giovedì 31 gennaio 2013

Il Vangelo del Venerdì 1 Febbraio 2013

Dal Vangelo secondo Marco (4,26-34) anno C.
In quel tempo, Gesù diceva (alla folla):
«Così è il regno di Dio; come un uomo che getta
il seme sul  terreno; dorma o vegli, di notte o di
giorno, il seme germoglia e cresce; come,
egli stesso non lo sa.
Poiché la terra produce spontaneamente,

prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga.
Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce,

perché è venuta la mietitura».
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio

o con quale parabola possiamo descriverlo?
Esso è come un granellino di senapa che, quando viene seminato

per terra, è il più piccolo di tutti semi che sono sulla terra;
ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e fa

rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra».
Con molte parabole di questo genere annunziava loro la parola

secondo quello che potevano intendere.
Senza parabole non parlava loro; ma in privato, ai suoi discepoli,

spiegava ogni cosa.
Parola del Signore.
Cos’è il regno di Dio?
Perché Gesù non lo spiega chiaramente, senza troppi giri di parole?
In realtà, il regno non è una realtà da capire, quanto piuttosto da vivere.
Esso cresce da solo, e l’unica cosa che dobbiamo fare è non ostacolarne la crescita.
Per questo il Signore usa le parabole; esse ne spiegano solo indirettamente la natura,
perché poi ognuno di noi possa, nella riflessione e nella preghiera,
comprenderne l’importanza per la propria vita.
Dunque, l’unico sforzo che dobbiamo fare è quello di aprirci completamente a questo
dono che aspetta da noi il nostro assenso per poter porre radici nella nostra vita.
Come si fa a capire che il regno cresce dentro di noi?
Quando sentiamo il bisogno di aprirci agli altri e donarci con semplicità,
vuol dire che esso ha attecchito.
È il periodo del giardinaggio, bisogna concimare per bene il nostro cuore,
e seminarvi anche un piccolo seme della Parola del Signore, poi innaffiarla
 con la preghiera, ed infine lei crescerà e diventerà un bellissimo germoglio,
coraggio allora cominciamo a pregare.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come

noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.






 

mercoledì 30 gennaio 2013

Il Vangelo del Giovedì 31 Gennaio 2013

Dal Vangelo secondo Marco (4,21-25) anno C.
In quel tempo, Gesù diceva (alla folla): «Si porta forse
la lampada per metterla sotto il moggio o sotto il letto?
O piuttosto per metterla sul lucerniere?
Non c'è nulla infatti di nascosto che non debba essere manifestato

e nulla di segreto che non debba essere messo in luce.
Se uno ha orecchi per intendere, intenda!».
Diceva loro: «Fate attenzione a quello che udite:

Con la stessa misura con la quale misurate, sarete misurati anche voi; anzi vi
sarà dato di più.
Poiché a chi ha, sarà dato e a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha».

Parola del Signore.
Dal modo in cui ascoltiamo dipende la nostra salvezza.
Infatti Gesù tiene ad avvisarci del fatto che l’ingresso nel Regno ci sarà
concesso o negato a seconda di quanto e di come avremo ascoltato la sua parola.
Infatti, dall’ascolto viene la fede, e da essa l’obbedienza gioiosa.
Certo, guardando a come certi cristiani ascoltano la parola della Scrittura
durante la Messa o le liturgie, si viene presi dallo sconforto;
c’è sempre un telefonino a cui rispondere, o una persona da salutare
appena entra in chiesa, o una distrazione da accogliere se siamo
a tiro di sguardo del parroco…!
Quando cominceremo a prendere sul serio questo monito di Gesù?
Egli vuole farci sapere che non sarà Lui a giudicarci, ma la nostra stessa coscienza.
Attenzione allora, tutto quello di sbagliato che facciamo, adesso non lo vediamo,
ma lo scopriremo poi, quando sarà troppo tardi, cominciamo allora a guardarci
dentro per scoprire i nostri sbagli, aiutandoci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come

noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.


 

martedì 29 gennaio 2013

Il Vangelo del Mercoledì 30 Gennaio 2013

Dal Vangelo secondo Marco (4,1-20) anno C.
In quel tempo, cominciò di nuovo a insegnare
lungo il mare.
E si riunì attorno a lui una folla enorme,
tanto che egli salì su una barca e là restò seduto,
stando in mare, mentre la folla era a terra lungo la riva.
Insegnava loro molte cose in parabole e diceva loro

nel suo insegnamento: «Ascoltate. Ecco,
uscì il seminatore a seminare.
Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada

e vennero gli uccelli e la divorarono.
Un'altra cadde fra i sassi, dove non c'era molta terra, e subito spuntò

perché non c'era un terreno profondo; ma quando si levò il sole,
restò bruciata e, non avendo radice, si seccò.
Un'altra cadde tra le spine; le spine crebbero, la soffocarono e non diede frutto.
E un'altra cadde sulla terra buona, diede frutto che venne su e crebbe,

e rese ora il trenta, ora il sessanta e ora il cento per uno».
E diceva: «Chi ha orecchi per intendere intenda!».
Quando poi fu solo, i suoi insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole.

