martedì 28 ottobre 2014

Il Vangelo del Mercoledì 29 Ottobre 2014

Dal Vangelo secondo Luca (13,22-30) anno A.
In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e
villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme.
Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?».
Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta,
perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare,
ma non ci riusciranno.
Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta,
voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta,
dicendo: "Signore, aprici!".
Ma egli vi risponderà: "Non so di dove siete".
Allora comincerete a dire: "Abbiamo mangiato e bevuto
in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze".
Ma egli vi dichiarerà: "Voi, non so di dove siete.
Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!".
Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete
Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno
di Dio, voi invece cacciati fuori.
Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e
da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio.
Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono
primi che saranno ultimi».
Parola del Signore.
Uno dei rapporti più difficili da gestire è proprio
quello tra genitori e figli.
Differenze di opinioni, di generazioni e di scelte
rendono davvero difficile una relazione che, per sua
natura, è davvero bella e ricca.
Eppure, secondo san Paolo, basta davvero poco per
essere felici in famiglia; tutto è fondato sul rispetto,
sulla delicatezza e sul muto e reciproco ascolto.
Tutti questi atteggiamenti non sono sfaccettature d’unica
realtà che chiama amore?
Allora, certe volte basta semplicemente avere il coraggio
di accogliersi così come si è, anche con i propri limiti e
non pretendendo di fare gli altri (sia genitori sia figli),
a propria immagine e somiglianza.
È solo così che la pace e la benedizione di Dio riposa
sulle nostre famiglie.
Perciò, la salvezza che Gesù ci dona non è legata a
nessun titolo di appartenenza; non siamo salvi perché
qualche volta abbiamo ascoltato la Messa, o perché abbiamo
fatto qualche offerta ai poveri, o perché abbiamo dato
una mano in parrocchia.
Di fronte a Dioo, questo non dà diritto a nessun trattamento
particolare; piuttosto, quello che ha valore di fronte
a Lui è l’impegno continuo che ciascuno di noi mette per
partecipare alla sua mensa eterna, godendo di Lui nell’eternità.
Allora, nella vita cristiana non esiste un minimo da fare per
essere a posto; questo discorso sa troppo di commercio egoistico.
La grazia di Dio non è qualcosa che si può comprare; rischiamo
sentire le parole di Gesù, che indicano la mancanza assoluta
di relazione tra noi e Lui.
Ed allora per riuscire a relazionarsi con Lui, dobbiamo pregare.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo 
così in terra. 
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i 
nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, 
e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto 
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei secoli 
dei secoli. Amen.
Buona giornata.
   


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