venerdì 30 novembre 2012

Il Vangelo del Sabato 1 Dicembre 2012

Dal Vangelo secondo Luca (21,34-36) anno B.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
“State bene attenti che i vostri cuori non si
appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze
e affanni della vita e che quel giorno non
vi piombi addosso improvviso; come un
laccio esso si abbatterà sopra tutti coloro
che abitano sulla faccia di tutta la terra.
Vegliate e pregate in ogni momento,

perché abbiate la forza di sfuggire
a tutto ciò che deve accadere,
e di comparire davanti al Figlio dell'uomo”.
Parola del Signore.
Come tutti noi abbiamo potuto constatare più volte, è veramente difficile
restare insensibili a tante offerte, più o meno lecite, che il mondo sa farci.
Eppure, pian piano ed impercettibilmente, il nostro cuore si appesantisce,
e cedendo a queste tentazioni, diventiamo sempre più incapaci di combattere,
e la nostra fede si infiacchisce.
Spesso anche noi diciamo: “Che c’è di male?”, e non ci accorgiamo
di sprecare tempo ed energie spirituali preziose.
Come fare allora?
Ricordiamoci che tutto è lecito nella misura in cui non ci allontana da Dio.
Se ci accorgiamo che c’è qualcosa che ci può sembrare buona, ma che in
realtà ci allontana da Lui, dalla preghiera e dai sacramenti, vuol dire che
è il momento di dare una brusca sterzata.
Ne va della nostra salvezza eterna.
Allora, prima che arrivi il ghiaccio, in quanto poi sarebbe
troppo pericoloso, sterziamo con la macchina della nostra
fede e invertiamo la marcia con l’aiuto della preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come

noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.

giovedì 29 novembre 2012

Il Vangelo del Venerdì 30 Novembre 2012

Dal Vangelo secondo Matteo (4,18-22) anno B.
In quel tempo, mentre camminava lungo il mare
di Galilea, Gesù, vide due fratelli, Simone,
chiamato Pietro, e Andrea suo fratello,
che gettavano la rete in mare, poiché erano pescatori.
E disse loro: «Seguitemi, vi farò pescatori di uomini».
Ed essi subito, lasciate le reti, lo seguirono.
Andando oltre, vide altri due fratelli,

Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello,
che nella barca insieme con Zebedèo, loro padre, riassettavano le reti; e li chiamò.
Ed essi subito, lasciata la barca e il padre, lo seguirono.

Parola del Signore.
La Parola di Dio ci aiuta a non vivere prigionieri del presente
e a non sentirci protagonisti o vittime per il nostro passato.
Con sapienza essa fa comprendere i doni e l’amore di
Dio nella storia di ciascuno di noi.
Il Signore—insiste il profeta—non si è dimenticato di noi; ha avuto
compassione, ci ha amati e ci ha protetti perché “grande è Egli in bontà”.
C’è una particolare insistenza in questa pagina del profeta nel sottolineare
la paternità del Signore per il suo popolo, per ciascuno di noi.
Il Signore stesso chiarisce ogni dubbio: “Veramente essi sono il mio popolo”.
E lo ha dimostrato non solo con le parole ma con i fatti concreti di liberazione.
Assieme al profeta ciascuno di noi dovremmo ripercorrere la nostra vita per
comprendere tutto quello che Dio ha compiuto per ciascuno di noi.
È una meditazione che si fa subito preghiera di ringraziamento al Signore e
professione di fede in Lui che scopriamo come un Padre buono e misericordioso.
Certo, in questa meditazione, scopriamo anche che l’amore del Signore  
sovrabbonda sul nostro peccato; Egli ci ama non perché siamo giusti
ma perché peccatori e bisognosi di salvezza.
Ecco perché dalle nostre labbra deve continuare a sgorgare incessantemente
la preghiera perché il Signore venga sempre in nostro soccorso,
e non ci lasci vagare lontano da Lui.
Egli è il nostro Padre e la roccia della nostra salvezza.
Nella sua tenerezza ci ricondurrà sempre alla sorgente della sua Parola.
Che dire, amici, preghiamo.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come

noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.


 

mercoledì 28 novembre 2012

Il Vangelo del Giovedì 29 Novembre 2012

Dal Vangelo secondo Luca (20,21-28) anno B.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
“Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti,
sappiate allora che la sua devastazione è vicina.
Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano

ai monti, coloro che sono dentro la città se ne
allontanino, e quelli in campagna non tornino in città;
saranno infatti giorni di vendetta, perché tutto

ciò che è stato scritto si compia.
Guai alle donne che sono incinte e allattano in quei giorni,

perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo.
Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri tra tutti i popoli; Gerusalemme

sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani siano compiuti.
Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra

angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti,
mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà

accadere sulla terra.
Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con potenza e gloria grande.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo,