Ed egli disse loro: «A voi è stato confidato il mistero del regno di Dio;
a quelli di fuori invece tutto viene esposto in parabole,
perché: guardino, ma non vedano, ascoltino, ma non intendano,

perché non si convertano e venga loro perdonato».
Continuò dicendo loro: «Se non comprendete questa parabola,

come potrete capire tutte le altre parabole?
Il seminatore semina la parola.
Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la parola;

ma quando l'ascoltano, subito viene satana,
e porta via la parola seminata in loro.
Similmente quelli che ricevono il seme sulle pietre sono coloro che,

quando ascoltano la parola, subito l'accolgono con gioia, ma non hanno
radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche
tribolazione o persecuzione a causa della parola, subito si abbattono.
Altri sono quelli che ricevono il seme tra le spine: sono coloro che hanno

ascoltato la parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo
e l'inganno della ricchezza e tutte le altre bramosie,
soffocano la parola e questa rimane senza frutto.
Quelli poi che ricevono il seme su un terreno buono, sono coloro

che ascoltano la parola, l'accolgono e portano frutto nella misura
chi del trenta, chi del sessanta, chi del cento per uno».
Parola del Signore.
L’entusiasmo è certamente una bella cosa, e spesso anche una
ottima motivazione per compiere grandi cose.
Purtroppo però, esso non ha lunga durata, e scompare come neve al sole.
Siccome Gesù conosce bene il cuore dell’uomo, narra questa parabola,
che è davvero un capolavoro; Gesù propone di riflettere sul destino del seme
gettato in abbondanza dal seminatore ma che conosce alterne vicende.
C’è posto per tutti i tipi di terreno, ed ognuno degli ascoltatori
del Cristo può facilmente riconoscersi in uno di essi.
Qui sta il bello; Gesù non obbliga nessuno a seguirlo o a fargli spazio nella sua vita;
ma gli atteggiamenti che Egli descrive in questo brano sono
facilmente riconoscibili anche nella nostra vita quotidiana.
Prepariamo il nostro cuore con un buon terreno,
poi concimiamolo con la preghiera, poi arriva Gesù che
seminerà la sua Parola perché possa germogliare,
intanto iniziamo con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come

noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.





lunedì 28 gennaio 2013

Il Vangelo del Martedì 29 Gennaio 2013

Dal Vangelo secondo Marco (3,31-35) anno C.
I
n quel tempo, giunsero sua madre e i suoi
fratelli e, stando fuori, lo mandarono a chiamare.
Tutto attorno era seduta la folla e gli dissero:

«Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle
sono fuori e ti cercano».
Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi

sono i miei fratelli?».
Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse:

«Ecco mia madre e i miei fratelli!
Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre».

Parola del Signore.
Gesù è ancora in casa e molti sono accalcati attorno a Lui per ascoltarlo.
Giunti i suoi parenti, con la madre, lo mandano a chiamare.
I parenti “restano fuori”, scrive l’evangelista, mantengono le distanze.
Unicamente quelli che “stanno dentro” e ascoltano la sua parola,
dice Gesù, sono la sua vera famiglia.
La comunità cristiana nasce sempre dall’ascolto della Parola di Dio,
e vive dell’ascolto di essa.
Tutti dobbiamo stare attenti a non cadere nella tentazione
di essere “parenti” di Gesù, ossia di pensare che non abbiamo
più bisogno di raccoglierci attorno a Lui per ascoltarlo,
quasi che l’accesso a Lui sia “naturale” e scontato.
Non basta, insomma, far parte del gruppo dei cristiani per trovare la salvezza.
Ogni giorno abbiamo bisogno di entrare “dentro” la comunità
per ascoltare il Vangelo come la Chiesa lo comunica.
Non si è discepoli una volta per sempre!
Abbiamo bisogno ogni giorno di ascoltare il Vangelo e di accoglierlo nel cuore.
Ogni giorno dobbiamo dissetarci a questa fonte di acqua viva.
Statene certi, se leggiamo e rileggiamo tante volte lo stesso brano
del Vangelo con il cuore, ogni volta ci darà nuove sensazioni,
provare per credere, anch’io non ci credevo, ho dovuto ricredermi.
Chi vuole provare si prepari con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come

noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.






domenica 27 gennaio 2013

Il Vangelo del Lunedì 28 Gennaio 2013

Dal Vangelo secondo Marco (3,22-30) anno C.
In quel tempo, gli scribi, che erano discesi
da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto
da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo
del principe dei demòni».
Ma egli, li chiamò e con parabole diceva loro:

“Come può satana scacciare satana?
Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non può reggersi;
se una casa è divisa in se stessa, quella casa non può reggersi.
Alla stessa maniera, se satana si ribella contro se stesso ed è diviso,

non può resistere, ma sta per finire.
Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire le sue cose

se prima non avrà legato l'uomo forte; allora ne saccheggerà la casa.
In verità vi dico: tutti i peccati saranno perdonati ai figli degli uomini

e anche tutte le bestemmie che diranno;
ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito santo, non avrà perdono

in eterno: sarà reo di colpa eterna”.
Poiché dicevano: «E' posseduto da uno spirito immondo».

