giovedì 31 maggio 2012

Il Vangelo del Venerdì 1 Giugno 2012

Dal Vangelo secondo Marco (11,11-25) anno B.
Dopo essere stato acclamato dalla folla,
Gesù entrò a Gerusalemme, nel tempio.
E dopo aver guardato ogni cosa attorno,
essendo ormai l'ora tarda,
uscì con i Dodici diretto a Betània.
La mattina seguente, mentre uscivano da

Betània, ebbe fame.
E avendo visto di lontano un fico che aveva

delle foglie, si avvicinò per vedere
se mai vi trovasse qualche cosa; ma giuntovi
sotto, non trovò altro che foglie.
Non era infatti quella la stagione dei fichi.
E gli disse: «Nessuno possa mai più mangiare

i tuoi frutti». E i discepoli l'udirono.
Andarono intanto a Gerusalemme.
Ed entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e comperavano
nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe
e non permetteva che si portassero cose attraverso il tempio.
Ed insegnava loro dicendo: «Non sta forse scritto: La mia casa sarà chiamata

casa di preghiera per tutte le genti? Voi invece ne avete fatto una spelonca
di ladri!».
L'udirono i sommi sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire.

Avevano infatti paura di lui, perché tutto il popolo era ammirato del suo
insegnamento.
Quando venne la sera uscirono dalla città.
La mattina seguente, passando, videro il fico seccato fin dalle radici.
Allora Pietro, ricordatosi, gli disse: «Maestro, guarda:

il fico che hai maledetto si è seccato».
Gesù allora disse loro: «Abbiate fede in Dio!
In verità vi dico: chi dicesse a questo monte: Lèvati e gettati nel mare,

senza dubitare in cuor suo ma credendo che quanto dice avverrà,
ciò gli sarà accordato.
Per questo vi dico: tutto quello che domandate nella preghiera,

abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato.
Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate,

perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi i vostri peccati».
Parola del Signore.
Terminata la giornata dell’ingresso a Gerusalemme come il Messia,
Gesù torna a Betania, probabilmente nella casa di Marta, Maria e Lazzaro.
Sono i suoi giorni più difficili e ha bisogno di una casa amica dove
fermarsi, anche se è Gerusalemme la città ove predicare.
Al mattino seguente ritorna in città.
E mentre scende verso Gerusalemme, sente fame.
C’è lungo la strada un albero di fico, molto frondoso.
Gesù si avvicina, ma non trova frutti.
Lo maledice e il fico si secca.
Non è un gesto dispettoso, ma simbolico.
È vero, Gesù aveva fame ma non di pane, come appare anche in
Altra parte del Vangelo, bensì di amore.
Gesù aveva sete, ma non di acqua, come sulla croce, bensì di affetto.
Se siamo sterili di amore, se non siamo generosi nell’affetto, se non
siamo disponibili con chi ha bisogno, se siamo, appunto, come
quell’albero pieno di foglie ma senza frutto, saremo inutili a noi e
agli altri. Siamo già secchi nel cuore.
Giunto a Gerusalemme, Gesù si reca direttamente nel tempio, cuore
della città santa, come per prendervi possesso.
Giuntovi, inizia a scacciare coloro che vendevano e compravano.
Non è un semplice gesto moralizzatore che
vuole togliere abusi e regolare l’andamento della vita del tempio.
Il gesto di Gesù è ben più radicale.
Egli caccia dal tempio, dalla comunità e dal cuore, quella religiosità
fatta solo di ritualità esteriore che si nutre di rapporti falsi e rivendicativi,
che si rapporta con Dio e con i fratelli come in un mercato
ove non c’è la gratuità dell’amore ma la compravendita dei rapporti.
Il tempio è la casa della preghiera, è il luogo del rapporto diretto con il
Padre, è il luogo ove i figli si raccolgono e sono accolti dal Padre.
Gesù stesso è il vero tempio, una casa aperta a tutti gli uomini, anche
agli stranieri, accessibile a tutti i popoli della terra. La sua casa,
il suo corpo, è il regno dell’amore e del perdono,
della fraternità e della pace.
Il tempio è luogo di preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come

noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.










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