venerdì 7 settembre 2012

Il Vangelo del Sabato 8 Settembre 2012

Dal Vangelo secondo Matteo (1,1-16.18-23) anno B.
Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo:
sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe,
prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta
per opera dello Spirito Santo.
Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto.
Mentre però stava pensando a queste cose,

ecco che gli apparve in sogno un angelo
del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide,
non temere di prendere con te Maria, tua sposa,
perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo.
Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era

stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà

chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi.
Parola del Signore.
Maria e Giuseppe si trovano coinvolti in un progetto che li coinvolge completamente
e che è molto al di là della loro capacità di comprensione, eppure essi,
ognuno a suo modo, percepisce che la soluzione non sta nel capire, ma nell’accettare
un piano di salvezza nel quale ciascuno di loro ha un ruolo importantissimo.
Nelle cose di Dio non è importante capire tutto e subito; l’essenziale, invece, è dire di sì immediatamente, perché Dio possa svolgere il suo progetto anche attraverso le nostre vite.
Per questo Maria è nata, e per questo siamo venuti al mondo ciascuno di noi;
Dio ha bisogno della nostra collaborazione, per far sì che Gesù possa ancora tornare
a camminare sulla terra e a portare salvezza a tutti coloro che attendono la sua visita.
Su ognuno di noi il Signore ha un progetto, a noi accettare di condividerlo,
renderci disponibili per la sua realizzazione, per riuscirci bisogna pregare.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come

noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata


 

giovedì 6 settembre 2012

Il Vangelo del Venerdì 7 Settembre 2012

Dal Vangelo secondo Luca (5,33-39) anno B.
In quel tempo, gli scribi e i farisei dissero a Gesù:
«I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno
orazioni; così pure i discepoli dei farisei;
invece i tuoi mangiano e bevono!».
Gesù rispose: «Potete far digiunare gli invitati a nozze,

mentre lo sposo è con loro?
Verranno però i giorni in cui lo sposo sarà strappato

da loro; allora, in quei giorni, digiuneranno».
Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per

attaccarlo a un vestito vecchio; altrimenti egli strappa il nuovo, e la toppa presa
dal nuovo non si adatta al vecchio.
E nessuno mette vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spacca gli otri,

si versa fuori e gli otri vanno perduti.
Il vino nuovo bisogna metterlo in otri nuovi.
Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: Il vecchio è buono!».

Parola del Signore.
Accogliere una novità nella propria vita non è poi così facile come si possa pensare;
fare ciò vuol dire doversi adattare, essere costretti a cambiare, aprirsi all’imprevisto,
in vista di un miglioramento e di una maturazione.
Questo ai farisei risultava estremamente difficile, in quanto la loro stessa esistenza,
 
 in quanto gruppo religioso, si fondava su una rigida conservazione di precetti e di regole.
Gesù usa con loro l’immagine della festa di nozze, che era molto conosciuta sin dall’Antico Testamento, e spiegava il rapporto che intercorre tra Dio e il suo popolo.
La nostra vita cristiana o vive della novità gioiosa di una festa di nozze, oppure è un funerale,
fatto di sterile conservazione di regole e precetti che servono solo a mettere a posto la coscienza.
Lasciamo perdere il funerale, partecipiamo piuttosto alla festa di nozze
che ci prepara il Signore, e saremo veri cristiani, se ci è difficile preghiamo.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come

noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata

mercoledì 5 settembre 2012

Il Vangelo del Giovedì 6 Settembre 2012

Il Vangelo secondo Luca (5,1-11) anno B.
In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa
attorno per ascoltare la parola di Dio,
Gesù, stando  presso il lago di Genèsaret,
vide due barche ormeggiate alla sponda.
I pescatori erano scesi e lavavano le reti.
Salì in una barca, che era di Simone,

e lo pregò di scostarsi un poco da terra.
Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle
dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare,

disse a Simone: «Prendi il largo e calate le reti per la pesca».
Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla;

ma sulla tua parola getterò le reti».
E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano.
Allora fecero cenno ai compagni dell'altra barca, che venissero ad aiutarli.

Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano.
Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù,

dicendo: «Signore, allontanati da me che sono un peccatore».
Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone.