Parola del Signore.
Strana accusa e senza senso, quella degli scribi, perché affermano
che Gesù agirebbe sotto ispirazione delle forze maligne.
Eppure tanti sono contenti e corrono volentieri da Lui.
Ma è proprio questo ciò che infastidisce gli scribi e i farisei.
Cercano perciò—come accade spesso ancora oggi—di
screditarlo proprio davanti alla gente.
Gesù, dopo aver ridicolizzato gli scribi con l’esempio della
casa divisa in se stessa, invita a non confidare nelle proprie forze
e a non essere sicuri di sé, perché in tal modo si sottostima
il male e si soccombe ad esso.
Solo Gesù è capace di legare l’uomo forte (il male) e, quindi,
di non lasciarsi beffare da esso.
Stiamo alla larga dal male, lasciamolo dov’è, non avviciniamoci
al male e soprattutto non vediamolo anche dove non c’è,
piuttosto seguiamo Gesù attraverso la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come

noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.


 

sabato 26 gennaio 2013

Il Vangelo della 3° Domenica del Tempo Ordinario

Gesù legge il rotolo di Isaia nella sinagoga di Nazareth - Lc 4,16Dal Vangelo secondo Luca (1,1-4.4,14-21) anno C.
Poiché molti han posto mano a stendere un
racconto degli avvenimenti successi tra di noi,
come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono
testimoni fin da principio e divennero ministri
della parola, così ho deciso anch'io di fare ricerche
accurate su ogni circostanza fin dagli inizi e
di scriverne per te un resoconto ordinato,
illustre Teòfilo, perché ti possa
rendere conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.
Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito Santo e la

sua fama si diffuse in tutta la regione.
Insegnava nelle loro sinagoghe e tutti ne facevano grandi lodi.
Si recò a Nazaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito,

di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere.
Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto:
Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato

con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio,
per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista;
per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore.
Poi arrotolò il volume, lo consegnò all'inserviente e sedette.

Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui.
Allora cominciò a dire: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura

