giovedì 31 ottobre 2013

Il Vangelo del Venerdì 1 Novembre Tutti i Santi 2013

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5,1-12) anno C.
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si
avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo,
diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi
ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli..
Parola del Signore.
Le beatitudini sono la carta di identità del cristiano perfetto,
di colui che è pienamente riuscito nel suo cammino di santità.
Si tratta di identificare tutta la propria vita in queste categorie,
finchè non siamo riusciti ad incarnarne almeno una nella nostra vita.
Ci sembra difficile o impossibile?
Eppure tanti credenti prima di noi ci hanno provato e hanno sperimentato
la beatitudine di cui parla Gesù nel Vangelo.
Cos’è davvero la felicità?
Quanto costa essere felici davvero?
Cosa significa per noi vivere nella pienezza?
Solo se mettiamo in pratica le Beatitudini nella semplicità e nella
quotidianità faremo esperienza di felicità.
Perché non scegliamo una Beatitudine e proviamo a viverla con le
persone che abbiamo vicino?
Potrebbe essere un buon modo per iniziare.
Giusto, cominciamo subito aiutandoci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come                                                  
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,                                                       
ma liberaci dal male. Amen.                                                                                                                          
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.                                                                                             
Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.


mercoledì 30 ottobre 2013

Il Vangelo del Giovedì 31 Ottobre 2013

Dal Vangelo secondo Luca (13,31-35) anno C
In quel momento si avvicinarono a Gesù alcuni farisei a dirgli: «Parti
e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere».
Egli rispose loro: «Andate a dire a quella volpe: "Ecco, io scaccio demòni
e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno la mia opera è compiuta.
Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io prosegua nel
cammino, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme".
Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che
sono stati mandati a te: quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli,
come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto!
Ecco, la vostra casa è abbandonata a voi!
Vi dico infatti che non mi vedrete, finché verrà il tempo in cui
direte: "Benedetto colui che viene nel nome del Signore!"».
Parola del Signore.
È probabile che Gesù si trovi nel territorio della Transgiordania, che è sotto
il controllo di Erode.
Alcuni farisei gli dicono che il re lo cerca per ucciderlo.
Non è lo stesso Erode dell’infanzia di Gesù, ma è della stessa famiglia.
Insomma, l’opposizione al suo Vangelo continua.
Il potere cattivo degli uomini ha sempre paura della forza del Vangelo,
sia sotto la debolezza di un bambino che sotto la debolezza di una Parola.
Gesù potrebbe fuggire per evitare il pericolo, e sa che è sempre più
pericoloso continuare il suo viaggio.
Ma non recede, non può tradire il Vangelo, che è comunque una Parola
più forte del potere di Erode.
Per questo vuole annunciarlo anche dentro Gerusalemme.
Gesù sa bene che tutto ciò gli costerà la morte, ma non fugge,
e dice: “Non è possibile che un profeta muoia fuori da Gerusalemme”.
Subito fa seguire il suo triste lamento sulla città santa che non sa accogliere
la parola dei profeti e questo la porterà verso la distruzione.
Solo accogliendo la Parola di Dio la vita degli uomini, le città e i paesi,
potranno trovare la salvezza.
Non aspettatevi sconti, non ci sono per nessuno, chi parla del Signore e cerca
di trasmettere la sua Parola, sarà sempre combattuto, l’importante
è non prendere paura ed aiutarsi con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come                                                  
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,                                                        
ma liberaci dal male. Amen.                                                                                                                          
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.                                                                                              

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.

