: «Ma voi chi dite che io sia?».
Pietro, prendendo la parola, rispose: «Il Cristo di Dio».
Egli allora ordinò loro severamente di non riferirlo a nessuno.
«Il Figlio dell'uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani,
dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno».
Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso,
prenda la sua croce ogni giorno e mi segua.
Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria
vita per me, la salverà.
Parola del Signore.
Chi sei, Nazareno? Chi sei, per me?
Tra ieri e oggi, milioni di persone si raduneranno per ascoltare
la tua Parola, per celebrare, in obbedienza al tuo comando,
la cena che ti rende presente nel segno del pane e del vino.
Ciò non accade per Garibaldi, o per Napoleone.
Accade per un oscuro falegname di Nazareth, ebreo marginale, perso nei
meandri della storia, la cui presenza viene ancora professata da milioni
di persone diverse, eppure affascinate e rese discepole dalla testimonianza
di coloro che dicono di averlo incontrato.
Si parla, spesso, del Nazareno e dei suoi discepoli.
Appena l’attenzione cala, ecco un qualche evento che lo riporta alla ribalta;
una scoperta archeologica che conferma o smentisce la versione ufficiale
della vita di Gesù, un qualche evento drammatico che ci riporta alla mente
la fatica della testimonianza pagata da alcuni con la vita, un film ben
congegnato e abbastanza onesto che sbanca i botteghini e fa divampare una
polemica infinita, facendo dimenticare che, in fondo, è pur sempre e solo un film.
Gesù fa discutere, schierare, accende gli animi, ognuno, un poco,
si sente di difenderlo, di proteggerlo, di capirlo, di interpretarlo.
Credenti o non credenti, quest’uomo che paga con la vita la sua
coerenza e la sua non violenza ancora scuote e interroga.
Chi sei, davvero, Nazareno?
Un grande uomo della storia divinizzato dai propri discepoli?
Un profeta sopravvalutato, un anarchico inquadrato dalla storiografia ufficiale?
Nessuno potrà mai possederlo in pienezza, nessuno afferrarlo con verità,
nessuno darne una visione definitiva, neppure la comunità dei suoi discepoli,
che pure ne conserva fedelmente la Parola e che, sempre,
apre il cuore alla comprensione del mistero della
sua presenza per farla risuonare lungo la storia in attesa del suo ritorno.
Eppure, alla fine, la domanda arriva, diretta, senza scantonamenti: “Lascia
stare cosa ne pensa la gente. Chi sono io per te?”.
A voi la risposta, amici, senza tentennamenti o risposte da catechismo, per favore.
Cuore a cuore, nudi davanti alla nostra coscienza, disarmati dai tanti pregiudizi
nei confronti della Chiesa e di Cristo, con cui il nostro tollerante mondo
ci riempie la testa, chi è per me il Nazareno?
Compagno? Amico? Dio? Maestro? Nostalgia? Ricerca? Rabbia?
Pietro risponde, con forza e decisione, osando dire ciò che gli altri discepoli
neppure avevano il coraggio di pensare: “Tu sei il Cristo”, cioè l’atteso,
l’inviato da Dio, il consacrato, il Messia invocato con passione da Israele.
Ma Pietro ancora non sa cosa lo aspetta.
Gesù lo ammonisce; sì, Lui è l’atteso, lo svelatore di Dio, il raccontatore del suo volto.
E il volto di Dio, che Gesù conosce bene, perché Lui e il Padre sono una
cosa sola, è così diverso da quello che Pietro (e noi) ci saremmo aspettati.
Non un Dio forte che mostra i bicipiti, non un Dio onnipotente che sbaraglia gli avversari,
non un Dio vincitore da corrompere e convincere, da blandire e sedurre, no.
Un Dio schivo e amorevole, timido, quasi.
Un Dio nascosto, che vuole essere amato per ciò che è, non per ciò che dà.
Un Dio che vale la pena di seguire, talmente bello da dimenticarsi di sé, pur di conoscerlo.
Un Dio che vale la pena di conoscere al costo di perdere ogni cosa, un Dio che è più
di ogni affetto, più di ogni gioia, più della più grande cosa che possiamo possedere.
Un Dio che vale la pena di conoscere, anche a costo di perdere la faccia.
Perdere la faccia per Lui, svergognarsi, così come la vergogna più grande
per il mondo antico era essere crocifissi, nudi, ostesi al pubblico, la più temuta e odiata
forma di umiliazione che i romani, tra gli altri, infliggevano come somma punizione.
Vergogna al punto che anche le prime comunità cristiane
stentavano a usare la croce come segno di appartenenza.
Fino a che, dice Gesù, non ci saremo appassionati di Lui al punto da poter
perdere la faccia, al punto da essere con crocifissi con Lui, avremo ancora uno
spazio di crescita nella nostra consapevolezza della sua vera identità.

