giovedì 6 novembre 2014

Il Vangelo del Venerdì 7 Novembre 2014

Dal Vangelo secondo Luca (16,1-8) anno A.
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Un uomo
ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato
dinanzi a lui di sperperare i suoi averi.
Lo chiamò e gli disse: "Che cosa sento dire di te?
Rendi conto della tua amministrazione, perché
non potrai più amministrare".
L'amministratore disse tra sé: "Che cosa farò, ora
che il mio padrone mi toglie l'amministrazione?
Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno.
So io che cosa farò perché, quando sarò stato
allontanato dall'amministrazione, ci sia qualcuno
che mi accolga in casa sua".
Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e
disse al primo: "Tu quanto devi al mio padrone?".
Quello rispose: "Cento barili d'olio".
Gli disse: "Prendi la tua ricevuta, siediti subito e
scrivi cinquanta".
Poi disse a un altro: "Tu quanto devi?".
Rispose: "Cento misure di grano".
Gli disse: "Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta".
Il padrone lodò quell'amministratore disonesto, perché
aveva agito con scaltrezza.
I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono
più scaltri dei figli della luce».
Parola del Signore.
Vantarsi di ciò di cui, invece, bisognerebbe vergognarsi.
Non ci sembra questa la situazione in cui viviamo oggi?
Il peccato, il disordine morale e la mancanza di punti di
riferimento etici hanno creato una confusione tale per
cui ciò di cui prima ci si vergognava, oggi è visto come
segno di modernità e di emancipazione, e guai a pensarla
diversamente…., si diventa improvvisamente retrogradi
e antiquati!
Ma quanti cristiani oggi hanno il coraggio di gridare
come il Battista, di fronte al degrado morale del nostro
tempo: “Non è lecito!”?
Non si tratta di essere bacchettoni o falsamente puritani,
quanto di avere dei punti di riferimento ispirati alla legge
dell’amore di Dio che vuole il rispetto dell’uomo in tutta
la sua vicenda terrena.
Perciò bisogna essere furbi e scaltri, ci insegna Gesù.
La furbizia dell’amministratore è veramente grande.
Egli, avendo compreso che niente può salvarlo di fronte
all’ira del suo padrone a causa degli imbrogli che aveva
fatto, cerca di imbonirsi coloro che potrebbero diventare
i suoi potenziali nuovi padroni.
Pur nella disonestà, l’uomo brilla per il fatto di essere
sveglio e capace di organizzarsi.
Perché noi non sappiamo essere altrettanto svegli e
capaci per le cose di Dio?
Stranamente, di fronte ad esse diventiamo pigri ed
indolenti, e non concludiamo mai nulla di buono.
Vogliamo un esempio?
Perché tutte le volte che dobbiamo dedicare tempo a Dio
per la preghiera diventiamo stanche e svogliati, mentre
quando vogliamo stare davanti alla televisione, le ore
passano senza nessuna stanchezza?
Meditiamo, meditiamo gente, ma soprattutto, preghiamo.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo 
così in terra. 
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i 
nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, 
e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto 
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei secoli 
dei secoli. Amen.
Buona giornata.

  

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