martedì 29 ottobre 2013

Il Vangelo del Mercoledì 30 Ottobre 2013

Dal Vangelo secondo Luca (13,22-30)
In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi,
mentre era in cammino verso Gerusalemme.
Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?».
Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti,
io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno.
Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori,
comincerete a bussare alla porta, dicendo: "Signore, aprici!".
Ma egli vi risponderà: "Non so di dove siete".
Allora comincerete a dire: "Abbiamo mangiato e bevuto in tua
presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze".
Ma egli vi dichiarerà: "Voi, non so di dove siete.
Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!".
Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco
e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori.
Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno
e siederanno a mensa nel regno di Dio.
Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».
Parola del Signore.
Avevano posto a Gesù questa domanda: “Signore, sono pochi quelli che si salvano?”.
Ma egli non cade nella trappola di chi gli pone certe domande solo per curiosità.
A Gesù non interessa dare numeri o proporre statistiche, piuttosto,
egli vuole indicare delle linee chiare e precise su cosa significhi salvarsi;
sforzarsi di entrare per una porta che è stretta.
Ciò non è certamente legato a questioni merito o di amicizie influenti,
ma dipende piuttosto da quanto impegno ci si è messo per fare la volontà di Dio
Questa è l’unica chiave che apre quella porta stretta che, altrimenti,
rimane irrimediabilmente sbarrata.
A questo punto, forse anche noi ci rendiamo conto di aver
sprecato del tempo prezioso.
La vita è come uno spazio che serve per cercare l’unica cosa necessaria;
se non facciamo questo, anche se abbiamo una lunga esistenza, abbiamo solo
sciupato un dono di cui ci verrà certamente chiesto conto.
Non sprechiamo il tempo che ci è concesso, prepariamoci a fare la
volontà di Dio con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come                                                  
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,                                                       
ma liberaci dal male. Amen.                                                                                                                          
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.                                                                                              
Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.


lunedì 28 ottobre 2013

Il Vangelo del Martedì 29 Ottobre 2013

Dal Vangelo secondo Luca (13,18-21)
In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio,
e a che cosa lo posso paragonare?
È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò
nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero
a fare il nido fra i suoi rami».
E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio?
È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure
di farina, finché non fu tutta lievitata».
Parola del Signore.
Senza paura do essere irrispettosi, possiamo notare che gli esempi portati
da Gesù per esprimere la realtà del regno dei cieli sono…banali!
Resterebbero davvero delusi coloro che cercassero nelle parole del Vangelo
le tracce di qualche dottrina nuova e misteriosa; il regno di Dio è una realtà
quotidiana, proprio come una donna che prepara del pane, o piccola ed
insignificante come un minuscolo granellino di senape che cade nel terreno.
Eppure, è proprio lì il segreto più grande.
Sbaglieremmo di grosso se pensassimo di andare a cercare il regno dei cieli in un luogo
o attraverso una modalità che non sia quella dell’ordinarietà e della normalità.
Dio si incontra nella semplicità e nella quotidianità; se abbiamo capito ciò,
non faremo fatica a vederlo.
Si, Dio è accanto a noi in ogni momento della giornata, non lo vediamo,
è perché siamo noi che ci nascondiamo, facciamoci trovare e preghiamo.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come                                                  
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,                                                       
ma liberaci dal male. Amen.                                                                                                                          
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.                                                                                              
Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.



domenica 27 ottobre 2013

Il Vangelo del Lunedì 28 Ottobre 2013

Dal Vangelo secondo Luca (6,12-19)
In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta
la notte pregando Dio.
Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici,
ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede
anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni,
Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone,
detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore.
Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante.
C'era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta
la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne,
che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie;
anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti.
Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.
Parola del Signore.
Gesù sceglie i suoi più stretti collaboratori; coloro che lo aiuteranno
per l’annuncio del Vangelo.
L’iniziativa parte da lui, esclusivamente da lui, o meglio dal Padre.
Gesù, infatti, non fa nulla senza il Padre.
Ecco perché passa tutta la notte in preghiera, poi dopo la scelta, da una
direttiva precisa ai dodici, per questo il comportamento di Gesù, in un certo senso,
era considerato strano ed anche incomprensibile dai suoi contemporanei.
Notiamo, infatti, che tra i suoi uditori c’erano anche persone che venivano da Tiro e Sidone.
In altri termini, essi sono pagani; eppure il Signore non si fa nessun problema ad annunciare
loro la parola di salvezza e a fare per loro gli stessi miracoli che fa anche per gli altri.
Ecco la direttiva di Gesù ai dodici, trattare tutti alla stessa stregua.
Quando uno è consapevole di avere un grande dono da condividere con gli altri,
non sta a fare discriminazioni su chi ne sia degno oppure no.
Crediamo che il Signore voglia aiutarci ad allargare le nostre prospettive?
Sicuramente egli non vuole che noi possiamo limitare la sua grazia decidendo
chi è degno e chi no di ricevere il suo amore e la sua salvezza.
Impariamo da Lui, trattiamo tutti allo stesso modo aiutandoci con la preghiera.
 Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come                                                  
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,                                                       
ma liberaci dal male. Amen.                                                                                                                          
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.                                                                                             
Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.


