venerdì 18 aprile 2014

Il Vangelo del Sabato Santo 19 Aprile 2014

Dal Vangelo secondo Luca (24,1-12) anno A.
Il primo giorno della settimana, al mattino presto si recarono
al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato.
Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro e, entrate,
non trovarono il corpo del Signore Gesù.
Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo,
ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante.
Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra,
ma quelli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo?
Non è qui, è risorto.
Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea
e diceva: "Bisogna che il Figlio dell'uomo sia consegnato
in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno"».
Ed esse si ricordarono delle sue parole e, tornate dal sepolcro,
annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri.
Erano Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo.
Anche le altre, che erano con loro, raccontavano queste cose agli apostoli.
Quelle parole parvero a loro come un vaneggiamento e non
credevano ad esse.
Pietro tuttavia si alzò, corse al sepolcro e, chinatosi, vide soltanto i teli.
E tornò indietro, pieno di stupore per l'accaduto.
Parola del Signore.
Alcune donne si recano al sepolcro, di buon mattino,
ma lo trovano aperto e vuoto.
Scorgono due angeli che dicono loro; “Perché cercate tra
i morti colui che è vivo?”.
Ma dove, se non tra i morti, si poteva cercare Gesù?
Dove cercarlo se non tra i morti uno che era stato condannato
da tutti i poteri senza che Lui opponesse la più piccola resistenza,
e per di più abbandonato dai suoi?
Gli angeli insistono: “Non è qui, ma è risorto.
Ricordatevi come vi ha parlato quando era ancora in Galilea”.
E loro ricordarono le parole di Gesù e credettero.
La fede, lo abbiamo già detto, viene dall’ascolto.
Queste donne, per prime, ascoltarono l’angelo e divennero
le prime testimoni della resurrezione.
Esse vissero quell’ora incredibile; colui che era vinto, viveva.
E corsero a dirlo agli apostoli, i quali pensavano vaneggiassero.
In verità Gesù vivo, ha vinto la morte.
Ha vinto senza denaro, senza odio, senza violenza.
Ha vinto con l’amore.
Chiunque accogli questo Vangelo vivrà, perché l’amore di Gesù
è più forte della morte.
Vediamo quanto è grande l’amore del Signore per noi,
perciò ringraziamolo pregando.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.


giovedì 17 aprile 2014

Il Vangelo del Venerdì Santo 18 Aprile 2014

P
assione di Gesù Cristo secondo Giovanni (18,1- 19,42) anno A.
Catturarono Gesù e lo legarono
In quel tempo, Gesù uscì con i suoi discepoli al di là del torrente Cèdron,
dove c'era un giardino, nel quale entrò con i suoi discepoli.
Anche Giuda, il traditore, conosceva quel luogo, perché Gesù
spesso si era trovato là con i suoi discepoli.
Giuda dunque vi andò, dopo aver preso un gruppo di soldati
e alcune guardie fornite dai capi dei sacerdoti e dai farisei,
con lanterne, fiaccole e armi.
Gesù allora, sapendo tutto quello che doveva accadergli,
si fece innanzi e disse loro: «Chi cercate?».
Gli risposero: «Gesù, il Nazareno». Disse loro Gesù: «Sono io!».
Vi era con loro anche Giuda, il traditore.
Appena disse loro «Sono io», indietreggiarono e caddero a terra.
Domandò loro di nuovo: «Chi cercate?».
Risposero: «Gesù, il Nazareno».Gesù replicò: «Vi ho detto: sono io.!
Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano»,
perché si compisse la parola che egli aveva detto: «Non ho
perduto nessuno di quelli che mi hai dato».
Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori, colpì il
servo del sommo sacerdote e gli tagliò l'orecchio destro.
Quel servo si chiamava Malco.
Gesù allora disse a Pietro: «Rimetti la spada nel fodero:
il calice che il Padre mi ha dato, non dovrò berlo?».
Lo condussero prima da Anna
Allora i soldati, con il comandante e le guardie dei Giudei,
catturarono Gesù, lo legarono e lo condussero prima da Anna:
egli infatti era suocero di Caifa, che era sommo sacerdote quell'anno.
Caifa era quello che aveva consigliato ai Giudei: «È conveniente
che un solo uomo muoia per il popolo».
Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme a un altro discepolo.
Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote ed entrò
con Gesù nel cortile del sommo sacerdote. Pietro invece si
fermò fuori, vicino alla porta.
Allora quell'altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori,
parlò alla portinaia e fece entrare Pietro. E la giovane portinaia
disse a Pietro: «Non sei anche tu uno dei discepoli di quest'uomo?».
Egli rispose: «Non lo sono».
Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva
freddo, e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scaldava.
Il sommo sacerdote, dunque, interrogò Gesù riguardo ai suoi
discepoli e al suo insegnamento.
Gesù gli rispose: «Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre
insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono,
e non ho mai detto nulla di nascosto.
Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho
detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto».
Appena detto questo, una delle guardie presenti diede uno schiaffo
a Gesù, dicendo:«Così rispondi al sommo sacerdote?».
Gli rispose Gesù: «Se ho parlato male, dimostrami dov'è il male.
Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?».
Allora Anna lo mandò, con le mani legate, a Caifa, il sommo sacerdote.
Non sei anche tu uno dei suoi discepoli? Non lo sono!
Intanto Simon Pietro stava lì a scaldarsi.
Gli dissero: «Non sei anche tu uno dei suoi discepoli?».
Egli lo negò e disse: «Non lo sono». Ma uno dei servi del sommo sacerdote,
parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l'orecchio, disse: «Non ti ho
forse visto con lui nel giardino?». Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò.
Il mio regno non è di questo mondo
Condussero poi Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio.
Era l'alba ed essi non vollero entrare nel pretorio, per non
contaminarsi e poter mangiare la Pasqua.
Pilato dunque uscì verso di loro e domandò: «Che accusa portate
contro quest'uomo?».
Gli risposero: «Se costui non fosse un malfattore, non
te l'avremmo consegnato».
Allora Pilato disse loro: «Prendetelo voi e giudicatelo secondo
la vostra Legge!».
Gli risposero i Giudei: «A noi non è consentito mettere a morte nessuno».
Così si compivano le parole che Gesù aveva detto, indicando di
quale morte doveva morire.
Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù
e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?».
Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?».
Pilato disse: «Sono forse io Giudeo?
La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me.
Che cosa hai fatto?».Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo;
se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero
combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio
regno non è di quaggiù».
Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?».
Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re.
Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo:
per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità,
ascolta la mia voce». Gli dice Pilato: «Che cos'è la verità?».
E, detto questo, uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: «Io non
trovo in lui colpa alcuna. Vi è tra voi l'usanza che, in occasione
della Pasqua, io rimetta uno in libertà per voi: volete dunque
che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?».
Allora essi gridarono di nuovo: «Non costui, ma Barabba!».
Barabba era un brigante.
Salve, re dei Giudei!
Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare.
E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero
sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora.
Poi gli si avvicinavano e dicevano: «Salve, re dei Giudei!».
E gli davano schiaffi.
Pilato uscì fuori di nuovo e disse loro: «Ecco, io ve lo conduco fuori,
perché sappiate che non trovo in lui colpa alcuna».
Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora.
E Pilato disse loro: «Ecco l'uomo!».
Come lo videro, i capi dei sacerdoti e le guardie gridarono:
«Crocifiggilo! Crocifiggilo!».
Disse loro Pilato: «Prendetelo voi e crocifiggetelo; io in lui non trovo colpa».
Gli risposero i Giudei:«Noi abbiamo una Legge e secondo
la Legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio».
All'udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura.
Entrò di nuovo nel pretorio e disse a Gesù:«Di dove sei tu?».
Ma Gesù non gli diede risposta. Gli disse allora Pilato: «Non mi parli?
Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?».
Gli rispose Gesù: «Tu non avresti alcun potere su di me, se ciò non ti fosse
stato dato dall'alto.
Per questo chi mi ha consegnato a te ha un peccato più grande».
Via! Via! Crocifiggilo!
Da quel momento Pilato cercava di metterlo in libertà.
Ma i Giudei gridarono: «Se liberi costui, non sei amico di Cesare!
Chiunque si fa re si mette contro Cesare».
Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette
in tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà.
Era la Parascève della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse
ai Giudei: «Ecco il vostro re!».
Ma quelli gridarono: «Via! Via! Crocifiggilo!».
Disse loro Pilato: «Metterò in croce il vostro re?».
Risposero i capi dei sacerdoti: «Non abbiamo altro re che Cesare».
Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso.
Lo crocifissero e con lui altri due
Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo
detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con
lui altri due, uno da una parte e uno dall'altra, e Gesù in mezzo.
Pilato compose anche l'iscrizione e la fece porre sulla croce;
vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei».
Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove
Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico,
in latino e in greco. I capi dei sacerdoti dei Giudei dissero
allora a Pilato: «Non scrivere: "Il re dei Giudei", ma: "Costui
ha detto: Io sono il re dei Giudei"».
Rispose Pilato: «Quel che ho scritto, ho scritto».
Si sono divisi tra loro le mie vesti
I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti,
ne fecero quattro parti - una per ciascun soldato -, e la tunica.
Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d'un pezzo da cima a fondo.
Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca».
Così si compiva la Scrittura, che dice: «Si sono divisi tra loro le mie vesti
e sulla mia tunica hanno gettato la sorte». E i soldati fecero così.
Ecco tuo figlio! Ecco tua madre!
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre,
Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala.
Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che
egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!».
Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell'ora il
discepolo l'accolse con sé.
Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto,
affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un
vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto,
in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca.
Dopo aver preso l'aceto, Gesù disse:«È compiuto!».
E, chinato il capo, consegnò lo spirito.
E subito ne uscì sangue e acqua
Era il giorno della Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero
sulla croce durante il sabato - era infatti un giorno solenne quel sabato -,
chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via.
Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all'uno e all'altro
che erano stati crocifissi insieme con lui.
Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono
le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco,
e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua
testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate.
Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: «Non gli sarà
spezzato alcun osso».
E un altro passo della Scrittura dice ancora:«Volgeranno lo sguardo
a colui che hanno trafitto».
Presero il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli insieme ad aromi
Dopo questi fatti Giuseppe di Arimatèa, che era discepolo di Gesù,
ma di nascosto, per timore dei Giudei, chiese a Pilato di
prendere il corpo di Gesù.
Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù.
Vi andò anche Nicodèmo - quello che in precedenza era andato
da lui di notte - e portò circa trenta chili di una mistura di mirra e di áloe.
Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme
ad aromi, come usano fare i Giudei per preparare la sepoltura.
Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel
giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto.
Là dunque, poiché era il giorno della Parascève dei Giudei
e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù.
Parola del Signore.
Pilato si pone una domanda; cos’è davvero la verità?
Egli non si rende conto che essa non è un concetto o un’idea filosofica,
ma una persona.
Quella persona, quel giorno, era davanti a lui; ma egli non seppe riconoscerlo.
La verità, in quel venerdì che avrebbe cambiato per sempre la
storia dell’umanità, era appesa a una croce con le braccia aperte;
è questo il segno della massima accoglienza, senza giudizio e senza condanna.
Se anche noi siamo alla ricerca della verità, non affanniamoci a cercarla
nei libri o negli uomini; andiamo davanti alla croce, e contempliamo
Colui che, da quel patibolo, ci indica la strada per giungere al Padre;
allora scopriremo ciò che abbiamo sempre cercato senza trovarlo mai.
Solo allora comprenderemo che la verità è qualcosa di cui 
si fa esperienza con il cuore.
Ecco quello che dobbiamo fare, rimanere vicino a Gesù, Via, 
Verità e Vita, adesso però è l’ora della preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.