Gesù disse a Simone: «Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini».
Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

Parola del Signore.
Per essere un autentico apostolo di Gesù si deve prima fare un’esperienza
fondamentale, senza la quale non può esservi vero discepolato;
si deve sperimentare cioè la piena e totale fiducia nella sua parola,
che ci chiede di fare delle cose che a prima vista possono
sembrare insensate o illogiche.
Pietro, uomo limitato e semplice, comprende che di fronte alla richiesta di questo
maestro sconosciuto, ma che ha una parola così autorevole, non può che fidarsi.
Solo allora anche lui fa l’esperienza della potenza della parola di Gesù;
ma egli fa anche esperienza della forza della fiducia.
Abbiamo un grande potere nella nostra vita; quello della fiducia in Dio,
che ci fa assistere ai miracoli più grandi, che mai avremmo pensato per noi.
Dobbiamo essere fiduciosi allora, e credere veramente nella potenza del Signore,
sperimenteremo allora la bellezza dei suoi prodigi,
per riuscirci cominciamo con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come

noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata

martedì 4 settembre 2012

Il Vangelo del Mercoledì 5 Settembre 2012

Dal Vangelo secondo Luca (4,38-44) anno B.
In quel tempo, Gesù uscito dalla sinagoga entrò
nella casa di Simone.
La suocera di Simone era in preda a una grande
febbre e lo pregarono per lei.
Chinatosi su di lei, intimò alla febbre, e la febbre la lasciò.

Levatasi all'istante, la donna cominciò a servirli.
Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi

colpiti da mali di ogni genere li condussero a lui.
Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva.
Da molti uscivano demòni gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!».

Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era il Cristo.
Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto.

Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e volevano trattenerlo
perché non se ne andasse via da loro.
Egli però disse: «Bisogna che io annunzi il regno di Dio anche

alle altre città; per questo sono stato mandato».
E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.

Parola del Signore.
Quando le folle si accorgono del potere di guarigione di Gesù vorrebbero trattenerlo
con loro; egoisticamente vorrebbero che Lui restasse con loro a curare tutti i loro infermi.
Ma Gesù sa che non può fermarsi; il mondo è pieno di persone che
attendono l’annuncio della liberazione per mezzo della sua parola.
Il rischio è quello di fermarsi soltanto all’aspetto immediato che i miracoli
suscitano e non sforzarsi di giungere in profondità e capire il loro vero significato;
Gesù è il Salvatore del mondo e le liberazioni annunciano che è iniziato il conto
alla rovescia che porterà alla distruzione l’impero del peccato.
A noi il compito di farci seguaci di Gesù per le strade del mondo,
consapevoli della grazia che Dio ha donato a tutti per mezzo suo.
Facciamoci seguaci e rendiamoci disponibili ad aiutarlo perché il mondo
conosca la sua parola, se vogliamo riuscirci dobbiamo pregare.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come

noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata


 

lunedì 3 settembre 2012

Il Vangelo del Martedì 4 Settembre 2012

Dal Vangelo secondo Luca (4,31-37) anno B.
In quel tempo, Gesù discese a Cafarnao,
una città della Galilea, e al sabato
ammaestrava la gente.
Rimanevano colpiti dal suo insegnamento,

perché parlava con autorità.
Nella sinagoga c'era un uomo con un demonio immondo e cominciò a gridare forte:
«Basta! Che abbiamo a che fare con te, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci?

So bene chi sei: il Santo di Dio!».
Gesù gli intimò: «Taci, esci da costui!».

E il demonio, gettatolo a terra in
mezzo alla gente, uscì da lui, senza fargli
alcun male.
Tutti furono presi da paura e si dicevano

l'un l'altro: «Che parola è mai questa,
che comanda con autorità e potenza agli spiriti immondi ed essi se ne vanno?».
E si diffondeva la fama di lui in tutta la regione.

Parola del Signore.
Luca, per sottolineare la novità rappresentata dalla persona di Gesù, ci trasmette le domande
che le persone si ponevano di fronte alla manifestazione della potenza del Signore.
Il suo insegnamento era pieno di autorità e di unzione, che faceva percepire a coloro che
ascoltavano, di trovarsi di fronte ad uno che parlava nella potenza dello Spirito.
Ma i testimoni più accreditati, in questo caso, sono proprio i demòni; essi non hanno dubbi sulla
reale identità di colui che essi hanno davanti e sanno che l’unico che può rovinarli è proprio Lui.
Accogliere Gesù nella propria vita vuol dire lasciare entrare la potenza salvifica di Dio che
rinnova e guarisce; possiamo fare anche noi quest’esperienza, se ci lasciamo conquistare
dal suo amore misericordioso.
Abbandoniamoci fra le braccia dell’amore misericordioso attraverso la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come

noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata

domenica 2 settembre 2012

Il Vangelo del Lunedì 3 Settembre 2012

Dal Vangelo di Luca (4,16-30) anno B.
In quel tempo, Gesù venne a Nazareth, dove era stato
allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere.
Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il

passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l'unzione,
e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto
messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi,
e predicare un anno di grazia del Signore.
Poi arrotolò il volume, lo consegnò all'inserviente e sedette.

Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui.
Allora cominciò a dire: «Oggi si è adempiuta questa

Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi».
Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati

delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e
dicevano: «Non è il figlio di Giuseppe?».
Ma egli rispose: «Di certo voi mi citerete il proverbio:

Medico, cura te stesso.
Quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, fallo anche qui, nella tua patria!».
Poi aggiunse: «Nessun profeta è bene accetto in patria.
Vi dico anche: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu

chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese;
ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova in Sarepta di Sidone.
C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, ma nessuno di

loro fu risanato se non Naaman, il Siro».
All'udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno;
si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del

monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio.
Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò.

Parola del Signore.
Non è mai facile accogliere Gesù.
Questo, infatti, significa anzitutto, rinunciare a tutto ciò che crediamo
di sapere di Dio e sul suo amore.
Purtroppo per gli abitanti di Nazaret questo fu estremamente difficile;
essi credevano di sapere tutto su Dio e su come Egli si manifesta, per cui
nei loro schemi mentali non era possibile che l’Altissimo si manifestasse nella
persona di un loro compaesano, appunto Gesù, figlio di Giuseppe il falegname.
Crediamo di sapere tutto di Dio?
Facciamo attenzione; anche noi corriamo il rischio di inscatolare la sua grazia,
per cui i nostri occhi potrebbero essere ciechi ad ogni manifestazione
improvvisa del suo amore nei nostri confronti.
Gesù se ne andò da loro; facciamo attenzione affinche ciò non avvenga
anche nella nostra vita.
Andiamo allora a fare una bella visita per non diventare ciechi,
Dio è un ottimo oculista, per giunta gratuito, poi spalanchiamo bene gli
occhi per vedere il suo amore, attraverso la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come

noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata

sabato 1 settembre 2012

Il Vangelo della 22° Domenica del Tempo Ordinario

Dal Vangelo secondo Marco (7,1-8,14-15,21-23) anno B.
In quel tempo, si riunirono attorno a lui i farisei e alcuni
degli scribi venuti da Gerusalemme.
Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo

con mani immonde, cioè non lavate; i farisei infatti e tutti
i Giudei non mangiano se non si sono lavate le mani fino
al gomito, attenendosi alla tradizione degli antichi,
e tornando dal mercato non mangiano senza aver fatto
le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione,
come lavature di bicchieri, stoviglie e oggetti di rame quei farisei e scribi lo interrogarono:
«Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi,
ma prendono cibo con mani immonde?».
Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto:

Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me.
Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini.
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini».
Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e intendete bene:
non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo;

sono invece le cose che escono dall'uomo a contaminarlo».
Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive:

fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia,
invidia, calunnia, superbia, stoltezza.
Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l'uomo».