perché la vostra liberazione è vicina».
Parola del Signore.
Il Signore, profetizzando sulla sorte di Gerusalemme e sugli eventi
che porteranno alla sua conquista di lì a pochi anni, presenta anche un quadro
più vasto riguardante ciò che avverrà in preparazione alla sua definitiva venuta.
Sono eventi che ci lasciano un po’ impauriti e preoccupati, perché
si tratta di avvenimenti cosmici; eppure, sopra tutti,
vi sono le parole rassicuranti di Gesù; la nostra liberazione è vicina.
Tante volte il Signore viene, anche se in maniera meno eclatante e vistosa.
Però, ogni volta, Egli viene a portarci liberazione e pace.
Se noi fossimo un po’ più attenti alla realtà che ci circonda, riusciremo
anche noi a vedere tali vittorie che Cristo ci fa conseguire;
Egli spezza le catene che ci impediscono di progredire.
Osserviamo i vari fatti che succedono attorno a noi anche in questi tempi,
possono essere segni per farci capire che bisogna prepararci
a seguire Gesù con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come

noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.

martedì 27 novembre 2012

Il Vangelo del Mercoledì 28 Novembre 2012

Dal Vangelo secondo Luca (21,12-19) anno B.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Metteranno
le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi
alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti
a re e a governatori, a causa del mio nome.
Avrete allora occasione di dare testimonianza.
Mettetevi bene in mente di non preparare prima la

vostra difesa; io vi darò lingua e sapienza, a cui tutti
i vostri avversari non potranno resistere, né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti

e dagli amici, e metteranno a morte alcuni di voi;
sarete odiati da tutti per causa del mio nome.
Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà.
Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime.

Parola del Signore.
Gesù mette subito le cose in chiaro, e pone i discepoli di fronte alle loro
responsabilità; stare con Lui non è come fare una passeggiata,
raccogliendo chissà quali onori e riconoscimenti.
Significa invece essere perseguitati, imprigionati,
e addirittura mandati a morte per Lui.
Quante volte questa profezia del Maestro si realizzerà in maniera
drammatica nel corso della storia!
Quanti martiri senza nome verseranno il loro sangue per la fedeltà a Cristo
e alla sua parola. Chissà ancora oggi quanti tribunali iniqui giudicano persone
che hanno come unica colpa quella di riconoscersi nel messaggio di Gesù.
È nostro preciso dovere quello di sostenere con la preghiera questi fratelli
a noi sconosciuti, ma che a loro volta sostengono noi con il loro sacrificio.
Riconosciamoci seguaci di Cristo e sosteniamoci a vicenda con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come

noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.

lunedì 26 novembre 2012

Il Vangelo del Martedì 27 Novembre 2012

Dal Vangelo secondo Luca (21,5-11) anno B.
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del
tempio che era ormai ornato di belle pietre e
di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni in cui,
di tutto quello che ammirate, non resterà pietra
su pietra che non venga distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando accadrà

questo e quale sarà il segno che ciò sta per compiersi?».
Rispose: «Guardate di non lasciarvi ingannare.

Molti verranno sotto il mio nome dicendo: "Sono io"
e: "Il tempo è prossimo"; non seguiteli.
Quando sentirete parlare di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate.

Devono infatti accadere prima queste cose, ma non sarà subito la fine».
Poi disse loro: «Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno,
e vi saranno di luogo in luogo terremoti, carestie e pestilenze;

vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandi dal cielo.
Parola del Signore.
Il tempio di Gerusalemme, ricostruito dopo l’esilio, sebbene non avesse
più raggiunto la maestosità e la bellezza di quello fatto costruire da Salomone,
era pur sempre il vanto del popolo; esso rappresentava lo spazio sacro nel quale
viveva il Dio altissimo e che significava la benevolenza del Signore verso il suo popolo.
Quando nel 70 d.C. esso fu raso al suolo dai romani, fu il segnale che Israele aveva
perso del tutto la sua autonomia e la sua identità; il tempio non fu più ricostruito.
Questo fatto di portata epocale dà a Gesù la possibilità di parlare degli eventi
che accompagneranno fatti estremamenti significativi; Egli non dà ai discepoli le
coordinate temporali, ma cerca di far capire loro il vero significato di quegli eventi.
Cerchiamo di essere sempre pronti, non sappiamo quando sarà il tempo,
cominciamo a prepararci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come

noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.


 

domenica 25 novembre 2012

Il Vangelo del Lunedì 26 Novembre 2012

Dal Vangelo secondo Luca (21,1-4) anno B.
In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi, vide alcuni ricchi
che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio.
Vide anche una vedova povera che vi gettava due

spiccioli e disse: «In verità vi dico: questa vedova,
povera, ha messo più di tutti.
Tutti costoro, infatti, han deposto come offerta

del loro superfluo, questa invece nella sua miseria
ha dato tutto quanto aveva per vivere».
Parola del Signore.
Generalmente i poveri non fanno storia,
non hanno un volto o un nome,
e non rappresentano delle storie interessanti sulle quali i rotocalchi
possano soffermarsi, per raccontare chissà quali avventure eccitanti.
Eppure, agli occhi di Gesù, l’unica persona che quel giorno era degna
di essere ricordata era proprio una povera vedova.
Non ne conosciamo il nome o la provenienza, ma questo non ci riguarda;
è come se l’evangelista avesse voluto stendere su di lei un velo di pudore
e di silenzio per un gesto così essenziale e così ricco.
La vedova ha dato a Dio tutto ciò che era, oltre che ciò che aveva.
Gesù riconosce in lei un’autentica discepola del Vangelo, perché ha saputo,
forse inconsapevolmente, donare se stessa, proprio come Lui.
Imitiamo Gesù offriamoci al Signore attraverso la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come

noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.