mercoledì 16 aprile 2014

Il Vangelo del Giovedì 17 Aprile 2014

Dal Vangelo secondo Giovanni (13,1-15) anno A.
Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta
la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato
i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.
Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda,
figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre
gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava,
si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse
attorno alla vita. Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare
i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugamano di cui si era cinto.
Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?».
Rispose Gesù:«Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo».
Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!».
Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me».
Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!».
Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi
ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti».
Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».
Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo
e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi?
Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono.
Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche
voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti,
perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».
Parola del Signore.
Non si può comprendere il senso profondo dell’Eucaristia,
se non in un contesto di servizio e di dono di sé.
Il rituale della cena ebraica prevedeva che il capofamiglia lavasse
le mani dei convitati, ma non i piedi; questo gesto era considerato
talmente umiliante che non veniva richiesto nemmeno agli schiavi.
Ma è proprio questo che il Signore, in quella notte benedetta, volle insegnare.
Solo se ci si abbassa e si vive in un profondo atteggiamento
di umiltà si può capire il mistero di un Dio che si fa uomo
e che si consegna agli uomini suoi fratelli.
Se non c’è questa disposizione d’animo, riduciamo l’Eucaristia
a un fatto di culto liturgico e nulla più.
In questo giorno adoriamo con il cuore l’Eucaristia,
perché possiamo trovare luce e comprendere il valore dell’umiltà.
Solo se saremo umili capiremo il vero amore del Signore,
perciò chiediamogli questa grazia attraverso la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.