Santa Domenica Fausto. 

venerdì 21 giugno 2013

Il Vangelo del Sabato 22 Giugno 2013

Dal Vangelo secondo Matteo (6,24-34).
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Nessuno può servire a due
padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro, o preferirà l'uno e disprezzerà
l'altro: non potete servire a Dio e a mammona.
Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete
o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete;
la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito?
Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai;
eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro?
E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora sola alla sua vita?
E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo:
non lavorano e non filano.
Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria,
vestiva come uno di loro.
Ora se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà
gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede?
Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo?
Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?
Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti
sa che ne avete bisogno.
Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste
cose vi saranno date in aggiunta.
Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già
le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena”.
Parola del Signore.
Se leggessimo più spesso questo brano, probabilmente avremmo meno
bisogno di ricorrere ad ansiolitici e tranquillanti.
Quello che Gesù ci comunica in questo brano è una grande serenità e pace.
Esse, paradossalmente, derivano dalla comprensione del fatto che nelle nostre mani
non c’è nessun potere, nemmeno quello di allungare la nostra vita di un solo minuto.
Proprio questa consapevolezza d’impotenza ci fa alzare gli occhi al cielo e ci fa prendere
coscienza del fatto che Dio si prende cura di noi, persino nelle cose più pratiche e quotidiane.
Allora, il nostro unico impegno deve essere quello di ricercare il regno di Dio
e la sua giustizia; per il resto, c’è chi pensa per noi.
Se abbiamo ancora paura del futuro e di quanto potrebbe accaderci, allora abbiamo
ancora il cuore di un pagano, e non conosciamo la pace che proviene dal fidarsi di Dio.
Fidiamoci ciecamente di Lui, se non ce la facciamo aiutiamoci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come                                                  
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,                                                        
ma liberaci dal male. Amen.                                                                                                                          
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.                                                                                              
Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata


giovedì 20 giugno 2013

Il Vangelo del Venerdì 21 Giugno 2013

Dal Vangelo secondo Matteo (6,19-23) anno C.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Non accumulatevi tesori sulla terra,
dove tignola e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano;
accumulatevi invece tesori nel cielo, dove né tignola né ruggine consumano,
e dove ladri non scassinano e non rubano.
Perché là dov'è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore.
La lucerna del corpo è l'occhio; se dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo
corpo sarà nella luce; ma se il tuo occhio è malato, tutto il tuo corpo sarà tenebroso.
Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra”!
Parola del Signore.
Ci sono persone che credono di vivere sulla cresta dell’onda,
e non si rendono conto, invece, di essere nelle tenebre più profonde.
Essenzialmente, il problema è quello sottolineato da Gesù; tutto dipende da
cosa si considera vero tesoro, e quanto il nostro cuore vi sia attaccato.
Quando il nostro tesoro è fatto di tante cose, ma non c’è posto per Dio, ecco che
viviamo nelle tenebre più profonde, senza nessuna possibilità di vedere la luce.
Quando, invece, decidiamo di fare della nostra vita una ricerca continua dell’amore di
Dio e del suo regno, una luce si accende ed iniziamo ad irradiare luce attorno a noi.
Dunque, siamo noi che decidiamo, ogni giorno, a chi va la vittoria; e cosa
cerchiamo veramente.
A chi o a cosa abbiamo attaccato il nostro cuore.
Guardiamoci dentro con sincerità, e solo allora vedremo chiaramente
cosa c’è nella nostra anima.
Nel segreto, davanti al volto del Padre, lasciamo che la Parola letta ci aiuti
a fare luce nel nostro cuore; e a quale tesoro è legato, aiutandoci con la preghiera.
 Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come                                                  
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,                                                        
ma liberaci dal male. Amen.                                                                                                                          
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.                                                                                              
Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata


mercoledì 19 giugno 2013

Il Vangelo del Giovedì 20 Giugno 2013

Dal Vangelo secondo Matteo (6,7-15) anno C.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Pregando poi, non sprecate
parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole.
Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose
avete bisogno ancor prima che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome;
venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro
celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli uomini,
neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe”.
Parola del Signore.
Se sapessimo quanto Dio ci ascolta, anche quando gli innalziamo le
preghiere più distratte, resteremmo davvero sorpresi.
Per parlare con Lui, infatti, non è necessario usare nessun protocollo diplomatico
o formule di cortesia che si usano tra gli uomini e che, spesso, suonano ipocrite.
Egli stesso ci dice come vuole essere pregato; la preghiera del Signore
brilla proprio per la sua semplicità ed essenzialità; Egli ci fa chiedere
le cose davvero necessarie ed importanti.
Ma nello stesso tempo, dietro questa semplicità c’è la profondità legata
a quelle cose che, in qualche modo, rappresentano i fondamenti della
nostra vita; il pane, il perdono, la protezione dal male, e soprattutto la volontà
di Dio, sono i veri fondamenti su cui si fonda una vera vita cristiana.
Quando preghiamo così e chiediamo tali cose, Dio ci ha già esauditi.
Quando preghiamo, non prepariamo la lista della spesa, non serve,
piuttosto mettiamoci in sintonia con Lui, nel silenzio della nostra stanza
e facciamo un colloquio con Lui attraverso la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come                                                  
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,                                                        
ma liberaci dal male. Amen.                                                                                                                           
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.                                                                                             
Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata