martedì 4 dicembre 2012

Il Vangelo del Mercoledì 5 Dicembre 2012

Dal Vangelo secondo Matteo (15,29-37) anno C.
In quel tempo, Gesù giunse presso il mare
di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò.
Attorno a lui si radunò molta folla recando con sé

zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati;
li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì.
E la folla era piena di stupore nel vedere i muti

che parlavano, gli storpi raddrizzati,
gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano.
E glorificava il Dio di Israele.
Allora Gesù chiamò a sé i discepoli e disse: «Sento compassione di questa folla:

ormai da tre giorni mi vengono dietro e non hanno da mangiare.
Non voglio rimandarli digiuni, perché non svengano lungo la strada».
E i discepoli gli dissero: «Dove potremo noi trovare in un deserto tanti

pani da sfamare una folla così grande?».
Ma Gesù domandò: «Quanti pani avete?».

Risposero: «Sette, e pochi pesciolini».
Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, Gesù prese i sette

pani e i pesci, rese grazie, li spezzò, li dava ai discepoli,
e i discepoli li distribuivano alla folla.
Tutti mangiarono e furono saziati. Dei pezzi avanzati

portarono via sette sporte piene.
Parola del Signore.
Il racconto della seconda moltiplicazione dei pani è più sobrio del precedente.
Lo stesso miracolo sembra più contenuto; si tratta solo di quattromila
persone sfamate e le ceste avanzate sono solo sette, non dodici.
Questa volta l’iniziativa parte direttamente da Gesù.
È Lui che chiama i discepoli, confidando loro tutta la sua compassione per
la folla che lo segue.
Egli vuole che i discepoli abbiano gli stessi suoi sentimenti.
Anche noi dobbiamo continuare ad ascoltare la Parola evangelica
per apprendere l’amore e la compassione di Gesù.
I discepoli, pieni delle loro convinzioni, ancora una volta non capiscono.
Dicono a Gesù che è poco realista, che è un po’ illuso.
Essi invece ragionano con saggezza, con la testa sulle spalle.
In verità, il loro realismo—come il realismo di tutti noi—non
permette neppure di immaginare l’impossibile.
Gesù si fa portare quel poco che hanno.
Questa volta i pani sono sette. E li moltiplica.
È la seconda volta che avviene il miracolo.
Se per un certo verso continua la cecità avara dei discepoli,
per fortuna continua anche la misericordia senza limiti del Signore.
L’importante è mettere nelle sue mani quel poco che abbiamo.
Gesù lo farà fruttare sempre.
Offriamo anche noi, allora, la nostra piccola fede, nelle sue
mani diventerà grande, facciamolo anche attraverso la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come

noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.

Nessun commento:

Posta un commento