martedì 15 aprile 2014

Il Vangelo del Mercoledì 14 Aprile 2014

Dal Vangelo secondo Matteo (26,14-25) anno A.
In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta,
andò dai capi dei sacerdoti e disse:«Quanto volete darmi
perché io ve lo consegni?».
E quelli gli fissarono trenta monete d'argento.
Da quel momento cercava l'occasione propizia per consegnare Gesù.
Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù
e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu
possa mangiare la Pasqua?».
Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: "Il Maestro dice:
Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli"».
I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.
Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici.
Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà».
Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno
a domandargli: «Sono forse io, Signore?».
Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto,
è quello che mi tradirà.
Il Figlio dell'uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a
quell'uomo dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito!
Meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!». Giuda,
il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?».
Gli rispose: «Tu l'hai detto».
Parola del Signore.
È triste vedere a quale fine si autocondanna Giuda.
Egli, ormai completamente accecato dalla sua brama di possesso
e deluso dal fatto che Gesù non ha corrisposto alle sue manie
di grandezza, lo vende al sinedrio.
Di per sé, è già odioso considerare il tradimento di un amico;
ma quanto più odioso è il tradimento, se colui che si tradisce
è la stessa persona che, solo qualche minuto prima, ha chiamato
amico proprio colui che lo tradirà.
Dobbiamo fare molta attenzione, nella nostra vita, barattare l’amicizia
di Gesù per altre cose è molto più comune di quanto noi pensiamo.
Il compromesso, il rispetto umano e il calcolo conveniente ci fanno
mettere da parte con disinvoltura la nostra presunta amicizia con Lui,
e gli riserviamo nuovamente l’esperienza del tradimento.
Attenzione perciò, perché quando cadiamo nel peccato automaticamente
tradiamo Gesù, per non cadere nella tentazione preghiamo.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.

lunedì 14 aprile 2014

Il Vangelo del Martedì 15 Aprile 2014

Dal Vangelo secondo Giovanni (13,21-33.36-38) anno A.
In quel tempo, [mentre era a mensa con i suoi discepoli,]
Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità,
in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà».
I discepoli si guardavano l'un l'altro, non sapendo bene di chi parlasse.
Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola
al fianco di Gesù.
Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava.
Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse:«Signore, chi è?».
Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò».
E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta.
Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui.
Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto».
Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni
infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli
avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse
dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte.
Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato,
e Dio è stato glorificato in lui.
Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte
sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi;
voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi:
dove vado io, voi non potete venire».
Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?».
Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi;
mi seguirai più tardi».
Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora?
Darò la mia vita per te!».
Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me?
In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima
che tu non m'abbia rinnegato tre volte».
Parola del Signore.
Il turbamento di Gesù, non è nella carne, ma nello spirito,
è provocato da ciò che sta per dire: “Uno di voi mi tradirà”.
Il Maestro, nell’imminenza della morte, prende coscienza dell’evento
che per Lui è più doloroso della fine della sua vita; è la cancellazione
di un rapporto d’amore che l’ha legato a Giuda nei lunghi giorni trascorsi
insieme, nel tentativo di consegnare la sua missione di Messia.
In quest’ora suprema, Giovanni annota il turbamento di un Dio che ha
voluto assumere i sentimenti umani, la sofferenza, la gioia, il dolore.
Quanti momenti simili sono presenti nella nostra esistenza,
anche per motivi meno tragici.
L’esempio di questa vicinanza di Gesù ci aiuta a viverli con maggior
forza e abbandono a Colui che conosce il nostro cuore fino in fondo,
che non è venuto a spiegarci il dolore, ma a soffrirlo prima di noi e con noi.
Ecco la nostra speranza, perciò, preghiamo.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.