sabato 24 novembre 2012

Il Vangelo sella 34° Domenica del Tempo Ordinario "Cristo Re"

Dal Vangelo secondo Giovanni (18,33b-37) anno B.
In quel tempo, Pilato allora rientrò nel pretorio,
fece chiamare Gesù e gli disse: «Tu sei il re dei Giudei?».
Gesù rispose: «Dici questo da te oppure altri te

l'hanno detto sul mio conto?».
Pilato rispose: «Sono io forse Giudeo?

La tua gente e i sommi sacerdoti
ti hanno consegnato a me; che cosa hai fatto?».
Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo;

se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori
avrebbero combattuto perché non fossi
consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».
Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?».

Rispose Gesù: «Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per
questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità.
Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».
Parola del Signore.
Una non festa conclude il nostro anno liturgico, una festa all’apparenza solenne,
che parla di re, che parla di trionfi, che rispolvera—forse—antichi fasti di una
Chiesa militante in perenne scontro con il potere mondano, potere talora
segretamente desiderato, talora contrastato.
Una festa che richiama un’improbabile sovranità di Cristo, di cui abbiamo fortemente
bisogno per guardare all’anno appena trascorso e rilanciare l’anno che sta per iniziare.
Ma a leggere il vangelo si resta spiazzati, come al solito.
Due poteri sono a confronto; quello di Roma imperiale e del suo rappresentante,
il procuratore Ponzio Pilato e quello misero del falegname di Nazareth che si è preso per Dio.
L’immenso Giovanni nel capolavoro del dialogo fra Gesù e Pilato mette in scena una vera e propria
rappresentazione eatrale; Pilato si crede forte, pensa di avere tra le mani questo fantoccio,
disprezza lui e tutti gli ebrei che lo costringono a usare il pugno di ferro e che, ci narra la storia,
diverranno la pietra d’inciampo nella sua carriera verso il Senato.
Si diverte, Pilato, a prendere in giro questo povero falegname
che ha perso anche l’appoggio dei suoi superiori religiosi.
Scherza, lo irride, gli propone un dialogo all’apparenza giusto, finge giustizia ed equità.
Il potere spesso diventa farsa e burla, difende solo se stesso e si contrappone a chi lo ostacola.
Il Sinedrio vorrebbe uccidere Gesù e non può; deve chiedere permesso all’odiatissimo Pilato.
Pilato vuole salvare Gesù per umiliare il sinedrio ma non può.
Entrambi faranno ciò che non vogliono.
Il compromesso, la paura, il calcolo li fanno diventare burattini delle loro ambizioni.
Pilato, durante tutto il colloquio, pone solo domande.
Non s’interroga; interroga e non ascolta le risposte.
Sei re?—“Tu lo dici” risponde Gesù a Pilato.
“Sei il Figlio di Dio Altissimo?”—“Tu lo dici”—risponde altrove Gesù al Sommo Sacerdote.
 “Tu lo dici”; siamo liberi di credere o no, Dio non s’impone, mai.
Anzi, l’apparenza inganna; quest’uomo sconfitto non assomiglia in alcun modo
a un re, men che meno a un Dio.
Sarà sempre così; il nostro Dio si nasconde, ci lascia liberi, smuove le
nostre coscienze, chiede a noi di schierarci, ci costringe alla scelta.
Il potere che Gesù viene a esercitare è il potere a servizio della verità.
Che non nutre se stesso, che non si autocelebra, che fugge la gloria e l’apparenza.
Che razza di re c’è capitato, amici, un re da burla che entra a Gerusalemme cavalcando
un asinello e non un cavallo bianco, un re oltraggiato e preso in giro da annoiati soldati
romani, un re che suscita la compassione e il disprezzo dell’irrequieto governatore Pilato.
Che razza di re, senza armate, senza potere, senza rabbia, senza delirio di onnipotenza.
E subito il nostro entusiasmo si smorza, subito i nostri segreti sogni
di un’eclatante vittoria del bene sul male si ridimensiona.
No, non andrà così, non va così né ora né mai.
Dio ha scelto di stare dalla parte degli sconfitti, dei dimenticati,
re—certo—ma dei perdenti e re senza riscatto, re senza trionfi,
re senza improbabili finali da commedia americana.
Un re nudo, appeso a una croce, crudele trono, cinto da una corona di spine,
un re talmente sfigurato da avere necessità di un cartello che lo identifichi,
che lo renda riconoscibile almeno alle persone che l’hanno amato.
Questa è la non festa che celebriamo, che abbandona i trionfalismi
per lasciare spazio alla meditazione, allo stupore.
Questo è il vostro re, discepoli del Nazareno.
Lo volete davvero un Dio così?
Un Dio che rischia, un Dio che—per amore—accetta di farsi
spazzare via dall’odio e dalla violenza?
Lo volete davvero un Dio che rischia tutto, anche di essere per
sempre dimenticato, pur di mostrare il suo volto?
Un Dio che accetta di restare nudo, cioè leggibile, incontrabile, osteso, palese ed evidente,
perché ogni uomo la smetta di costruirsi improbabili devozioni, scure visioni di Dio?
Questo è il nostro Dio, un Dio amante, un Dio ferito, un Dio che fa dell’amore l’unica misura,
l’ultima ragione, la sola speranza.
Se discepoli di questo Dio, facciamo bene a guardare spesso a quella croce segno
universale di amore misericordioso, non partigiano e settario segno di
appartenenza religiosa, ma misura dell’amore, modello del dono.
Se discepoli di questo re, non potremo sopportare nei  nostri atteggiamenti
ombre di dominio, stonature, fratture nei nostri rapporti.
Se discepoli, il potere, nella Chiesa, tra noi, con i fratelli, sarà sempre e solo servizio e l’ultimo
giudizio, nella morale, nella prassi del nostro essere cristiani, sarà sempre e solo l’amore.
Se discepoli, sappiamo che la Storia finirà bene, finirà in luce, finirà nelle braccia del Maestro
e questa Storia la vogliamo leggere e costruire nelle pieghe delle nostre piccole infinite storie,
la vogliamo prendere come metro di giudizio delle cose e delle persone.
Se discepoli, abbiamo fiducia perché abbiamo sperimentato sulla nostra pelle la misura
colma del suo amore devastante e rigenerante, fecondo e pieno di luce.
Se discepoli, siamo chiamati a costruire succursali del Regno, luoghi in cui la
diversità è ricchezza e l’amore l’unica legge.
L’amore l’unica legge, amici, senza ingenuità, senza sconti, senza paure, l’amore diventa la
misura del nostro essere, metro delle nostre scelte pastorali, scelte del nostro irrequieto vivere.
Chiuso l’anno, grazie, fratello Marco, discepolo di Pietro, per le belle cose che ci hai fatto vivere,
per il volto semplice e immediato di Gesù sperimentato dal rude pescatore di Cafarnao.
Da domenica prossima incontreremo  Luca, lo scriba della mansuetudine di Cristo.
Santa Domenica e buon Avvento a tutti Fausto.  