sabato 26 ottobre 2013

Il Vangelo della 30° Domenica del Tempo Ordinario

Dal Vangelo secondo Luca (18,9-14) anno C.
In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che presumevano
di esser giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare:
uno era fariseo e l'altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come
gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano.
Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo.
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi
al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore.
Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell'altro,
perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato».
Parola del Signore.
L’insistenza della vedova importuna ci fa riflettere, nuovamente,
sul tema della preghiera cristiana.
Tema che periodicamente ritorna nella liturgia, e che ritengo enormemente
importante per la nostra vita spirituale.
Non raccontiamoci storie: sopravvivere nella fede, in questi fragili tempi,
richiede una costanza e una determinazione degna di un martire.
I ritmi della vita, le continue spinte che ci allontanano dalla visione evangelica,
un certo sottile scoraggiamento ci impediscono, realisticamente, di vivere
con serenità il nostro discepolato.
Un cristiano adulto con moglie e figli, se riesce a sfangarsi dall’organizzazione
della vita quotidiana (lavoro, scuola, spesa…), difficilmente riesce a organizzarsi
una vita interiore che vada al di là della messa domenicale.
Eppure; se non riusciamo, quotidianamente, a trovare spazio, seppur piccolo,
di preghiera e interiorità, non riusciremo a conservare la fede.
Non bisogna scoraggiarsi, questo diceva la Parola di domenica scorsa.
La preghiera è una questione di fede; credere che il Dio che invochiamo
non è una specie di sommo organizzatore dell’universo che, se corrotto,
potrebbe anche concederci ciò che chiediamo.
Dio non è un potente da blandire, ma un Padre che sa ciò di cui abbiamo bisogno.
Se la nostra preghiera fa cilecca, sembra suggerirci Gesù,
è perché manca l’insistenza o manca la fede.
Oggi, con l’acida parabola del pubblicano e del fariseo,
ci viene suggerita un’altra pista di riflessione.
I farisei erano sicuramente devoti alla legge, cercavano di contrastare il
generale rilassamento del popolo di Israele, osservando con scrupolo
ogni piccolissima direttiva della legge di Dio.
L’elenco che il fariseo fa, di fronte a Dio, è corretto; per zelo il fariseo
paga la decima parte dei suoi introiti, non soltanto, come tutti, dello stipendio,
ma anche delle erbe da tisana e delle spezie da cucina!
Qual è, allora, il problema del fariseo?
Semplice, dice Gesù, è talmente pieno della sua nuova e scintillante identità
spirituale, talmente consapevole della sua bravura, talmente riempito del suo ego
(quello spirituale, il più difficile da superare), che Dio non sa proprio dove mettersi.
Questo è il nocciolo della questione; avviene che ci
mettiamo—sul serio!—alla ricerca di Dio.
Desideriamo profondamente conoscerlo, diventare discepoli, ma non riusciamo
a creare uno spazio interiore sufficiente perché egli possa manifestarsi.
Con la testa e il cuore ingombri di preoccupazioni, di desideri, di pensieri,
concretamente non riusciamo a fargli spazio.
Oppure accade che, dopo un’esperienza fulminante, che so, un ritiro,
un pellegrinaggio, sentiamo forte la sua presenza, ma, una volta tornati a casa,
la nostra testa viene riempita dalle preoccupazioni di questo mondo.
Non è solo il problema dell’orgoglio, no.
È proprio una complicazione dell’esistere, una vita che non riesce
a uscir fuori dal buco nero in cui si è infilata.
Se non riesco a ritagliare nella mia giornata una mezz’ora di assoluto relax,
di vuoto mentale, se non faccio silenzio intorno (spengo tivù, stacco il cellulare);
se non prevedo, almeno ogni tanto, una pausa di una giornata non passata,
al solito, in coda per andare a riposare,
farò fatica a trovare un luogo in cui Dio sta.
Il pubblicano, invece, di spazio ne ha tanto.
Il denaro che ha guadagnato con disonestà, l’odio dei suoi concittadini
(è un collaborazionista!), l’impressione di avere fallito le sue scelte, creano
un vuoto dentro di lui, un vuoto che Dio saprà riempire.
Consapevole dei suoi limiti, li affida al Signore, chiede, con verità e dolore,
che Dio lo perdoni.
E così accade.
Il vangelo di oggi ci ammonisce a lasciare un po’ di spazio al Signore, a non
presumere, a non pretendere, a non passare il tempo a elencare le nostre virtù.
Siamo tutti nudi di fronte a Dio, tutti mendicanti.
Ancora una volta, il Signore chiede a ciascuno di noi l’autenticità, la capacità
di presentarci di fronte a lui senza ruoli, senza maschere, senza paranoie.
Questa è la condizione per ottenere, come il pubblicano, la conversione del cuore.

