giovedì 17 aprile 2014

Il Vangelo del Venerdì Santo 18 Aprile 2014

P
assione di Gesù Cristo secondo Giovanni (18,1- 19,42) anno A.
Catturarono Gesù e lo legarono
In quel tempo, Gesù uscì con i suoi discepoli al di là del torrente Cèdron,
dove c'era un giardino, nel quale entrò con i suoi discepoli.
Anche Giuda, il traditore, conosceva quel luogo, perché Gesù
spesso si era trovato là con i suoi discepoli.
Giuda dunque vi andò, dopo aver preso un gruppo di soldati
e alcune guardie fornite dai capi dei sacerdoti e dai farisei,
con lanterne, fiaccole e armi.
Gesù allora, sapendo tutto quello che doveva accadergli,
si fece innanzi e disse loro: «Chi cercate?».
Gli risposero: «Gesù, il Nazareno». Disse loro Gesù: «Sono io!».
Vi era con loro anche Giuda, il traditore.
Appena disse loro «Sono io», indietreggiarono e caddero a terra.
Domandò loro di nuovo: «Chi cercate?».
Risposero: «Gesù, il Nazareno».Gesù replicò: «Vi ho detto: sono io.!
Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano»,
perché si compisse la parola che egli aveva detto: «Non ho
perduto nessuno di quelli che mi hai dato».
Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori, colpì il
servo del sommo sacerdote e gli tagliò l'orecchio destro.
Quel servo si chiamava Malco.
Gesù allora disse a Pietro: «Rimetti la spada nel fodero:
il calice che il Padre mi ha dato, non dovrò berlo?».
Lo condussero prima da Anna
Allora i soldati, con il comandante e le guardie dei Giudei,
catturarono Gesù, lo legarono e lo condussero prima da Anna:
egli infatti era suocero di Caifa, che era sommo sacerdote quell'anno.
Caifa era quello che aveva consigliato ai Giudei: «È conveniente
che un solo uomo muoia per il popolo».
Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme a un altro discepolo.
Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote ed entrò
con Gesù nel cortile del sommo sacerdote. Pietro invece si
fermò fuori, vicino alla porta.
Allora quell'altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori,
parlò alla portinaia e fece entrare Pietro. E la giovane portinaia
disse a Pietro: «Non sei anche tu uno dei discepoli di quest'uomo?».
Egli rispose: «Non lo sono».
Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva
freddo, e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scaldava.
Il sommo sacerdote, dunque, interrogò Gesù riguardo ai suoi
discepoli e al suo insegnamento.
Gesù gli rispose: «Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre
insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono,
e non ho mai detto nulla di nascosto.
Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho
detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto».
Appena detto questo, una delle guardie presenti diede uno schiaffo
a Gesù, dicendo:«Così rispondi al sommo sacerdote?».
Gli rispose Gesù: «Se ho parlato male, dimostrami dov'è il male.
Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?».
Allora Anna lo mandò, con le mani legate, a Caifa, il sommo sacerdote.
Non sei anche tu uno dei suoi discepoli? Non lo sono!
Intanto Simon Pietro stava lì a scaldarsi.
Gli dissero: «Non sei anche tu uno dei suoi discepoli?».
Egli lo negò e disse: «Non lo sono». Ma uno dei servi del sommo sacerdote,
parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l'orecchio, disse: «Non ti ho
forse visto con lui nel giardino?». Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò.
Il mio regno non è di questo mondo
Condussero poi Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio.
Era l'alba ed essi non vollero entrare nel pretorio, per non
contaminarsi e poter mangiare la Pasqua.
Pilato dunque uscì verso di loro e domandò: «Che accusa portate
contro quest'uomo?».
Gli risposero: «Se costui non fosse un malfattore, non
te l'avremmo consegnato».
Allora Pilato disse loro: «Prendetelo voi e giudicatelo secondo
la vostra Legge!».
Gli risposero i Giudei: «A noi non è consentito mettere a morte nessuno».
Così si compivano le parole che Gesù aveva detto, indicando di
quale morte doveva morire.
Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù
e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?».
Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?».
Pilato disse: «Sono forse io Giudeo?
La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me.
Che cosa hai fatto?».Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo;
se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero
combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio
regno non è di quaggiù».
Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?».
Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re.
Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo:
per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità,
ascolta la mia voce». Gli dice Pilato: «Che cos'è la verità?».
E, detto questo, uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: «Io non
trovo in lui colpa alcuna. Vi è tra voi l'usanza che, in occasione
della Pasqua, io rimetta uno in libertà per voi: volete dunque
che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?».
Allora essi gridarono di nuovo: «Non costui, ma Barabba!».
Barabba era un brigante.
Salve, re dei Giudei!
Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare.
E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero
sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora.
Poi gli si avvicinavano e dicevano: «Salve, re dei Giudei!».
E gli davano schiaffi.
Pilato uscì fuori di nuovo e disse loro: «Ecco, io ve lo conduco fuori,
perché sappiate che non trovo in lui colpa alcuna».
Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora.
E Pilato disse loro: «Ecco l'uomo!».
Come lo videro, i capi dei sacerdoti e le guardie gridarono:
«Crocifiggilo! Crocifiggilo!».
Disse loro Pilato: «Prendetelo voi e crocifiggetelo; io in lui non trovo colpa».
Gli risposero i Giudei:«Noi abbiamo una Legge e secondo
la Legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio».
All'udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura.
Entrò di nuovo nel pretorio e disse a Gesù:«Di dove sei tu?».
Ma Gesù non gli diede risposta. Gli disse allora Pilato: «Non mi parli?
Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?».
Gli rispose Gesù: «Tu non avresti alcun potere su di me, se ciò non ti fosse
stato dato dall'alto.
Per questo chi mi ha consegnato a te ha un peccato più grande».
Via! Via! Crocifiggilo!
Da quel momento Pilato cercava di metterlo in libertà.
Ma i Giudei gridarono: «Se liberi costui, non sei amico di Cesare!
Chiunque si fa re si mette contro Cesare».
Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette
in tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà.
Era la Parascève della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse
ai Giudei: «Ecco il vostro re!».
Ma quelli gridarono: «Via! Via! Crocifiggilo!».
Disse loro Pilato: «Metterò in croce il vostro re?».
Risposero i capi dei sacerdoti: «Non abbiamo altro re che Cesare».
Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso.
Lo crocifissero e con lui altri due
Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo
detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con
lui altri due, uno da una parte e uno dall'altra, e Gesù in mezzo.
Pilato compose anche l'iscrizione e la fece porre sulla croce;
vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei».
Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove
Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico,
in latino e in greco. I capi dei sacerdoti dei Giudei dissero
allora a Pilato: «Non scrivere: "Il re dei Giudei", ma: "Costui
ha detto: Io sono il re dei Giudei"».
Rispose Pilato: «Quel che ho scritto, ho scritto».
Si sono divisi tra loro le mie vesti
I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti,
ne fecero quattro parti - una per ciascun soldato -, e la tunica.
Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d'un pezzo da cima a fondo.
Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca».
Così si compiva la Scrittura, che dice: «Si sono divisi tra loro le mie vesti
e sulla mia tunica hanno gettato la sorte». E i soldati fecero così.
Ecco tuo figlio! Ecco tua madre!
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre,
Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala.
Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che
egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!».
Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell'ora il
discepolo l'accolse con sé.
Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto,
affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un
vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto,
in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca.
Dopo aver preso l'aceto, Gesù disse:«È compiuto!».
E, chinato il capo, consegnò lo spirito.
E subito ne uscì sangue e acqua
Era il giorno della Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero
sulla croce durante il sabato - era infatti un giorno solenne quel sabato -,
chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via.
Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all'uno e all'altro
che erano stati crocifissi insieme con lui.
Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono
le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco,
e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua
testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate.
Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: «Non gli sarà
spezzato alcun osso».
E un altro passo della Scrittura dice ancora:«Volgeranno lo sguardo
a colui che hanno trafitto».
Presero il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli insieme ad aromi
Dopo questi fatti Giuseppe di Arimatèa, che era discepolo di Gesù,
ma di nascosto, per timore dei Giudei, chiese a Pilato di
prendere il corpo di Gesù.
Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù.
Vi andò anche Nicodèmo - quello che in precedenza era andato
da lui di notte - e portò circa trenta chili di una mistura di mirra e di áloe.
Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme
ad aromi, come usano fare i Giudei per preparare la sepoltura.
Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel
giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto.
Là dunque, poiché era il giorno della Parascève dei Giudei
e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù.
Parola del Signore.
Pilato si pone una domanda; cos’è davvero la verità?
Egli non si rende conto che essa non è un concetto o un’idea filosofica,
ma una persona.
Quella persona, quel giorno, era davanti a lui; ma egli non seppe riconoscerlo.
La verità, in quel venerdì che avrebbe cambiato per sempre la
storia dell’umanità, era appesa a una croce con le braccia aperte;
è questo il segno della massima accoglienza, senza giudizio e senza condanna.
Se anche noi siamo alla ricerca della verità, non affanniamoci a cercarla
nei libri o negli uomini; andiamo davanti alla croce, e contempliamo
Colui che, da quel patibolo, ci indica la strada per giungere al Padre;
allora scopriremo ciò che abbiamo sempre cercato senza trovarlo mai.
Solo allora comprenderemo che la verità è qualcosa di cui 
si fa esperienza con il cuore.
Ecco quello che dobbiamo fare, rimanere vicino a Gesù, Via, 
Verità e Vita, adesso però è l’ora della preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.


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