venerdì 23 novembre 2012

Il Vangelo del Sabato 24 Novembre 2012

Dal Vangelo secondo Luca (20,27-40) anno B.
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducei,
i quali negano che vi sia la risurrezione, e gli posero
questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto:
Se a qualcuno muore un fratello che ha moglie,
ma senza figli, suo fratello si prenda la vedova
e dia una discendenza al proprio fratello.
C'erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver

preso moglie, morì senza figli.
Allora la prese il secondo e poi il terzo e così

tutti e sette; morirono tutti senza lasciare figli.
Da ultimo anche la donna morì.
Questa donna dunque, nella risurrezione, di chi sarà moglie?

Poiché tutti e sette l'hanno avuta in moglie».
Gesù rispose: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito;
ma quelli che sono giudicati degni dell'altro mondo e della risurrezione dai morti,

non prendono moglie né marito; e nemmeno possono più morire, perché sono
uguali agli angeli e, essendo figli della risurrezione, sono figli di Dio.
Che poi i morti risorgono, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto,

quando chiama il Signore: Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe.
Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi; perché tutti vivono per lui».
Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene».
E non osavano più fargli alcuna domanda.

Parola del Signore.
Credere in un’altra vita, dopo la morte, può essere anche facile; del resto,
già prima di Gesù vi era questa fede, anche se  non in maniera esplicita.
Quello che, invece, risulta decisamente più difficile
è credere nella risurrezione dei morti.
Già, allora, vi erano gruppi che si opponevano risolutamente
a questa dottrina predicata da Gesù.
I sadducei, per l’appunto, rifiutavano questo insegnamento del Signore,
e per questo motivo lo interrogano riguardo una questione paradossale,
ma che serve in realtà a dimostrare l’assurdità della realtà della risurrezione.
La risposta di Gesù, però, non lascia dubbi; non si può valutare l’entità
della vita nuova da risorti, in quanto gli uomini non hanno criteri di paragone
per capire a fondo lo stato di beatitudine.
Se crediamo veramente, lo dobbiamo fare fino in fondo, tutto il resto non conta,
aiutiamoci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come

noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.


 

giovedì 22 novembre 2012

Il Vangelo del Venerdì 23 Novembre 2012

Dal Vangelo secondo Luca (19,45-48) anno B.
In quel tempo, Gesù entrato poi nel tempio,
si mise a scacciare quelli che vendevano,
dicendo loro: «Sta scritto:
La mia casa sarà casa di preghiera.
Ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri!».
Ogni giorno insegnava nel tempio.

