venerdì 11 gennaio 2013

Il Vangelo del Sabato 12 Gennaio 2013

Dal Vangelo secondo Giovanni (3,22-30) anno C.
In quel tempo, Gesù andò con i suoi discepoli
nella regione della Giudea; e là si trattenne
con loro, e battezzava.
Anche Giovanni battezzava a Ennòn,

vicino a Salìm, perché c'era là molta acqua;
e la gente andava a farsi battezzare.
Giovanni, infatti, non era stato ancora imprigionato.
Nacque allora una discussione tra i discepoli

di Giovanni e un Giudeo riguardo la purificazione.
Andarono perciò da Giovanni e gli dissero:

«Rabbì, colui che era con te dall'altra parte
del Giordano, e al quale hai reso testimonianza, ecco sta battezzando
e tutti accorrono a lui».
Giovanni rispose: «Nessuno può prendersi qualcosa

se non gli è stato dato dal cielo.
Voi stessi mi siete testimoni che ho detto: Non sono io il Cristo,

ma io sono stato mandato innanzi a lui.
Chi possiede la sposa è lo sposo; ma l'amico dello sposo, che è presente

e l'ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo.
Ora questa mia gioia è compiuta.

Egli deve crescere e io invece diminuire.

Parola del Signore.
Alla vigilia del Battesimo del Signore, la Parola chiude la settimana
feriale con un'interessante episodio di incomprensione tra i discepoli
del Battista e quelli del Nazareno.
Con molta probabilità, agli inizi della Chiesa coesistevano due tipologie
di battesimo; una del Battista e una dei discepoli di Gesù.
Il brano intende chiarire che Giovanni si mette da parte, che vuole che
sia lo sposo a crescere, egli sente di avere concluso la sua missione
e il suo percorso di vita. Immenso Giovanni che sa farsi da parte,
che capisce quando è il momento di andarsene, di gettare la spugna, di voltare pagina.
Gesù definisce il Battista come il più grande degli uomini mai esistiti.
Ha ragione: Giovanni è grande proprio per la sua umiltà autentica e fattiva,
per la sua capacità di trovare il suo ruolo all'interno della grande storia
di salvezza che Dio intesse nelle nostre piccole storie.
Giovanni passa la sua vita cercando l'Assoluto, inquieto e burbero,
non condivide fino in fondo la vita comunitaria di Qumran e se ne va,
scegliendo la strada difficile della solitudine assoluta.
Nei pressi del Mar morto, sulle rive del Giordano, attira migliaia di persone
affascinate dalla sua forte personalità carismatica.
Non ha peli sulla lingua, Giovanni, fustiga il potere costituito,
anche religioso, senza paura. Interrogato su chi egli sia, in maniera
inattesa risponde: "Io sono voce".
Questo gli ha svelato il deserto: egli è una voce imprestata alla Parola.
E noi amici chi siamo? Spero umili e veri discepoli di Cristo come Giovanni.
Mettiamoci perciò all’opera attraverso la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come

noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.


 

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