Parola del Signore.
Da chi andremo, Signore?
Dopo l’estenuante riflessione scaturita dalla moltiplicazione dei pani e dei pesci nel
Vangelo di Giovanni, siamo arrivati a un bivio; lo vogliamo davvero un Dio così?
Come Pietro siamo stati invitati ad andare all’essenziale della nostra fede, a chiederci
se esiste, nella nostra vita, una concreta possibilità di vivere senza Cristo.
Siamo finalmente usciti dal pantano teologico di Giovanni per entrare nel vespaio
di concretezza di Marco; forse era meglio prima!
In aspetto lega, però, i due autori; la descrizione di un Gesù esigente
che non fa sconti a nessuno.
Marco, oggi, critica ferocemente un atteggiamento sempre diffuso nella storia del c
ristianesimo (e di ogni religione); il legalismo e il devozionismo.
Innamorarsi è splendido; passione, entusiasmo, emozioni, attrazioni…un accumularsi
di sentimenti che ci spingono a compiere vere e proprie follie.
Gli anni, però, appesantiscono questo slancio, svuotano questo entusiasmo e i gesti,
gli stessi gesti dell’innamorato, rischiano di risuonare fasulli.
Così la fede; l’incontro con Dio ci ribalta, ci cambia la vita, ci rende nuovi.
Con entusiasmo scopriamo la preghiera, celebriamo la fede, riscriviamo la nostra
vita morale intorno ai valori del vangelo.
Ma gli anni mettono alla prova anche la fede più pura e, inesorabilmente,
si scivola nel ritualismo, nel formalismo, nel moralismo.
Il ritualismo? La celebrazione diventa cerimonia.
Il formalismo? Compiamo i gesti della fede, ma il cuore è stanco.
Il moralismo? Ci sentiamo migliori degli altri perché rispettiamo le norme
che—pensiamo—facciano piacere a Dio.
Gesù, oggi, smonta tutti questi atteggiamenti, da buon profeta.
Gesù se la prende con i farisei, i buoni ebrei devoti suoi contemporanei, gli ultras della fede,
i migliori, che lo accusano di non osservare scrupolose norme rituali prima del pranzo.
Gesù approfitta della provocazione per inquadrare la situazione; andate all’essenziale,
ipocriti, è inutile osservare piccole scrupolose norme scordandosi la misericordia!
Per molti, ancora oggi, credere significa fare o, meglio non fare, qualcosa.
Sbagliato; credere è, anzitutto, incontrare una persona; Gesù, che sconvolge
la vita e fa cambiare atteggiamento.
Gesù lo sottolinea; i farisei s’impegolano in piccole cose rituali trascurando l’essenziale,
filtrano il moscerino e ingoiano il cammello.
Parlando con un confessore, mi diceva: “Nella hit parade dei peccati confessati trovi
l’assenza periodica alla messa seguita da qualche parolaccia e dalla dimenticanza
della preghiera del mattino e della sera. Fine.
E resto sgomento.
Ma allora, scusate; l’indifferenza, il giudizio, le piccole disonestà, gli arrivismi, i dispetti,
la disperazione da dove vengono?le antipatie, le violenze verbali, le insofferenze
da dove nascono?
Dagli altri, mi direte! Come vorrei poterlo credere!
Il mio triste sospetto è che ancora una volta abbiamo ingabbiato Gesù e la nostra fede
in una serie di minime prescrizioni rituali, lasciando stare l’essenziale.
Quante poche volte sento persone che si dispiacciono di non amare a sufficienza,
che si accusano di ritenere la messa un dovere e non una festa, di rodersi perché poco
disponibili al fratello, di sospirare perché svogliati nella corsa alla generosità!
Tutti pronti a trovare le attenuanti del processo piuttosto che a piangere di gioia per
la gratuità del perdono; troppo preoccupati della nostra devota immagine scalfita
più che rapiti dalla misura dell’amore donato.
No, amici; se il nostro cuore è piccino piccino, non vedo perché dobbiamo costringere
Dio ad adeguarsi al nostro bassissimo profilo.
Non fuori, ma dentro dobbiamo cambiare.
Non ponendo gesti che somigliano a conversione, ma suscitando energia perché il
cuore spezzi le sue chiusure e lasci fiorire le misericordia!
Solo un cuore che veramente incontra Dio può, alla fine, porre gesti che desiderino
realmente incontrarsi con Lui.
Solo un cuore toccato diventa un cuore convertito.
Allora, e solo allora, i gesti acquistano significato.
Allora, e solo allora, potremo vivere la riconciliazione come festa, il perdono come regalo.
Ho davvero paura di una fede che si riduce a moralismo.
E credo che il grosso rischio della nostra fede, oggi, sia proprio questo,
diventando perciò improponibile alle nuove generazioni.
Quando diciamo a un giovane: “Non fare cos’”, ci chiede sempre: “Perché no?”.
Che cosa rispondere? Perché è così e non si discute? Perché si è sempre fatto così?
No, non serve, non aiuta, butta ancora più nello scoraggiamento, allontana dalla fede.
L’unica risposta è: “Perché Gesù è venuto a raccontarci il vero Dio e il nostro vero volto,
c’insegna a essere autenticamente uomini e donne.
Facendo ciò che stai facendo, stai dando il peggio di te e, come se non bastasse,
non ottieni la pienezza della felicità.
Proviamo a scoprirlo da soli, leggendo il vangelo.
Il Signore non ha bisogno de belle mascherine, ma di figli,
non di giusti, ma di peccatori riconciliati.
Buona Domenica nel Signore