Il Vangelo del Lunedì 14 Aprile 2014

Dal Vangelo secondo Giovanni (12,1-11) anno A.
Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove
si trovava Làzzaro, che egli aveva risuscitato dai morti.
E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Làzzaro
era uno dei commensali.
Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo,
assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con
i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell'aroma di quel profumo.
Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo,
disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento
denari e non si sono dati ai poveri?».
Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un
ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro.
Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della
mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».
Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava
là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Làzzaro che
egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero
di uccidere anche Làzzaro, perché molti Giudei se ne andavano
a causa di lui e credevano in Gesù.
Parola del Signore.
I capi dei sacerdoti rivelano la loro massima ostinazione,
arrivando persino a decidere di uccidere Lazzaro.
La sua unica colpa, evidentemente, è quella di essere testimone della potenza
e della misericordia di Gesù, il quale ha risvegliato l’amico dal sonno della morte.
È davvero triste considerare che ci sono persone dal cuore
talmente duro da essere refrattarie all’amore di Dio.
Eppure, non dobbiamo farci illusioni; spesso, senza renderci conto,
anche noi manifestiamo la stessa durezza nei confronti di Dio.
Non dobbiamo guardare gli altri; anche noi manifestiamo lo stesso
atteggiamento quando non ci fidiamo degli altri o vorremmo, proprio
come Giuda, dare un prezzo a cose sacre come l’amicizia o il perdono.
Impariamo da Gesù l’amore e la gratuità, non è assolutamente facile,
dobbiamo pregare tanto.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.



