venerdì 1 giugno 2012

Il Vangelo del Sabato 2 Giugno 2012

Dal Vangelo secondo Marco (11,27-33) anno B.
In quel tempo, Gesù ei suoi discepoli andarono
di nuovo a Gerusalemme.
E mentre egli si aggirava per il tempio, gli si avvicinarono
i sommi sacerdoti, gli scribi e gli anziani e gli dissero:
«Con quale autorità fai queste cose?
O chi ti ha dato l'autorità di farle?».
Ma Gesù disse loro: «Vi farò anch'io una domanda e, se mi risponderete,

vi dirò con quale potere lo faccio.
Il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini? Rispondetemi».
Ed essi discutevano tra sé dicendo: «Se rispondiamo "dal cielo",

dirà: Perché allora non gli avete creduto?
Diciamo dunque "dagli uomini"?». Però temevano la folla, perché

tutti consideravano Giovanni come un vero profeta.
Allora diedero a Gesù questa risposta: «Non sappiamo».

E Gesù disse loro: «Neanche io vi dico con quale autorità faccio queste cose».
Parola del Signore.
È la terza volta che Gesù entra a Gerusalemme e passeggia nel tempio,
divenuto ormai la sede abituale del suo insegnamento.
Il tempio non è più il luogo del mercato e neppure degli affari dei singoli.
Gesù l’ha purificato rendendolo lo spazio della manifestazione
della Parola di Dio.
In questo contesto affronta definitivamente i capi religiosi d’Israele
al fine di mostrare chi è il vero pastore del popolo d’Israele.
Non è a caso che i capi del popolo lo interroghino sulla sua autorità:
«Con quale autorità fai queste cose?».
Essi erano convinti - come noi siamo certi delle nostre idee e delle nostre
abitudini– di fondare la loro autorità sulla dottrina di Mosè, ma Gesù su chi
fondava la sua? Non c’è dubbio che si trattava di una questione centrale.
Per certi versi è lo stesso problema che venne fuori a Nazareth nella prima
predica di Gesù, ossia la questione dell’autorità del Vangelo sulla nostra vita.
Sia gli abitanti di Nazareth sia i capi del popolo rifiutavano che Gesù avesse
autorità su di loro: non poteva pretendere nulla da loro e tantomeno
richiedere che affidassero a lui la loro vita.
Ma sappiamo che è proprio in questo contesto che, fin da Nazareth e da Gerusalemme, si gioca la fede: non si tratta di convincimenti razionali,
ma di affidare la propria vita a Gesù e alla sua Parola.
Affidiamoci a Gesù, non ne rimarremo delusi, facciamolo con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come

noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.

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