I sommi sacerdoti e gli scribi cercavano
di farlo morire e così anche i capi del popolo;
ma non sapevano come fare, perché tutto il popolo
pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo.
Parola del Signore.
Il comportamento di Gesù, a prima vista, può disorientare.
Egli si pone sulla scia dei grandi profeti testamentari, i quali, più volte,
avevano predicato al popolo il ritorno ad un culto più puro, lontano da quei
fenomeni così aberranti che anche oggi si trovano vicino a tante Chiese e Santuari.
Dunque, ciò che interessa a Gesù non è manifestare la sua forza, quanto
ricordare che quel luogo è sacro e può essere dedicato solo ad un culto sincero.
Il fatto che Luca ponga questo brano prima del racconto della passione
è ulteriormente significativo; Gesù sta per iniziare un nuovo culto a Dio per
mezzo della sua passione e risurrezione, per cui non c’è più spazio per le vecchie
cianfrusaglie che indicano la presenza di un culto ormai morto.
Non circondiamoci di segni esteriori falsi, ma un segno grande nel nostro cuore,
l’amore per il Signore aiutandoci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come

noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.


 

mercoledì 21 novembre 2012

Il Vangelo del Giovedì 22 Novembre 2012

Dal Vangelo secondo Luca (19,41-44) anno B.
In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme,
alla vista della città, pianse su di essa, dicendo:
«Se avessi compreso anche tu,
in questo giorno, la via della pace.
Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi.
Giorni verranno per te in cui i tuoi nemici ti

cingeranno di trincee, ti circonderanno e ti stringeranno da ogni parte; abbatteranno
te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra,
perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata».
Parola del Signore.
Al di là del fatto storico predetto da Gesù, cioè la distruzione di Gerusalemme,
avvenuta nel 70 d.C., dobbiamo soffermarci su un particolare pieno di significato;
il Cristo, di fronte alla città santa, piange.
È un pianto dettato dal dolore di Dio che si trova di fronte alla chiusura
completa della città santa; è il dolore legato al fatto che nonostante sia
messo di fronte alla soluzione di tutte le proprie sofferenze, il popolo
oppresso rifiuta questa via di salvezza.
La cosa sintomatica è che questo pianto di Gesù avviene proprio dopo l’ingresso
messianico a Gerusalemme, dopo essere stato acclamato come figlio di Davide.
Gesù conosce i cuori delle persone sa che dietro quell’entusiasmo
c’è una chiusura ormai definitiva.
Non facciamo lo stesso sbaglio, apriamo il nostro cuore
al Signore attraverso la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come

noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.


 

martedì 20 novembre 2012

Il Vangelo del Mercoledì 21 Novembre 2012

Dal Vangelo secondo Luca (19,11-28) anno B.
In quel tempo, Gesù disse ancora una parabola,
perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano
che il regno di Dio dovesse
manifestarsi da un momento all'altro.
Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì

per un paese lontano per ricevere un titolo regale
e poi ritornare.
Chiamati dieci servi, consegnò loro dieci monete d’oro,

dicendo: fatele fruttare fino al mio ritorno.
Ma i suoi cittadini lo odiavano e gli mandarono dietro un'ambasceria a dire:
Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi.
Quando fu di ritorno, dopo aver ottenuto il titolo di re, fece chiamare i servi ai

quali aveva consegnato il denaro, per vedere quanto ciascuno avesse guadagnato.
Si presentò il primo e disse: Signore, la tua moneta d’oro ha fruttato altre dieci monete.
Gli disse: Bene, bravo servitore; poiché ti sei mostrato fedele nel poco,

ricevi il potere sopra dieci città.
Poi si presentò il secondo e disse: La tua moneta d’oro, signore,

ha fruttato altre cinque monete.
Anche a questo disse: Anche tu sarai a capo di cinque città.
Venne poi anche l'altro e disse: Signore, ecco la tua moneta d’oro,

che ho tenuta riposta in un fazzoletto; avevo paura di te che sei un uomo severo
e prendi quello che non hai messo in deposito, mieti quello che non hai seminato.
Gli rispose: Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio!

Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo
in deposito e mieto quello che non ho seminato:
perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca?
Al mio ritorno l'avrei riscosso con gli interessi.
Disse poi ai presenti: Toglietegli la moneta  e datela a colui che ne ha dieci
Gli risposero: Signore, ha già dieci monete!
Vi dico: A chiunque ha sarà dato; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha.
E quei miei nemici che non volevano che diventassi loro re,

conduceteli qui e uccideteli davanti a me».
Dette queste cose, Gesù proseguì avanti agli altri salendo verso Gerusalemme.