che voi avete udita con i vostri orecchi».
Parola del Signore.
Questo è l’anno di Luca; leggeremo il suo racconto fino a novembre.
Dopo la curiosa parentesi di Cana, di domenica scorsa, in cui Giovanni ci
ricordava che il rapporto tra Dio e l’uomo è un rapporto di festa, di nozze,
siamo oggi introdotti al vangelo di Luca con due testi separati ma importanti;
l’introduzione al vangelo e il discorso programmatico di Gesù
nella sinagoga di Nazareth.
Prima di commentare i testi vorrei presentarvi brevemente Luca.
Luca non ha mai visto Gesù in vita sua, come noi; è stato avvicinato al vangelo
da san Paolo; probabilmente è di Antiochia e ha seguito Paolo dal secondo
viaggio missionario in avanti.
Luca è di origine greca, ha sicuramente studiato, scrive in un greco raffinato
e scolastico; secondo la tradizione, Luca è un medico.
Luca vuole dire una cosa alla sua comunità; Gesù è il volto misericordioso di Dio,
Gesù è il volto splendido del Padre; e la tenerezza di Dio emerge continuamente
nel suo racconto.
Luca è lo scriba della mansuetudine di Cristo.
Luca ci tiene che il suo lettore capisca, il suo vangelo è un capolavoro;
Luca ci ricorda che si è documentato, che ha sentito testimoni, che è andato
alla ricerca delle fonti per stendere il suo racconto e che tutto questo
l’ha fatto perché Teòfilo, destinatario del suo scritto possa verificare
la saldezza della fede in cui crede.
Luca ha a cuore la sua serietà di storico, ci tiene a confermare la fede
in cui è rimasto coinvolto; non sono favole quelle in cui ha creduto.
Ha dato del tempo, Luca, a questa ricerca e ci tiene a precisarlo.
Grande Luca! Fa bene a ridirlo.
Forse neanche lui si immaginava che, a più di duemila anni di distanza,
queste sue parole sarebbero rimaste così attuali.
Perché, lo sapete bene, la nostra cultura contemporanea occidentale
guarda con sospetto e sufficienza alla fede e al cristianesimo.
E forse anche noi.
Siamo in effetti convinti che la religione è qualcosa di utile sì, male non fa,
insegna il bene, ma che in conclusione, tutto si risolve in una pia esortazione
che non può certo passare al vaglio della storia o della scienza.
Il Vangelo è e resta uno splendido esempio di libro religioso,
Gesù è una figura ammirevole, ma tutto si confonde; morale, favola e dottrina…!
Luca scuoterebbe la testa, invitandoci a prendere un po’ sul serio la nostra fede,
a dedicare del tempo alla nostra preparazione, a renderci conto che la
fede va nutrita, informata, capita e indagata.
Macchè; le quattro nozioni imparate di malavoglia al catechismo sono
spesso l’unico nutrimento culturale e spirituale di tutti noi.
Più di una volta più di una volta mi sono trovato a parlare di fede con
persone anche intelligenti, che non andavano oltre alla banalità nell’affrontare
temi come l’etica, la storicità dei vangeli o cose del genere!
Niente, zero assoluto, sono cose superate; secondo loro.
Siamo seri; il problema è la nostra pigrizia, il problema è la dimenticanza;
non ci importa della nostra interiorità, non investiamo perché non ci crediamo.
Vuogliamo veramente cercare la fede? Indaghiamo!
Cerchiamo davvero Dio? Informiamoci!
Vogliamo davvero dare senso alla nostra vita? Fidiamoci!
Sì, perché—ci ricorda Luca—la fede nasce dalla testimonianza
di chi ha visto e creduto.
Così Gesù, a casa sua, a Nazareth, commentando la Parola durante
l’incontro del Sabato in sinagoga annuncia il suo programma.
Lui sceglie il brano di Isaia in cui si annuncia il ritorno del popolo d’Israele
dall’esilio in Babilonia, brano di liberazione,
da salvezza, di ritorno e di gioia restituita.
Gesù fa suo il sogno d’Israele e dell’umanità di un mondo diverso, redento,
armonioso, senza tenebre né fragilità, senza increspature né sbagli.
Gesù si descrive nella grande schiera di coloro che desiderano davvero cambiare.
Per poi concludere: “Oggi si è adempiuta questa scrittura”.
Oggi; Lui realizza questa armonia.
Oggi; Cristo raggiunge la storia, Dio irrompe nel quotidiano e lo salva.
Oggi; oggi di Luca, oggi mio, adesso, qui Dio mi raggiunge.
Questo è il programma di Gesù; realizzare il sogno,
renderlo concreto attraverso la sua presenza, presenza divina,
presenza travolgente di Dio.
Bel programma, No?
Bene, lasciamoci travolgere dalla sua Parola allora.
Santa Domenica Fausto.

 

 

venerdì 25 gennaio 2013

Il Vangelo del Sabato 26 Gennaio 2013

Dal Vangelo secondo Luca (10,1-9) anno C.
In quel tempo, il Signore designò altri
settantadue discepoli e li inviò a due a due
avanti a sé in ogni città e luogo dove
stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è molta,

ma gli operai sono pochi.
Pregate dunque il padrone della messe
perché mandi operai per la sua messe.
Andate: ecco io vi mando come agnelli in

mezzo a lupi; non portate borsa,
né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa.
Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui,

altrimenti ritornerà su di voi.
Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno,

perché l'operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello

che vi sarà messo dinanzi, curate i malati che vi si trovano, e dite loro:
Si è avvicinato a voi il regno di Dio.
Parola del Signore.
L’evangelista, già all’inizio del cammino verso Gerusalemme,
nota qual è il compito dei settantadue discepoli; andare nelle città
ove Gesù stava per recarsi e preparare la gente all’incontro con Lui.
Essi non sono chiamati a restare nei luoghi abituali. Il Signore li invita perché
preparino gli uomini e le donne con la predicazione del Vangelo per accogliere Gesù.
Gesù manda i discepoli a due a due perché la loro prima
predicazione sia l’amore vicendevole.
L’amore del Signore vince “i lupi” di questo mondo.
I discepoli non debbono portare nulla con sé se non il Vangelo e l’amore del Signore.
Con questo bagaglio possiamo percorrere ancora oggi le vie del mondo,
testimoniando non noi stessi, non le nostre tradizioni, non le nostre
convinzioni, ma “colui che ci ha mandati”.
Facciamo allora, come i settantadue discepoli di Gesù,
se abbiamo masticato e capito il Vangelo, anche noi offriamolo
a chi incontriamo, prima però prepariamoci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come

noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.