sabato 12 aprile 2014

Il Vangelo della Domenica delle Palme




Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Matteo
(26,14- 27,66) anno A.
In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi
dei sacerdoti e disse:«Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?».
E quelli gli fissarono trenta monete d'argento.
Da quel momento cercava l'occasione propizia per consegnarlo.
Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli
dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa
mangiare la Pasqua?».
Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: "Il Maestro dice:
Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli"».
I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.
Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici.
Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà».
Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a
 domandargli: «Sono forse io, Signore?».
Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto,
è quello che mi tradirà.
Il Figlio dell'uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell'uomo
dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito!
Meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!».
Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l'hai detto».
Ora, mentre mangiavano, Gesù prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e,
mentre lo dava ai discepoli, disse: «Prendete, mangiate: questo è il mio corpo».
Poi prese il calice, rese grazie e lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, perché questo
è il mio sangue dell'alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati.
Io vi dico che d'ora in poi non berrò di questo frutto della vite fino al giorno
in cui lo berrò nuovo con voi, nel regno del Padre mio».
Dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.
Allora Gesù disse loro: «Questa notte per tutti voi sarò motivo di scandalo.
Sta scritto infatti: Percuoterò il pastore e saranno disperse le pecore del gregge.
Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea».
Pietro gli disse: «Se tutti si scandalizzeranno di te, io non mi scandalizzerò mai».
Gli disse Gesù: «In verità io ti dico: questa notte, prima che il gallo canti,
tu mi rinnegherai tre volte».
Pietro gli rispose: «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò».
Lo stesso dissero tutti i discepoli.
Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai
discepoli: «Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare».
E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia.
E disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me».
Andò un poco più avanti, cadde faccia a terra e pregava,
dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi via da me questo calice!
Però non come voglio io, ma come vuoi tu!».
Poi venne dai discepoli e li trovò addormentati.
E disse a Pietro: «Così, non siete stati capaci di vegliare con me una sola ora?
Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione.
Lo spirito è pronto, ma la carne è debole».
Si allontanò una seconda volta e pregò dicendo: «Padre mio, se questo
calice non può passare via senza che io lo beva, si compia la tua volontà».
Poi venne e li trovò di nuovo addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti.
Li lasciò, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole.
Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: «Dormite pure e riposatevi!
Ecco, l'ora è vicina e il Figlio dell'uomo viene consegnato in mano ai peccatori.
Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino».
Mentre ancora egli parlava, ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una grande
folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti e dagli anziani del popolo.
Il traditore aveva dato loro un segno, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!».
Subito si avvicinò a Gesù e disse: «Salve, Rabbì!». E lo baciò.
E Gesù gli disse: «Amico, per questo sei qui!». Allora si fecero avanti,
misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono.
Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù impugnò la spada, la estrasse
e colpì il servo del sommo sacerdote, staccandogli un orecchio.
Allora Gesù gli disse: «Rimetti la tua spada al suo posto, perché tutti quelli
che prendono la spada, di spada moriranno.
O credi che io non possa pregare il Padre mio, che metterebbe subito
a mia disposizione più di dodici legioni di angeli?
Ma allora come si compirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire?».
In quello stesso momento Gesù disse alla folla: «Come se fossi
un ladro siete venuti a prendermi con spade e bastoni.
Ogni giorno sedevo nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato.
Ma tutto questo è avvenuto perché si compissero le Scritture dei profeti».
Allora tutti i discepoli lo abbandonarono e fuggirono.
Quelli che avevano arrestato Gesù lo condussero dal sommo sacerdote
Caifa, presso il quale si erano riuniti gli scribi e gli anziani.
Pietro intanto lo aveva seguito, da lontano, fino al palazzo del sommo sacerdote;
entrò e stava seduto fra i servi, per vedere come sarebbe andata a finire.
I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una falsa testimonianza c
ontro Gesù, per metterlo a morte; ma non la trovarono, sebbene si fossero
presentati molti falsi testimoni.
Finalmente se ne presentarono due, che affermarono: «Costui ha
dichiarato: "Posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni"».
Il sommo sacerdote si alzò e gli disse: «Non rispondi nulla? Che cosa
testimoniano costoro contro di te?».
Ma Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse: «Ti scongiuro,
per il Dio vivente, di dirci se sei tu il Cristo, il Figlio di Dio».
«Tu l'hai detto - gli rispose Gesù -; anzi io vi dico: d'ora innanzi vedrete il
Figlio dell'uomo seduto alla destra della Potenza e venire sulle nubi del cielo».
Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: «Ha bestemmiato!
Che bisogno abbiamo ancora di testimoni?
Ecco, ora avete udito la bestemmia; che ve ne pare?».
E quelli risposero:«È reo di morte!».
Allora gli sputarono in faccia e lo percossero; altri lo schiaffeggiarono,
dicendo: «Fa' il profeta per noi, Cristo! Chi è che ti ha colpito?».
Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel cortile.
Una giovane serva gli si avvicinò e disse:«Anche tu eri con Gesù, il Galileo!».
Ma egli negò davanti a tutti dicendo: «Non capisco che cosa dici».
Mentre usciva verso l'atrio, lo vide un'altra serva e disse ai presenti: «Costui
era con Gesù, il Nazareno».
Ma egli negò di nuovo, giurando: «Non conosco quell'uomo!».
Dopo un poco, i presenti si avvicinarono e dissero a Pietro: «È vero, anche
tu sei uno di loro: infatti il tuo accento ti tradisce!».
Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell'uomo!».
E subito un gallo cantò.
E Pietro si ricordò della parola di Gesù, che aveva detto: «Prima che il gallo