Parola del Signore.
Gesù sale verso Gerusalemme, luogo nel quale si compirà il suo destino;
eppure, non rinuncia a raccontare ai suoi questa parabola, che ha un
significato leggermente differente rispetto alla versione di Matteo.
Riflettiamo; che è questo popolo che rifiuta il re, se non il popolo eletto?
Israele avrebbe dovuto aprirsi alla salvezza portata da Gesù,
invece gli riservano la stessa sorte di tutti i profeti che, prima di Lui, hanno parlato
a nome di Dio, esprimendo forti richiami alla conversione e dal cambiamento della vita.
Ma ciò non deve porci nella situazione di dormire sugli allori; se non facciamo
fruttare quanto Dio ha investito in noi, riceveremo un trattamento duro,
poiché non abbiamo saputo mettere a disposizione degli altri i suoi doni.
Come dico sempre al ritorno dai nostri pellegrinaggi, facciamo fruttare
i doni ricevuti, condividiamoli con i nostri fratelli che incontriamo, facciamo
trasparire l’amore che abbiamo ricevuto dal Signore anche con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come

noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.


 

 

lunedì 19 novembre 2012

Il Vangelo del Martedì 20 Novembre 2012

Dal Vangelo secondo Luca (19,1-10) anno B.
Il quel tempo, Gesù entrò nella città di Gerico,
e la stava attraversando, quand’ecco un uomo
di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco,
cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli

riusciva a causa della folla,
poiché era piccolo di statura.
Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro,

poiché doveva passare di là.
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse:

«Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi
a casa tua».
In fretta scese e lo accolse pieno di gioia.
Vedendo ciò, tutti mormoravano: «E' andato ad alloggiare da un peccatore!».
Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei

beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
Gesù gli rispose: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch'egli è figlio di

Abramo; il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
Parola del Signore.
Il comportamento di Gesù ci lascia stupiti; Egli, infatti, sa benissimo a quale
categoria di persone appartiene Zaccheo, eppure sa vedere al di là delle apparenze
Egli nota che il ricco pubblicano si è arrampicato sull’albero, incurante dello
scherno dei presenti e ha visto in lui una sincera ricerca di salvezza.
Per questo, Dio deve entrare in casa sua; la salvezza portata da Gesù
non conosce confini di categoria o di conto in banca.
La persona di Zaccheo permette a Gesù di esprimere il senso profondo della sua missione;
Egli è venuto a cercare proprio coloro che tutti ritenevano perduti e senza speranza.
Siamo capaci anche noi di dare fiducia a coloro ai quali nessuno ne darebbe’
Eppure Gesù ha fatto proprio così, anche con noi!
Coraggio, magari oggi è proprio il giorno che Gesù ha scelto per
entrare in casa nostra, prepariamoci ad accoglierlo pregando.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come

noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.

domenica 18 novembre 2012

Il Vangelo del Lunedì 19 Novembre 2012

Dal Vangelo secondo Luca (18,35-43) anno B.
Mentre Gesù si avvicinava a Gerico, un cieco era seduto
a mendicare lungo la strada a mendicare.
Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse.
Gli risposero: «Passa Gesù il Nazareno!».
Allora incominciò a gridare: «Gesù, figlio di Davide,

abbi pietà di me!».
Quelli che camminavano avanti lo sgridavano,

perché tacesse; ma lui continuava ancora più forte:
«Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù allora si fermò e ordinò che glielo conducessero.

Quando gli fu vicino, gli domandò:
«Che vuoi che io faccia per te?».
Egli rispose: «Signore, che io riabbia la vista».
E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato».
Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo lodando Dio.

E tutto il popolo, alla vista di ciò, diede lode a Dio.
Parola del Signore.
Il cieco di Gerico non aveva più nulla da perdere; non una reputazione,
non l’essere interessante di fronte agli altri, e nemmeno la dignità.
Del resto, il suo handicap fisico lo aveva già emarginato dalla società in cui viveva,
per cui nessuno si preoccupava della sua persona.
Proprio per questo, egli è l’esempio migliore di come si possa pregare con fede;
grida per attirare l’attenzione di Gesù, incurante dei rimproveri dei benpensanti.
Gesù, che legge nel cuore, sente in quelle grida scomposte il seme di una vera
fede nella sua persona, e proprio grazie a questa fede il cieco riacquista la vista.
Quando chiediamo qualcosa a Dio, quanto ci condiziona il rispetto umano,
o la paura di perdere la faccia davanti agli altri nel manifestare la nostra fede?
Pensiamoci su!
Non dobbiamo avere paura o vergogna di manifestare la nostra fede, ma piuttosto
gridiamola sui tetti, per riuscire a farlo prendiamo coraggio nella preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come

noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.