Santa Domenica da Fausto:  

venerdì 25 ottobre 2013

Il Vangelo del Sabato 26 Ottobre 2013

Dal Vangelo secondo Luca (13,1-9) anno C.
In quel tempo, si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei,
il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici.
Prendendo la parola, Gesù disse loro:«Credete che quei Galilei fossero
più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte?
No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo.
O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise,
credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme?
No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».
Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi
nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò.
Allora disse al vignaiolo: "Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su
quest'albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?".
Ma quello gli rispose: "Padrone, lascialo ancora quest'anno, finché gli avrò zappato
attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti
per l'avvenire; se no, lo taglierai"».
Parola del Signore.
Quando vediamo che le cose, attorno a noi, non vanno come dovrebbero,
abbiamo la tentazione di dare subito la colpa allo Stato, o ai governanti,
o alle tasse, o a chissà chi altro…
In realtà Gesù ci dice una cosa su cui faremmo bene a riflettere;
quelle persone che noi critichiamo sono esattamente come noi,
con le stesse inclinazioni e le stesse caratteristiche.
Ciò significa che probabilmente anche noi, al loro posto, faremmo gli stessi
errori e i medesimi passi falsi.
Dunque, Gesù ci invita a non dare la colpa ad altri di una mancata
conversione di cui anche noi siamo responsabili.
Piuttosto, il Signore ci invita a guardare alla grande pazienza con
cui Dio ci tratta e scommette su di noi.
Egli si fida della nostra capacità di migliorare, per portare frutti di vita eterna.
Raccogliamo l’invito del Signore, facciamogli vedere che possiamo migliorare,
e che dandoci la sua fiducia ha fatto una cosa giusta, per riuscirci bene preghiamo.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come                                                  
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,                                                       
ma liberaci dal male. Amen.                                                                                                                         
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.                                                                                             
Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.


