sabato 15 giugno 2013

Il Vangelo dell'11° Domenica del Tempo Ordinario

 Dal Vangelo secondo Luca (7,36-50.8,1-3) anno C.
In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui.
Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola.
Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava
nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato;
e fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui e cominciò a bagnarli di lacrime,
poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato.
A quella vista il fariseo che l'aveva invitato pensò tra sé. «Se costui fosse un profeta,
saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice».
Gesù allora gli disse: «Simone, ho una cosa da dirti». Ed egli: «Maestro, dì pure».
«Un creditore aveva due debitori: l'uno gli doveva cinquecento denari, l'altro cinquanta.
Non avendo essi da restituire, condonò il debito a tutti e due.
Chi dunque di loro lo amerà di più?».
Simone rispose: «Suppongo quello a cui ha condonato di più».
Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene».
E volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna?
Sono entrato nella tua casa e tu non m'hai dato l'acqua per i piedi; lei invece
mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli.
Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono
entrato non ha cessato di baciarmi i piedi.
Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato,
ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi.
Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati,
poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco».
Poi disse a lei: «Ti sono perdonati i tuoi peccati».
Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è quest'uomo
che perdona anche i peccati?».
Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; và in pace!».
In seguito egli se ne andava per le città e i villaggi, predicando
e annunziando la buona novella del regno di Dio.
C'erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti
cattivi e da infermità: Maria di Màgdala, dalla quale erano usciti sette demòni,
Giovanna, moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e molte altre,
che li assistevano con i loro beni.
Parola del Signore.
Immenso Luca, immenso Gesù!
Che bello iniziare la nostra settimana leggendo lo splendido episodio
accaduto in casa di Simone il fariseo!
Una lezione straordinaria per ognuno di noi, cercatori di Dio, concittadini dei santi,
chiamati ad andare all’essenziale, come dicevamo domenica scorsa.
E l’essenziale è la tenerezza di Dio.
Simone ha del fegato; invita il chiacchierato Gesù a tavola con lui.
Un bel gesto, non c’è che dire, Simone si schiera, guarda con curiosità
a questo bizzarro profeta, non vuole confermare la sensazione di chiusura
e intransigenza che aleggia intorno ai farisei.
È lì, nel bel mezzo del pasto, che avviene il fattaccio.
Una prostituta entra e si mette a piangere ai piedi di Gesù.
Attimo di imbarazzo, Simone sorride forzatamente.
Il suo ragionamento non fa una grinza; per non contrarre l’impurità
occorreva restare a due metri di distanza da donne come quella.
Se Gesù si fa toccare vuol dire che non ha capito che tipo di donna
è quella donna lì e che, quindi, Gesù è un profeta fasullo.
Gesù capisce e interviene.
Da grande educatore qual è, aiuterà Simone a capire, senza offenderlo, senza forzarlo.
Siamo tutti tendenzialmente moralisti e, se siamo cristiani,
rischiamo di esserlo molto di più.
Moralista è chi giudica con la legge nel cuore, non con Dio nel cuore.
Moralista è chi si scandalizza sempre e solo del peccato altrui,
trovando sempre mille giustificazioni per il proprio.
Gesù vede il pericolo attraverso il cuore del possibile discepolo Simone.
Deve intervenire, senza offenderlo.
Se Gesù avesse detto, stizzito: “Simone, brutta linguaccia, che fai?”,
avrebbe messo il fariseo sulle difensive.
No, Gesù, grande educatore, chiede a Simone di mettersi nei suoi panni.
La parabola dei due debitori, uno che deve dieci euro e l’altro che ne deve
centomila, entrambi condonati, porta Simone sulla strada giusta;
il più felice e grato sarà il più grosso debitore.
Questa donna ha peccato, certo.
Ma ha anche molto amato, perciò viene perdonata.
Dio preferisce i discepoli che sbagliano per eccesso che non
quelli che mantengono un basso profilo per difetto.
Noi siamo i discepoli perdonati, che giudicano col cuore di Cristo,
non con la legge ( qualunque legge, anche quella religiosa).
Noi siamo perdonati, come la prostituta, se siamo capaci di amare molto.
Dobbiamo essere figli della misericordia, amici, per rendere gloria al misericordioso.

Santa Domenica, Fausto. 

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