martedì 19 novembre 2013

Il Vangelo del Mercoledì 20 Novembre 2013

Dal Vangelo secondo Luca (19,11-28) anno C.
In quel tempo, Gesù disse una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed
essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all'altro.
Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano,
per ricevere il titolo di re e poi ritornare.
Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d'oro,
dicendo: "Fatele fruttare fino al mio ritorno".
Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione
a dire: "Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi".
Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui
aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato.
Si presentò il primo e disse: "Signore, la tua moneta d'oro ne ha fruttate dieci".
Gli disse: "Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco,
ricevi il potere sopra dieci città".
Poi si presentò il secondo e disse: "Signore, la tua moneta d'oro ne ha fruttate cinque".
Anche a questo disse: "Tu pure sarai a capo di cinque città".
Venne poi anche un altro e disse: "Signore, ecco la tua moneta d'oro, che ho tenuto
nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi
quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato".
Gli rispose: "Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio!
Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in
deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato
il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l'avrei riscosso con gli interessi".
Disse poi ai presenti: "Toglietegli la moneta d'oro e datela a colui che ne ha dieci".
Gli risposero: "Signore, ne ha già dieci!". "Io vi dico: A chi ha, sarà dato;
invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha.
E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli
qui e uccideteli davanti a me"».
Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme.
Parola del Signore.
Ciò che Gesù voleva che fosse chiaro per i suoi contemporanei non era tanto
quando sarebbe avvenuta la manifestazione del regno di Dio; piuttosto,
ciò che era davvero importante per Lui era la qualità dell’attesa di tale evento.
Per questo motivo, egli racconta una parabola che affronta due temi ben specifici;
il primo racconta del rifiuto del popolo eletto di accogliere colui che Dio
stesso ha inviato, cioè suo Figlio.
Il secondo, invece, narra della necessità di non sprecare il tempo con paure
o timori inutili; esso è un dono, e come tale va utilizzato in ogni modo
per diffondere l’annuncio di salvezza.
È davvero un peccato rendersi conto, alla fine della vita, di aver fatto tante cose,
ma di aver in realtà sprecato il tempo per l’unica cosa necessaria da fare,
e che non abbiamo fatto.
Non sprechiamo tempo in cose banali, ma utilizziamolo per le cose
del Signore aiutandoci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come                                                  
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,                                                       
ma liberaci dal male. Amen.                                                                                                                          
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.                                                                                             
Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.


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