Dal Vangelo secondo
Luca (19,1-10) anno C
In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gerico ela stava attraversando,
In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gerico ela stava attraversando,
quand'ecco un uomo, di nome
Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco,
cercava di vedere chi era
Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla,
perché era piccolo di statura.
Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo,
salì su un sicomòro, perché
doveva passare di là.
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito,
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito,
perché oggi devo fermarmi a
casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia.
Vedendo ciò, tutti
mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».
Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò
Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò
che possiedo ai poveri e, se
ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza,
Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza,
perché anch'egli è figlio di
Abramo.
Il Figlio dell'uomo infatti è
venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
Parola del Signore.
Parola del Signore.
L’anno liturgico si
sta concludendo, tra poche domeniche celebreremo la
festa di Cristo Re,
per poi iniziare un nuovo anno accompagnati, questa volta,
dal grande Matteo, il
pubblicani convertito al Regno.
E ancora di
pubblicani si parla oggi, dopo l’inquietante parabola di domenica
scorsa della
preghiera del fariseo e del pubblicano.
Luca, che ha
conosciuto Gesù attraverso la predicazione di Paolo, Luca pagano,
abituato a sentir
parlare dei capricci delle divinità greche, si era convertito
al volto
misericordioso del Dio di Paolo.
Prima di salutarci, e
di affidarci a Levi, vuole ancora raccontarci di un
tale Zaccheo, di
Gerico, storico scrupoloso qual è, Luca non si è lasciato
sfuggire questo splendido
incontro che gli altri evangelisti, invece, trascurano.
Zaccheo è un manager
riuscito; ha fatto soldi a palate, grazie all’appalto
delle tasse
dall’invasore romano.
Un usuraio, diremmo
oggi, un furbo senza scrupoli come i caimani che
squartano la finanza
italiana, al centro il profitto, il resto è relativo.
È rispettato, temuto
dai suoi concittadini; basta un suo gesto e i soldati
romani intervengono;
forse, mi immagino, nella sua spregiudicatezza si è
vendicato delle prese
in giro del tempo della scuola, a causa della sua statura.
È rimasto basso di
statura, Zaccheo; ora però, coloro che lo denigravano
abbassano lo sguardo
quando lo incrociano.
Ma è rimasto solo.
La ricchezza e il
potere sono avari di amici e di gratuità.
Zaccheo ha sentito
parlare del Galileo, quel tale Nazareno che la gente
crede un guaritore,
un profeta.
Si dice che passerà
da Gerico, l’antichissima città che sorge sulle rive del mar Morto.
Zaccheo è piccolo.
Di statura, certo, ma
di cuore, soprattutto; per vedere Gesù deve salire su un albero.
Meglio, così potrà
vedere senza essere visto…
Ha una vita di fede,
Zaccheo?
Non ci viene detto
ma, a naso, possiamo dire che Dio non è il suo principale problema.
C’è movimento, la
folla si agita, vede le braccia che si alzano al cielo, le grida dei bambini.
Stringe gli occhi,
ora lo vede, il Nazareno è proprio lì, a qualche metro da lui.
E accade l’inatteso,
Rabbì Gesù lo stana, lo vede, gli sorride; scendi, Zaccheo,
scendi subito, vengo
da te.
Zaccheo è interdetto;
come fa a conoscere il suo nome?
Cosa vuole da lui?
Forse lo ha confuso con qualcun altro?
Non importa, Zaccheo
scende di corsa. Perché?
Il fascino di Gesù lo
ha riempito? Intuisce qualcosa?
Gesù non giudica né teme
il giudizio dei benpensanti di ieri e di oggi;
va a casa sua, si
ferma, porta salvezza.
Zaccheo è confuso,
turbato, vinto; in dieci minuti la sua vita è cambiata,
il famoso Gesù è
venuto a casa sua.
Si sente ribaltato
come un calzino, Zaccheo.
Proprio lui cercava
Gesù, non si è sbagliato di persona.
Proprio lui voleva,
non c’è dubbio.
Gesù non ha posto
condizioni, è venuto a casa di un peccatore incallito.
Zaccheo fa un
proclama che lo porterà alla rovina; restituisce quattro
volte ciò che ha
rubato, ma che importa?
È salvo ora. Non più
solo sazio, solo temuto, solo potente.
No, è salvo,
discepolo, finalmente.
Lui, temuto e odiato,
ora è discepolo.
Che grande è Dio!
Zaccheo siamo noi;
travolti dal delirio quotidiano, concentrati a riuscire,
frustrati perché non
riusciti.
Zaccheo sono io che do
retta alle sirene intorno a me, sirene che mi chiedono
sempre di più, sempre
il massimo; al lavoro, a casa, nell’aspetto fisico.
La fede non importa
poi molto, sì, un po’ di curiosità, qualche solletico
che tratta Dio come
una serva e mette me, io, al centro dell’universo.
Eppure Dio ci ripensa
lì dove crediamo di essere arrivati.
Dio ci stana, ci
rincorre, ci tampina, ci prende.
Perché ci ama,
davvero; Lui sì, ci ama come siamo.
Cosa ci dice, infine
Luca?
Anzitutto; Dio ci
cerca, Lui prende l’iniziativa; Dio ci ama, senza giudicarci.
È noi cerchiamo colui
che ci cerca.
La nostra vita è una
specie di rimpiattino, lasciamoci raggiungere, finalmente!
Non cediamo alle
lusinghe di chi ci fa credere di valere solo se produciamo
o compriamo o
lottiamo.
Zaccheo è arrivato,
realizzato, ma il suo cuore è microscopico.
Quale immensità dona Dio
se Zaccheo butta tutto al vento?
Non gli importa più
nulla; ora vola, ora sa, ora è discepolo amato, finalmente.
Una seconda
annotazione; Gesù non giudica Zaccheo, lo aspetta.
L’amore di Dio
precede la nostra conversione.
Dio non ci ama poiché
siamo buoni ma, amandoci, ci rende buoni.
Gesù non chiede;
dona, senza condizioni.
Se Gesù avesse detto:
“Zaccheo, so che sei un ladro; se restituisci ciò che hai rubato
quattro volte tanto,
vengo a casa tua”, credetemi, Zaccheo sarebbe rimasto sull’albero.
Dio precede la nostra
conversione, la suscita, ci perdona prima
del pentimento, e il suo
perdono ci converte;
è talmente inaudita e inattesa la salvezza che ci porta a conversione.
Perciò; chi vuole
seguire Gesù batta un colpo, scenda dall’albero, si schieri.
Non importa chi siamo
né quanta strada abbiamo fatto o che errori portiamo nel cuore.
Non importa se
scrutiamo il passaggio di Gesù per curiosità.
Oggi, adesso, Lui
vuole entrare nella nostra casa; e rimanerci!
Santa Domenica Fausto.
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