 

giovedì 24 gennaio 2013

Il Vangelo del Venerdì 25 Gennaio 2013

Dal Vangelo secondo Marco (16,15-18) anno C.
In quel tempo, (Gesù apparve agli Undici
e disse loro: «Andate in tutto il mondo e
predicate il vangelo ad ogni creatura.
Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo,

ma chi non crederà sarà condannato.
E questi saranno i segni che accompagneranno

quelli che credono; nel mio nome scacceranno
i demòni, parleranno lingue nuove,
prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno,

non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Parola del Signore.
Nell’annuncio del Vangelo ai pagani, san Paolo aveva  sperimentato
la potenza della parola guaritrice e liberatrice di Gesù; ma il segno più
grande che egli portava era sicuramente se stesso; egli, pur essendo
uno dei più sottomessi alla sua religione, ammetterà che dopo aver
conosciuto il Signore non è più tornato indietro ne abbandonato
quel Maestro che solo poco tempo prima egli aveva perseguitato.
Dunque la parola di guarigione e di liberazione di Gesù che
egli portava ai popoli era da lui sperimentata in prima persona.
Quando ci fidiamo fino in fondo della parola del Vangelo e abbiamo
il coraggio di metterla in pratica senza preoccuparci delle conseguenze,
ecco che man mano ne sperimentiamo anche noi la potenza liberatrice.
Fidiamoci e mettiamo in pratica il Vangelo, per sperimentare
la guarigione liberatrice dal peccato, aiutandoci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come

noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.


 

mercoledì 23 gennaio 2013

Il Vangelo del Giovedì 24 Gennaio 2013

Dal Vangelo secondo Marco (3,7-12) anno C.
In quel tempo, Gesù con i suoi discepoli si ritirò
presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea.
Dalla Giudea e da Gerusalemme e dall'Idumea e dalla Transgiordania
e dalle parti di Tiro e Sidone una
gran folla, sentendo ciò che faceva, si recò da lui.
Allora egli pregò i suoi discepoli che gli mettessero

a disposizione una barca, a causa della folla,
perché non lo schiacciassero.
Infatti ne aveva guariti molti, così che quanti avevano qualche

male gli si gettavano addosso per toccarlo.
Gli spiriti immondi, quando lo vedevano, gli si gettavano

ai piedi gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!».
Ma egli li sgridava severamente perché non lo manifestassero.

Parola del Signore.
La reazione della folla ci fa riflettere.
Essi, che avevano sperimentato la potenza guaritrice di Gesù,
si gettavano addirittura addosso al Maestro, nella speranza di
poter entrare in contatto con il suo corpo dal quale promanava
un potere di guarigione e di liberazione davvero grande.
E cosa dovremmo fare noi, che riceviamo quel corpo ogni volta
che lo vogliamo, senza sforzo alcuno né particolare difficoltà?
Eppure, quanta distrazione e superficialità nei nostri atteggiamenti,
quando siamo in Chiesa durante la Messa!
La nostra indifferenza riesce persino a rendere inefficace quella grazia
che salvava e guariva il popolo attorno a Gesù; se solo aprissimo il
cuore al dono della Comunione, vedremmo grazie ben più grandi di quelle!
È vero purtroppo, tante persone vanno a ricevere l’Eucaristia superficialmente,
senza pensare che quel pezzo di pane è veramente Gesù stesso.
Andiamo allora, a riceverlo con amore, certi di toccare veramente
Gesù il Cristo, preparandoci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come

noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.


 

martedì 22 gennaio 2013

Il Vangelo del Mercoledì 23 Gennaio 2013

Dal Vangelo secondo Marco (3,1-6) anno C.
In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga.
C'era un uomo che aveva una mano inaridita,
e lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno
di sabato per poi accusarlo.
Egli disse all'uomo che aveva la mano inaridita:

«Mettiti nel mezzo!».
Poi domandò loro: «E' lecito in giorno di sabato fare

il bene o il male, salvare una vita o toglierla?».
Ma essi tacevano. E guardandoli tutt'intorno

con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse a quell'uomo: «Stendi la mano!».
La stese e la sua mano fu risanata.
E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero

consiglio contro di lui per farlo morire.
Parola del Signore.
Uno dei difetti più volte evidenziati dai profeti riguardo il comportamento
d’Israele e proprio la cocciutaggine.
Attraverso un’immagine eloquente, i profeti parlano di popolo e di dura cervice.
I protagonisti di questo brano evangelico, i farisei e gli altri, non sono da meno;
essi, pur essendo stati provocati da Gesù a fare un atto di fede nella sua
potenza guaritrice lo rifiutano e cercano il modo per toglierlo di mezzo.
Che fa davvero una bella figura, invece, è il pover’uomo dalla mano inaridita,
il quale ha un grande merito; non parla e non protesta,
ma obbedisce semplicemente a Gesù.
Proprio per questa sua obbedienza, egli riceve la grazia dal Maestro.
Non chiediamoci il perché di certe scelte da parte di Dio; obbediamo,
e vedremo miracoli.
Certo per ottenere qualcosa, dobbiamo credere e obbedire ai suoi
insegnamenti, a volte non è facile, ma con la preghiera possiamo riuscirci.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come

noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.