giovedì 24 ottobre 2013

Il Vangelo del Venerdì 25 Ottobre 2013

Dal Vangelo secondo Luca (12,54-59) anno C
In quel tempo, Gesù diceva alle folle: «Quando vedete una nuvola
salire da ponente, subito dite: "Arriva la pioggia", e così accade.
E quando soffia lo scirocco, dite: "Farà caldo", e così accade. Ipocriti!
Sapete valutare l'aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo
non sapete valutarlo?
E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto?
Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada cerca
di trovare un accordo con lui, per evitare che ti trascini davanti al giudice
e il giudice ti consegni all'esattore dei debiti e costui ti getti in prigione.
Io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all'ultimo spicciolo».
Parola del Signore.
A noi uomini piace moltissimo pianificare e prevedere, sulla base
di dati che elaboriamo continuamente e che ci aiutano a capire
l’andamento del nostro presente e del nostro futuro.
Proprio per questo motivo, il rimprovero di Gesù appare appropriato; perché
non siamo in grado di valutare e di dare importanza alle cose davvero significative.
Perché non siamo poi in grado di valutare la portata di certe azioni
in relazione al nostro destino futuro.
È davvero strano il modo di fare di tanti di noi, infatti, diamo una eccessiva
attenzione a particolari del tutto trascurabili facendoli diventare importanti,
ma poi non siamo in grado di attribuire il giusto peso alle cose veramente importanti
come la grande responsabilità di essere e di vivere da cristiani autentici.
Cerchiamo di comprendere la bellezza e l’importanza di essere veramente cristiani
nel vero senso della parola, per esserlo impariamo da Gesù attraverso la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come                                                  
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,                                                        
ma liberaci dal male. Amen.                                                                                                                          
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.                                                                                              
Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.



Il Vangelo del Giovedì 24 Ottobre 2013

Dal Vangelo secondo Luca (12,49-53)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a gettare
fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso!
Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato
finché non sia compiuto!
Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione.
D'ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone,
saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro
figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre,
suocera contro nuora e nuora contro suocera».
Parola del Signore.
Il Vangelo è tutt’altro che un qualcosa di tranquillo, come certe ideologie
vogliono farci credere.
Il messaggio di Gesù implica lotta, sforzo, desiderio incontenibile, volontà
di accendere un fuoco che, in qualche modo, bruci tutta la terra.
Tale è l’amore di Dio; esso non può essere considerato un’esperienza
di tranquillità e di quieto vivere.
Piuttosto, Gesù dice di essere venuto a portare sulla terra un fuoco.
Allora, l’unica cosa che si deve fare è sperare con tutto il cuore che
questo fuoco ci bruci interiormente, perché anche noi, a nostra volta,
possiamo essere in grado di trasmettere questo fuoco a coloro che muoiono
nel freddo dell’indifferenza e del non amore.
Lasciamoci invadere da questa fiamma ed abbiamo fiducia;
la nostra luce illuminerà le vite di tanti attorno a noi.
Lasciamoci illuminare dal Signore, per essere un segno visibile nella notte
per i nostri fratelli, aiutandoci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come                                                  
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,                                                       
ma liberaci dal male. Amen.                                                                                                                         
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.                                                                                             

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.

martedì 22 ottobre 2013

Il Vangelo del Mercoledì 23 Ottobre 2013

Dal Vangelo secondo Luca (12,39-48)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo:
se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro,
non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché,
nell'ora che non immaginate, viene il Figlio dell'uomo».
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
Il Signore rispose: «Chi è dunque l'amministratore fidato e prudente,
che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione
di cibo a tempo debito?
Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così.
Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: "Il mio padrone tarda a venire",
e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi,
il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l'aspetta e a un'ora che non sa,
lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito
secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non
conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto,
sarà richiesto molto di più».
Parola del Signore.
La fedeltà è davvero una qualità difficile da trovare, al giorno d’oggi.
I nostri rapporti interpersonali, spesso e volentieri, sono all’insegna
del momentaneo e della precarietà, e le più grandi amicizie o gli amori
che sembravano eterni finiscono miseramente nel giro di poco tempo.
Il problema nasce nel momento in cui vogliamo proiettare questa precarietà
anche nel nostro rapporto con Dio; egli invece chiede una fedeltà che
si manifesti in un contesto estremamente pratico; la capacità di attenderlo,
anche se sembra che egli tardi a venire.
L’entusiasmo, si sa, è una forza formidabile; ma se ad esso non segue una
capacità di vigilare e di attendere la manifestazione del Signore, esso diventa
inutile e crea in noi un atteggiamento di superficialità.
Dobbiamo essere fedeli, pazienti ed attendiamo con fiducia la sua venuta,
aiutandoci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come                                                  
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,                                                       
ma liberaci dal male. Amen.                                                                                                                         
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.                                                                                             
Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.