venerdì 19 settembre 2014

Il Vangelo del Sabato 20 Settembre 2014

Dal Vangelo secondo Luca (8,4-15) anno A.
In quel tempo, poiché una grande folla si radunava
e accorreva a lui gente da ogni città, Gesù disse
con una parabola: «Il seminatore uscì a
seminare il suo seme.
Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada
e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la mangiarono.
Un'altra parte cadde sulla pietra e, appena
germogliata, seccò per mancanza di umidità.
Un'altra parte cadde in mezzo ai rovi e i rovi,
cresciuti insieme con essa, la soffocarono.
Un'altra parte cadde sul terreno buono, germogliò
e fruttò cento volte tanto». Detto questo,
esclamò: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
I suoi discepoli lo interrogavano sul significato
della parabola.
Ed egli disse: «A voi è dato conoscere i misteri
del regno di Dio, ma agli altri solo con parabole,
affinché vedendo non vedano e ascoltando
non comprendano.
Il significato della parabola è questo: il seme
è la parola di Dio.
I semi caduti lungo la strada sono coloro che
l'hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta
via la Parola dal loro cuore, perché non avvenga
che, credendo, siano salvati.
Quelli sulla pietra sono coloro che, quando
ascoltano, ricevono la Parola con gioia, ma non
hanno radici; credono per un certo tempo,
ma nel tempo della prova vengono meno.
Quello caduto in mezzo ai rovi sono coloro che,
dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano
soffocare da preoccupazioni, ricchezze e piaceri
della vita e non giungono a maturazione.
Quello sul terreno buono sono coloro che, dopo
aver ascoltato la Parola con cuore integro e buono,
la custodiscono e producono frutto con perseveranza.
Parola del Signore.
Noi che terra siamo?
La domanda è logica, perché Gesù raccontava
questa parabola con un’intenzione ben precisa.
Egli voleva far capire a coloro che lo seguivano in
maniera entusiastica che non basta ascoltarlo e
lasciasi prendere dall’euforia di un momento.
La parola di Gesù, che possiede una potenza interiore
divina, non può germogliare e portare frutto in cuori
che soffocano con le preoccupazioni o lasciano
seccare il piccolo arbusto con l’indifferenza.
Allora, che terra pensiamo di essere?
Eppure, non dobbiamo avere paura della nostra
povertà; se noi lo vogliamo, Gesù stesso verrà ad
arare il nostro cuore, in modo che noi possiamo
essere terreno fertile e portare frutto come Lui vuole.
Offriamo a Lui la nostra completa disponibilità,
e vedremo cose straordinarie attorno a noi.
Certo che non dobbiamo aver paura o vergogna di
far vede che seguiamo la Parola di Dio, anzi, dobbiamo
masticarla per bene perché non sia indigesta e
non si secchi, perciò aiutiamoci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo
così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i
nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei secoli
dei secoli. Amen.
Buona giornata.



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