sabato 17 novembre 2012

Il Vangelo della 33° Domenica de lTempo Ordinario

Dal Vangelo secondo Marco (13,24-32) anno B.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
“In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole
si oscurerà e la luna non darà più il suo splendore
e gli astri si metteranno a cadere dal cielo
e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle

 nubi con grande potenza e gloria.
Ed egli manderà gli angeli e riunirà i suoi eletti dai quattro

venti, dall'estremità della terra fino all'estremità del cielo.
Dalla pianta di fico imparate questa parabola:

quando ormai il suo ramo si fa tenero e mette le foglie,
voi sapete che l'estate è vicina; così anche voi,
quando vedrete accadere queste cose, sappiate che
egli è vicino, alle porte.
In verità vi dico: non passerà questa generazione

prima che tutte queste cose siano avvenute.
Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
Quanto poi a quel giorno o a quell'ora, nessuno li conosce,

neanche gli angeli nel cielo, e neppure il Figlio, ma solo il Padre”.
Parola del Signore.
Siamo alla fine dell’anno liturgico, stiamo per salutare l’amico Marco e Pietro,
suo maestro.
Domenica prossima affronteremo la sconcertante festa della regalità di Cristo,
poi ci sarà l’Avvento per prepararci a sopravvivere alla tragedia del Natale
(non che sia una tragedia, è che così l’abbiamo ridotto!).
Le ultime settimane a me hanno segnato l’anima; quell’amore da accogliere
e dare, la povertà che diventa dono.
Oggi, invece, la Parola ci orienta in una direzione ostica e impegnativa,
c’invita a guardare avanti e altrove e con un altro sguardo.
È uno dei temi più trascurati della fede cristiana, essendo la Chiesa tutta intenta,
in questi fragili tempi, ad andare all’essenziale; è il tema del futuro, della fine del mondo.
Che cosa succederà domani?
Come andrà a finire la Storia? Che ne sarà di noi?
Predicazioni medievali e film di serie B ci rappresentano la fine del mondo come un
delirio di fiamme e di distruzione, come il sommo giudizio finale fatto di caligine e di paura.
La colpa di questa interpretazione approssimativa è del linguaggio apocalittico
usato da alcuni libri della Scrittura, come il brano di Daniele che leggiamo oggi,
fatto di forti immagini da non prendere alla lettera.
Ciò che i cristiani hanno capito è semplice; Cristo, risorto e asceso al Padre,
tornerà nella pienezza dei tempi, tornerà per completare il suo Regno, le anime
dei nostri defunti riprenderanno i propri corpi trasfigurati e risorti e sarà la pienezza.
Nel frattempo—e questa è una nota dolente—Dio ha affidato alla Chiesa
con le sue fragilità il compito di far crescere il Regno.
San Paolo si chiedeva; perché Cristo tardasse tanto, avendo le comunità
una fortissima tensione per il ritorno del Signore.
La sua risposta è emblematica; se Cristo è il capo, la testa, e noi siamo membra
di un corpo, Egli tornerà solo quando tutto il corpo sarà sviluppato e pronto.
Questo è il tempo della Chiesa.
Non il tempo di restare seduti e aspettare (come sta succedendo), ma di
annunciare il vangelo, finche il Signore torni.
Una corrente del pensiero ebraico contemporaneo invita tutti, anche i non ebrei,
a comportarsi secondo rettitudine, per accelerare la venuta del Messia, per noi il ritorno.
Non è una ragione sufficiente per cambiare il mondo a partire da noi stessi?
Gesù ci ammonisce; la costruzione del Regno non è necessariamente semplice,
non è un passaggio di gloria, essere travolti dal vangelo e iniziare il cammino
di discepolato significa porsi in un atteggiamento di cambiamento perpetuo,
di fatica nell’affrontare le contraddizioni del sé e del mondo.
Il Regno subisce violenza,  non si manifesta con adunate oceaniche e opere mirabolanti.
Nel segno della contraddizione, della fatica si trova il Regno, fra il già e il
non ancora, allontanandoci dalla logica manageriale del successo ad ogni costo.
Gli angeli radunano i discepoli dai quattro angoli della terra, coloro che affrontano
con serenità la costruzione del Regno vengono radunati e sostenuti.
Solo la Parola e la certezza di avere sperimentato Dio o di averne intuito la presenza
ci fanno andare avanti tra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio.
È per me segno d’immensa consolazione, accorgermi di quanto bene il Signore
stia facendo nei vostri cuori e di come la Parola sia ormai la luce per molti
cercatori di Dio e consolazione per gli sconfitti.
La Parola, che non passa, ci dice che il Signore è alla porta e chiede di entrare.
Non è facile vederlo, naturalmente.
Ma intravvedo l’opera straordinaria che il Signore compie in me e in voi.
Arresi alla Parola, nonostante la fatica, il dolore, la logica del mondo che ancora
alberga nei nostri cuori, nei nostri giudizi, vedo lo Spirito che avanza
e dice alla sua sposa, la Chiesa; vieni!
Io la vedo così; e voi?
Santa Domenica con la Parola del Signore; Fausto.

venerdì 16 novembre 2012

Il Vangelo del Sabato 17 Novembre 2012

Dal Vangelo secondo Luca (18,1-8) anno B.
In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola
sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi:
«C'era in una città un giudice, che non temeva Dio
e non aveva riguardo per nessuno.
In quella città c'era anche una vedova, che andava da lui

e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario.
Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé:

Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno,
poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia,

perché non venga continuamente a importunarmi».
E il Signore soggiunse: «Avete udito ciò che dice

il giudice disonesto.
E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno

e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare?
Vi dico che farà loro giustizia prontamente.

Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».
Parola del Signore.
Avere fede non è una questione di rapporto intimistico da vivere tra noi e Dio in
maniera segreta e nascosta; significa invece assumere degli atteggiamenti ben precisi.
Gesù utilizza l’esempio della vedova per mostrare come la sua insistenza importuna
alla ha la meglio persino sulla durezza di cuore del giudice iniquo; e la nostra fede
sa essere così insistente presso il trono di Dio da ricevere le grazie che gli chiediamo?
Ci crediamo abbastanza al fatto che Dio è pronto a fare giustizia a coloro che gridano a Lui?
Forse, il nostro problema è proprio quello; le nostre preghiere
non sono grida di speranza o di dolore, che toccano il cuore di Dio.
Ma tutt’al più sono guaiti, lamenti a bassa voce e versi fatti senza nessuna convinzione.
Coraggio allora, facciamo uscire dalla nostra bocca le urla disperate nella preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come

noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.


 

giovedì 15 novembre 2012

Il Vangelo del Venerdì 16 Novembre 2012

Il Vangelo secondo Luca (17,26-37) anno B.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Come
avvenne al tempo di Noè, così sarà nei giorni
del Figlio dell'uomo: mangiavano, bevevano,
si ammogliavano e si maritavano, fino al giorno in
cui Noè entrò nell'arca e venne il diluvio e li fece
perire tutti”.
Come avvenne anche al tempo di Lot: mangiavano, bevevano, compravano,
vendevano, piantavano, costruivano; ma nel giorno in cui Lot uscì
da Sòdoma piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece perire tutti.
Così sarà nel giorno in cui il Figlio dell'uomo si rivelerà.
In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza, se le sue cose sono in casa,
non scenda a prenderle; così chi si troverà nel campo, non torni indietro.
Ricordatevi della moglie di Lot.
Chi cercherà di salvare la propria vita la perderà, chi invece la perde la salverà.
Vi dico: in quella notte due si troveranno in un letto: l'uno verrà preso e l'altro lasciato;
due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l'una verrà presa e l'altra lasciata».
Allora i discepoli gli chiesero: «Dove, Signore?». Ed egli disse loro:
«Dove sarà il cadavere, là si raduneranno anche gli avvoltoi».
Parola del Signore.
Le parole di Gesù sono misteriose, ma non dobbiamo lasciarci spaventare,
come se predicassero chissà quali catastrofi.
Gesù dice che gli uomini, ora come allora, vivono nella disobbedienza e nel peccato nella
più assoluta naturalezza, insensibili ad ogni richiamo ed avvertimento da parte di Dio.
L’indifferenza avvolge ogni comportamento contrario alla legge di Dio,
per cui non esiste più il limite di ciò che è lecito da ciò che non lo è.
Di fronte a questa situazione, Gesù invita i suoi, coloro che sono fedeli alla sua legge,
ad essere vigilanti e pronti, come Noè e come Lot; non si devono avere rimpianti
di nessun genere, ma ci si deve incamminare con ancora maggior decisione
sulla strada di Dio, per vivere nella giustizia e nella santità.
Attenzione al pericolo inondazioni, facciamo come Noè,
costruiamoci l’arca con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.
 

mercoledì 14 novembre 2012

Il Vangelo del Giovedì 15 Novembre 2012

Dal Vangelo secondo Luca (17,20-25) anno B.
In quel tempo, i farisei domandarono a Gesù:
«Quando verrà il regno di Dio?», rispose:
«Il regno di Dio non viene in modo da attirare

l'attenzione, e nessuno dirà: Eccolo qui, o:
eccolo là. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi!».
Disse ancora ai discepoli: «Verrà un tempo in cui

desidererete vedere anche uno solo dei giorni
del Figlio dell'uomo, ma non lo vedrete.
Vi diranno: Eccolo là, o: eccolo qua; non andateci, non seguiteli.
Perché come il lampo, guizzando, brilla da un capo all'altro del cielo,

così sarà il Figlio dell'uomo nel suo giorno.
Ma prima è necessario che egli soffra molto

e venga ripudiato da questa generazione.
Parola del Signore.
Molti cristiani sono convinti che Dio si debba manifestare in maniera
miracolosa ed eclatante; è questo il motivo per cui tanti vanno
continuamente alla ricerca di Santi—o presunti tali—che possano
fare profezie catastrofiche e che prometono tempi migliori,
nei quali i buoni vengano premiati e i cattivi puniti.
In realtà, questo non è assolutamente lo stile di Dio.
Il suo regno infatti, si manifesta in maniera discreta e silenziosa,
tanto che pochi si accorgono della sua presenza.
Gesù, che del regno di Dio conosce i segreti, ci aiuta a non lasciarci
sviare da dottrine o da presunte profezie che creano soltanto confusione;
se abbiamo gli occhi illuminati dalla fede, non ci sarà difficile
scorgere i segni del regno dei cieli attorno a noi.
Apriamo gli occhi, perché vi entri la luce di Cristo e poter scorgere
il suo Regno di Gloria, diventerà più facile se preghiamo.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come

noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.