 

lunedì 21 gennaio 2013

Il Vangelo del Martedì 22 Gennaio 2013


Dal Vangelo secondo Marco (2,23-28) anno C.
In quel tempo, di sabato Gesù passava fra i campi 
di grano, e i suoi discepoli,
mentre camminavano,si misero a strappare le spighe.
I farisei gli dissero: «Vedi, perché essi fanno in giorno 
di sabato quel che non è lecito?».
Ma egli rispose loro: «Non avete mai letto che cosa 
fece Davide quando si trovò nel bisogno ed ebbe fame, 
lui e i suoi compagni? 
Come entrò nella casa di Dio, sotto il sommo 
sacerdote Abiatàr, e mangiò i pani dell'offerta, 
che soltanto ai sacerdoti è lecito mangiare, e ne diede anche ai suoi compagni?». 
E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato!
Perciò il Figlio dell'uomo è signore anche del sabato».
Parola del Signore.
Non sappiamo se i farisei abbiano capito fino in fondo quanto aveva detto il Maestro;
Egli parlava si sé con questo appellativo misterioso; figlio dell’uomo.
Però, certamente essi avevano capito che parlando di sé,
Egli affermava di essere padrone del sabato; era un’affermazione davvero
grossa e che poteva essere considerata proprio alla stregua di una bestemmia.
Affermare di essere padrone del sabato significava rendersi uguale a Dio creatore,
il quale aveva fatto il mondo in sei giorni ed aveva tenuto il settimo per sé.
Ma Gesù vuole far capire loro un messaggio chiaro; la legge deve aiutare
l’uomo a trovare Dio, non a perdersi in una foresta di precetti che lo
nascondono definitivamente a chi lo cerca con sincerità.
Cerchiamolo con cuore sincero, non solo perché abbiamo paura del male,
ma perché trovando Lui avremo la vera felicità, cominciando con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.

domenica 20 gennaio 2013

Il Vangelo del Lunedì 21 Gennaio 2013

Dal Vangelo secondo Marco (2,18-22) anno C.
In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i
farisei stavano facendo un digiuno.
Si recarono allora da Gesù e gli dissero:
«Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli
dei farisei digiunano, mentre i tuoi
discepoli non digiunano?».
Gesù disse loro: «Possono forse digiunare

gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro?
Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare.
Ma verranno i giorni in cui sarà loro tolto lo sposo e allora digiuneranno.
Nessuno cuce una toppa di panno grezzo su un vestito vecchio;

altrimenti il rattoppo nuovo squarcia il vecchio e si forma uno strappo peggiore.
E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli

otri e si perdono vino e otri, ma vino nuovo in otri nuovi».
Parola del Signore.
Gesù non mette in dubbio la validità delle pratiche religiose.
Ma quello che Egli vuole far capire è che i tempi sono cambiati; adesso è il tempo
della gioia che ci dona il Messia, che si può paragonare a quella del matrimonio.
È decisamente fuori luogo digiunare durante una festa di matrimonio;
alla stessa maniera i farisei erano ormai fuori luogo con le loro regole ed i loro
precetti che avevano fatto loro perdere la percezione del vero volto di Dio.
Non è che anche noi, a volte, viviamo un cristianesimo asfittico e noioso?
Gesù è venuto a rivelarci la gioia che è nel cuore di Dio; perciò se la
nostra fede è triste e noiosa, forse c’è davvero qualcosa da rivedere.
Riguardiamoci dentro, cerchiamo di capire se la nostra fede è basata
solo sulla creduloneria, cerchiamo di metterci al seguito di Gesù e quando
seguiamo Lui è sempre una festa, perciò preghiamo perché sia così.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come

noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.


 

sabato 19 gennaio 2013

Il Vangelo della 2° Domenica del Tempo Ordinario

Dal Vangelo secondo Giovanni (2,1-11) anno C.
In quel tempo, vi fu uno sposalizio a Cana
di Galilea e c'era la madre di Gesù.
Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.
Nel frattempo, venuto a mancare il vino,

la madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino».
E Gesù rispose: «Che ho da fare con te, o donna?

Non è ancora giunta la mia ora».
La madre dice ai servi: «Fate quello che vi dirà».
Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei,

contenenti ciascuna due o tre barili.
E Gesù disse loro: «Riempite d'acqua le giare»; e le riempirono fino all'orlo.
Disse loro di nuovo: «Ora attingete e portatene al maestro di tavola».

