Dal Vangelo secondo Giovanni (16,12-15)
anno C.
In
quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Molte cose ho ancora da dirvi,
ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché
Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché
non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi
annunzierà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà.
Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho
Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà.
Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho
detto che prenderà del quel che è mio e ve l'annuncerà.
Parola del Signore.
Abbiamo ricevuto lo Spirito Santo (spero!) che ci abbia scossi,
spinti fuori, scaldati e illuminati.
Ed è proprio alla luce dello Spirito che possiamo oggi riflettere sul
mistero di Dio.
Parto da una tragicomica considerazione che faccio spesso; in quale Dio
credo?
O non credo?
Sì, perché, dopo diverso tempo che incontro tante persone nei
pellegrinaggi,
mi sono accorto di un paradosso; molti cristiani in realtà non credono
al
Dio che Gesù è venuto a raccontare, ma a un Dio che ha caratteristiche
apparentemente cristiane—degenerate in maschere—e che identificano
con un vago senso religioso pieno di contraddizioni!
È trite vedere come, dopo duemila anni di cristianesimo, ci troviamo incollato
addosso il volto di un Dio superstizioso, approssimativo, piuttosto
antipatico.
Se crediamo che Gesù è più di un uomo, più di un profeta, più del
Messia,
che Egli è la presenza stessa di Dio, possiamo fidarci di ciò che Egli
dice del volto di Dio.
Gesù non parla per ragionamento o per deduzione, ma per esperienza.
Lui sa com’è Dio, perché Lui e il Padre sono una cosa sola.
Gesù ci svela qualcosa di inaudito, inimmaginabile, inatteso;
Dio è Trinità; Padre, Figlio e Spirito Santo.
Dio non è il solitario perfetto, l’infinita solitudine, l’onnipotente,
certo, ma isolato e assoluto (sommo egoista bastante a se stesso?).
No, Dio è festa, famiglia, comunione, danza, relazione e dono.
Dio è tre persone che si amano talmente, che se la intendono così bene,
che noi—da fuori—ne vediamo uno solo.
Accade come quando vediamo una coppia di sposi o di fratelli che
si vogliono talmente bene da sembrare una cosa sola.
È bello vedere realizzato in Dio ciò che noi da sempre desideriamo!
Dio è tre persone che non si confondono, che non si annullano in
un’indefinita energia cosmica, ma che si donano in un’unità assoluta.
Riusciamo addirittura a delineare l’opera, il lavoro di ognuno, il
carattere
specifico di ogni persona; riconosciamo l’impronta del Padre nella
creazione,
nello stupore della natura; riconosciamo l’agire del Figlio nella sua
volontà
di salvezza dell’uomo; riconosciamo la potenza dello Spirito che
accompagna,
porta a compimento e santifica l’umanità pellegrina.
Ma andiamo oltre!
La Genesi ci dice che Dio per crearci si guardò allo specchio.
Siamo fatti a immagine e somiglianza di Dio, siamo fatti a immagine
e somiglianza della comunione.
Adesso capisco un sacco di cose!
Capisco perché la solitudine mi pesa tanto e mi fa paura; è contro la
mia natura!
Capisco perché quando amo, quando sono in compagnia, quando riesco ad
accogliere e a essere accolto sto così bene; realizzo la mia vocazione
comunionale!
Allora siamo seri; se ascoltiamo i profeti di sventura del nostro tempo
che
ci spingono a dar retta solo al nostro ombelico, che mettono sempre
e solo il sé al centro, rischiamo di prendere delle terribili
cantonate.
Siamo chiamati a investire sulla fatica dello stare insieme, sulla
relazione,
perché tutto il resto è tempo perso.
La festa della Trinità è la festa del mio destino, è lo specchio della
mia attitudine profonda, è il segreto della mia felicità.
A questa comunione si ispirano le coppie che credono nel vangelo, tese
a
raggiungere la pienezza nell’accoglienza reciproca che dona vita.
E a questa comunione siamo invitati a partecipare come singoli e come
comunità cristiana.
È la Trinità che dobbiamo guardare nel progetto di costruzione delle
nostre
comunità; la Chiesa (quella sognata da Dio, non lo sgorbio presente
nelle nostre
menti, fatto di rigidezze) è lo spazio pubblicitario della Trinità nel
mondo d’oggi.
Uniti nel rispetto reciproco, nell’amore semplice, concreto, benevolo,
facciamo
diventare il nostro essere Chiesa splendore di quest’inatteso Dio
comunione.
Santa Domenica della SS. Trinità Fausto.
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