lunedì 3 dicembre 2012

Il Vangelo del Martedì 4 Dicembre 2012

Dal Vangelo secondo Luca (10,21-24) anno C.
In quello stesso istante Gesù esultò di gioia nello
Spirito Santo e disse: «Io ti rendo lode, Padre,
Signore del cielo e della terra, che hai nascosto
queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate
ai piccoli.
Sì, Padre, perché così a te è piaciuto.
Ogni cosa mi è stata affidata dal Padre mio e

nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui
al quale il Figlio lo voglia rivelare».
E volgendosi ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che

vedono ciò che voi vedete.
Vi dico che molti profeti e re hanno desiderato vedere ciò che voi vedete,

ma non lo videro, e udire ciò che voi udite, ma non l'udirono».
Parola del Signore.
Non è raro, trovare gente che non riesce ad apprezzare l’esistenza
che conduce, l’ambiente, la città, la cultura, il paesaggio, le possibilità
di vita di cui possiamo godere.
È una tendenza più forte di noi.
Da bambini e forse anche adesso, ci sembrava sempre più buona la minestra della zia.
Da grandi al gusto uniamo il lamento, al lamento l’abitudine, all’abitudine l’ingratitudine
e in questa sequenza non sappiamo più godere delle cose semplici della vita.
Non scorgiamo più il miracolo di un giorno nuovo che comincia, la gioia di godere
della salute, la bellezza di avere forza per fare tante cose.
Quando non le avremo  più, saremo una lagna per tutti quelli che incontriamo.
È un difetto anche nella nostra società ingrassata a dismisura; non siamo mai
contenti di niente, non apprezziamo quello che abbiamo.
Gesù probabilmente nella sua predicazione si è scontrato con gente che non riusciva
a capire la grandezza di quello che stava accadendo con la sua presenza nel mondo.
Avevano aspettato per secoli un segno, un futuro diverso,
un messia e si erano stufati di attenderlo.
Quando è arrivato, non lo hanno riconosciuto.
Ma tra la folla che lo seguiva c’era gente semplice senza tante
strutture di pensiero o gabbie di abitudini.
Solo questi lo hanno capito, hanno saputo scorgere in lui la novità
di un Dio amabilissimo e vicino, di una Parola che va dritta al cuore.
Gesù ringrazia il Padre, perché ha tenuto nascoste la Parola ai sapienti, perché?
Perché erano troppo pieni di sé!
Avrebbero desiderato udire quel che voi udite e non l’udirono, conoscere la
bellezza del Vangelo e invece si sono accontentati dei talk-show o delle fiction.
Quando siamo troppo pieni di noi, perdiamo la saggezza della vita.
C’è una possibilità nel nostro mondo di poter tornare ad apprezzare
la bellezza della nostra fede?
O ci chiediamo di farci sbattezzare?
Sicuramente sì, se tendiamo la vita come un arco.
È una speranza da nutrire.
Domanda; ma dove la trovo?
Nel Vangelo che è Parola del Signore e, nella preghiera.
Cominciamo subito.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come

noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.

 

Nessun commento:

Posta un commento