Ed essi gliene portarono.
E come ebbe assaggiato l'acqua diventata vino, il maestro di tavola,

che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano
attinto l'acqua), chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti servono da principio
il vino buono e, quando sono un po' brilli, quello meno buono;
tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono».
Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea,

manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.
Parola del Signore.
Archiviato il Natale, riposti i presepi, celebrato festivamente il passaggio
dell’anno nuovo che, strano a dirsi, già assomiglia al precedente,
ci siamo stancamente avviati ai posti di lavoro (che fortuna
per lui ce l’ha e verso i banche di scuola.
È riiniziato il tempo ordinario; anche il sacerdote, in chiesa, indossa ora la casula verde,
colore del tran tran, segno della ferialità implacabilmente noiosa e ripetitiva.
Si riprende l’oratorio e i catechismi, la catechesi agli adulti
e la visita alle famiglie da parte dei parroci.
Fine del tempo natalizio, fine della festa, si torna al banale quotidiano, Peccato.
E invece no, sbagliato.
Ogni giorno è stupore, ci dice il vangelo di oggi, inatteso, splendido;
accogliere il vero volto di Gesù fa della vita quotidiana una festa,
come accade alle nozze di Cana.
Giovanni è l’unico degli evangelisti a parlare di questo strano matrimonio,
passato alla storia per la colossale sbronza degli invitati e per alcune stranezze della festa.
Giovanni, nel suo vangelo, lo pone come segno di apertura della vita pubblica di Gesù.
Non parla di “miracolo”, Giovanni; ha paura che la gente corra
dietro agli stregoni, ai guru, e Gesù non lo è.
I suoi sono “segni”; pannelli indicatori, frecce stradali che rimandano a qualcos’altro,
che invitano a non fermarsi all’evento straordinario ma a cercare il senso profondo.
La storia di Cana la conoscete; un matrimonio a cui Gesù è invitato
in quanto figlio di Maria, il vino che manca, l’acqua trasformata in vino.
Ma, a leggere bene il testo, è un matrimonio piuttosto strano quello
di cui si parla; manca la sposa e la figura dello sposo è del tutto marginale! Perché?
È presto detto; Giovanni raffigura queste nozze come le nuove nozze tra Dio e l’umanità.
La vecchia alleanza col popolo d’Israele è diventata statica, pesante;
le sei giare della purificazione sono di pietra, emblema della vecchia alleanza,
e sono sei; cioè sette (numero perfetto) meno uno, incomplete.
La storia tra Dio e l’umanità si è trascinata fino a qui, stancamente;
l’uomo fatica ad accettare Dio per quello che è; serve qualcosa di nuovo;
arriva il Signore Gesù a svelare il volto di Dio, definitivamente.
Maria è la figura di quel pezzo d’Israele rimasto fedele, così come i simpatici
servi che si trovano a portare nelle giare seicento litri di acqua attinti al pozzo!,
che obbediscono anche se non capiscono, che si fidano.
E tutto diventa festa; l’acqua trasformata in vino è il segno messianico della
presenza di Dio, del nuovo banchetto, dei tempi nuovi inaugurati da Cristo.
Tutto ora è festa.
Così iniziamo l’anno ordinario, con una grande festa.
Giovanni dice; se accogli Dio tutto diventa festa.
Se accogli la nuova alleanza (Dio vuole te, proprio te) tutto si apre
allo stupore e alla meraviglia.
La vita grigia che rischia di rovinarci l’umore (che festa è una festa senza vino?)
diventa meraviglia, gioia intensa.
La vita ordinaria diventa festa, stupore, gioia senza fine.
È possibile svegliarsi il lunedì mattina contenti di andare
incontro alla settimana lavorativa?
Sì; Dio trasforma la tua acqua in vino e tutto diventa festa.
Ma ci sono due condizioni, banali, semplici ed essenziali.
La prima è l’offrire, il donare.
Gesù chiede di riempire le giare di acqua.
Noi cosa siamo disposti a offrire? Tempo? Intelligenza? Disponibilità?
I servi compiono senza capire, un po’ perplessi, ma obbediscono.
Anche noi, a volte, stentiamo a compiere i gesti che la vita ci pone davanti;
non li comprendiamo.
Perché pregare? Perché restare onesti? Perché dare il meglio?
Non vincono forse i furbi? Non prevalgono forse i violenti?
I servi non capiscono ma si adeguano; la fedeltà è valore, la costanza diventa stupore.
Signore, fatico ma mantengo uno spazio di preghiera quotidiana.
Signore, fatico ma voglio incontrare i miei fratelli per celebrare la tua presenza.
Signore, fatico ma credo che tu voglia fare della mia vita un dono per gli altri.
La seconda condizione è l’atteggiamento di Maria.
Sono le parole che dice Maria nel vangelo di Giovanni: “Fate quello che vi dirà”.
Occorre riscoprire il discepolato, seguire il Maestro,
fare quello che il Nazareno ci dice.
Dobbiamo superare quella sottile sufficienza (o arroganza?) che ci fa tutti sapienti
teologi perché abbiamo sopportato qualche anno di catechismo nel’infanzia.
No; così non si resta cristiani, così non si diventa discepoli.
A chi lo desidera Dio propone un cammino, un percorso di luce in luce,
che ci porta a scoprire le nuove nozze tra >Dio e l’umanità.
Nozze a cui posso partecipare e che posso addirittura favorire,
giorno per giorno, attimo per attimo, realizzando il sogno di Dio.
E questa forse la chiamate ordinarietà?
Credo proprio di no, questa è semplicemente una cosa fantastica.
Santa Domenica Fausto.

   

 

venerdì 18 gennaio 2013

Il Vangelo del Sabato 19 Gennaio 2013

Dal Vangelo secondo Marco (2,13-17) anno C.
In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare;
tutta la folla veniva a lui ed egli li ammaestrava.
Nel passare, vide Levi, il figlio di Alfeo,

seduto al banco delle imposte, e gli disse:
«Seguimi». Egli, alzatosi, lo seguì.
Mentre Gesù stava a mensa in casa di lui,

molti pubblicani e peccatori si misero a mensa
insieme con Gesù e i suoi discepoli; erano molti
infatti quelli che lo seguivano.
Allora gli scribi della setta dei farisei,

vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani,
dicevano ai suoi discepoli: «Come mai egli mangia e beve in compagnia
dei pubblicani e dei peccatori?».
Avendo udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che

hanno bisogno del medico, ma i malati; non sono venuto per
chiamare i giusti, ma i peccatori».
Parola del Signore.
Levi, il futuro evangelista Matteo, non è certo un esempio
di onestà e di integrità morale.
Ma questo non sembra frenare la scelta di Gesù, che prima
di farne un apostolo ed un evangelista, gli dà una dignità nuova.
Quello che fa la differenza, di fronte a Gesù, non è tanto quello che si faceva
prima, quanto piuttosto con quanto amore si abbraccia il suo progetto di vita.
Levi è davvero entusiasta del fatto che il Maestro lo abbia chiamato a seguirlo;
egli è il primo di una lunga serie di chiamati che vengono guariti dal medico
divino prima di essere mandati loro stessi a guarire ed a salvare.
Di fronte ai benpensanti ipocriti, Gesù evidenzia l’ansia di Dio
di recuperare quelli che sembrano ormai irrimediabilmente persi e finiti. 
Saremo anche noi dei chiamati, credo proprio di si,
l’importante è rispondere quando verrà la chiamata, senza ripensamenti,
perciò intanto cominciamo a pregare.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come

noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.

giovedì 17 gennaio 2013

Il Vangelo del Venerdì 18 Gennaio 2013

Dal Vangelo secondo Marco (2,1-12) anno C.
Gesù entrò di nuovo a Cafarnao dopo alcuni giorni.
Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone,
da non esserci più posto neanche davanti alla porta,
ed egli annunziava loro la parola.
Si recarono da lui con un paralitico portato

da quattro persone.
Non potendo però portarglielo innanzi,

a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto
dov'egli si trovava e, fatta un'apertura, calarono il lettuccio
su cui giaceva il paralitico.
Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: «Figliolo,

ti sono rimessi i tuoi peccati».
Seduti là erano alcuni scribi che pensavano in cuor loro:

«Perché costui parla così? Bestemmia!
Chi può rimettere i peccati se non Dio solo?».
Ma Gesù, avendo subito conosciuto nel suo spirito che così pensavano tra sé,

disse loro: «Perché pensate così nei vostri cuori?
Che cosa è più facile: dire al paralitico: Ti sono rimessi i peccati, o dire:

Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina?
Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di rimettere

i peccati, ti ordino - disse al paralitico - alzati, prendi il tuo lettuccio e và a casa tua».
Quegli si alzò, prese il suo lettuccio e se ne andò in presenza di tutti e tutti si

meravigliarono e lodavano Dio dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».
Parole del Signore.
In questo brano Gesù è accusato di blasfemia dai farisei.
L’affermazione di Gesù non andava d’accordo con l’idea che loro avevano di Dio.
Infatti, dalle loro parole si comprende che essi si sono costruiti un dio che
sembra essere contento solo se gli uomini seguono delle regole e dei precetti
che salvano la facciata e l’immagine di religione che essi rappresentano.
Ma è, d’altro canto, una religione senza cuore, in quanto non si preoccupa affatto delle
persone, soprattutto quando esse hanno bisogno dell’amore e della comprensione.
Gesù è venuto proprio per ristabilire le cose dando loro il giusto valore ad importanza.
Cosa è davvero importante, per quest’uomo?
È senza dubbio sperimentare che Dio, nella persona di Gesù, libera
dalle catene del peccato rimettendoci sulla strada che ci porta a Dio.
Lasciamoci guidare da Gesù, Lui ci condurrà al Padre,
ci faciliterà la strada la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come

noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.