canti, tu mi rinnegherai tre volte». E, uscito fuori, pianse amaramente.
Venuto il mattino, tutti i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo
tennero consiglio contro Gesù per farlo morire.
Poi lo misero in catene, lo condussero via e lo consegnarono al governatore Pilato.
Allora Giuda - colui che lo tradì -, vedendo che Gesù era stato condannato,
preso dal rimorso, riportò le trenta monete d'argento ai capi dei sacerdoti
e agli anziani, dicendo: «Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente».
Ma quelli dissero: «A noi che importa? Pensaci tu!».
Egli allora, gettate le monete d'argento nel tempio, si allontanò e andò a impiccarsi.
I capi dei sacerdoti, raccolte le monete, dissero: «Non è lecito metterle
nel tesoro, perché sono prezzo di sangue».
Tenuto consiglio, comprarono con esse il «Campo del vasaio» per la
sepoltura degli stranieri.
Perciò quel campo fu chiamato «Campo di sangue» fino al giorno d'oggi.
Allora si compì quanto era stato detto per mezzo del profeta Geremia:
E presero trenta monete d'argento, il prezzo di colui che a tal prezzo
fu valutato dai figli d'Israele, e le diedero per il campo del vasaio,
come mi aveva ordinato il Signore.
Gesù intanto comparve davanti al governatore, e il governatore lo
interrogò dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Tu lo dici».
E mentre i capi dei sacerdoti e gli anziani lo accusavano, non rispose nulla.
Allora Pilato gli disse: «Non senti quante testimonianze portano contro di te?».
Ma non gli rispose neanche una parola, tanto che il governatore rimase assai stupito.
A ogni festa, il governatore era solito rimettere in libertà per la folla un carcerato,
a loro scelta.
In quel momento avevano un carcerato famoso, di nome Barabba.
Perciò, alla gente che si era radunata, Pilato disse: «Chi volete
che io rimetta in libertà per voi: Barabba o Gesù, chiamato Cristo?».
Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia.
Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: «Non avere a che
fare con quel giusto, perché oggi, in sogno, sono stata molto turbata per causa sua».
Ma i capi dei sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a chiedere
Barabba e a far morire Gesù.
Allora il governatore domandò loro: «Di questi due, chi volete che
io rimetta in libertà per voi?».Quelli risposero: «Barabba!».
Chiese loro Pilato: «Ma allora, che farò di Gesù, chiamato Cristo?».
Tutti risposero: «Sia crocifisso!».
Ed egli disse: «Ma che male ha fatto?». Essi allora gridavano più forte: «Sia crocifisso!».
Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto aumentava, prese
dell'acqua e si lavò le mani davanti alla folla, dicendo: «Non sono responsabile
di questo sangue. Pensateci voi!».
E tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli».
Allora rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù,
lo consegnò perché fosse crocifisso.
Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli
radunarono attorno tutta la truppa.
Lo spogliarono, gli fecero indossare un mantello scarlatto, intrecciarono
una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero una canna nella mano destra.
Poi, inginocchiandosi davanti a lui, lo deridevano: «Salve, re dei Giudei!».
Sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo.
Dopo averlo deriso, lo spogliarono del mantello e gli rimisero le sue vesti,
poi lo condussero via per crocifiggerlo.
Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone,
e lo costrinsero a portare la sua croce.
Giunti al luogo detto Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», gli diedero
da bere vino mescolato con fiele. Egli lo assaggiò, ma non ne volle bere.
Dopo averlo crocifisso, si divisero le sue vesti, tirandole a sorte.
Poi, seduti, gli facevano la guardia.
Al di sopra del suo capo posero il motivo scritto della sua
condanna: «Costui è Gesù, il re dei Giudei».
Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra.
Quelli che passavano di lì lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Tu,
che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso,
se tu sei Figlio di Dio, e scendi dalla croce!».
Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi e gli anziani, facendosi beffe
di lui dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso!
È il re d'Israele; scenda ora dalla croce e crederemo in lui.
Ha confidato in Dio; lo liberi lui, ora, se gli vuol bene.
Ha detto infatti: "Sono Figlio di Dio"!».
Anche i ladroni crocifissi con lui lo insultavano allo stesso modo.
A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio.
Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?»,
che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?».
Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia».
E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di aceto,
la fissò su una canna e gli dava da bere.
Gli altri dicevano: «Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!».
Ma Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito.
Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo,
la terra tremò, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi
di santi, che erano morti, risuscitarono.
Uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città
santa e apparvero a molti.
Il centurione, e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, alla vista
del terremoto e di quello che succedeva, furono presi da grande timore
e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio!».
Vi erano là anche molte donne, che osservavano da lontano;
esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo.
Tra queste c'erano Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe,
e la madre dei figli di Zebedeo.
Venuta la sera, giunse un uomo ricco, di Arimatea, chiamato Giuseppe;
anche lui era diventato discepolo di Gesù.
Questi si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù.
Pilato allora ordinò che gli fosse consegnato.
Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito e lo depose
nel suo sepolcro nuovo, che si era fatto scavare nella roccia; rotolata
poi una grande pietra all'entrata del sepolcro, se ne andò.
Lì, sedute di fronte alla tomba, c'erano Maria di Màgdala e l'altra Maria.
Il giorno seguente, quello dopo la Parasceve, si riunirono presso Pilato
 i capi dei sacerdoti e i farisei, dicendo: «Signore, ci siamo ricordati che
quell'impostore, mentre era vivo, disse: "Dopo tre giorni risorgerò".
Ordina dunque che la tomba venga vigilata fino al terzo giorno, perché
non arrivino i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: "È risorto dai morti".
Così quest'ultima impostura sarebbe peggiore della prima!».
Pilato disse loro: «Avete le guardie: andate e assicurate la sorveglianza
come meglio credete».
Essi andarono e, per rendere sicura la tomba, sigillarono la pietra
e vi lasciarono le guardie.
Parola del Signore.
L’evangelista nota che, alla morte di Gesù, i corpi dei santi e dei
giusti d’Israele sorsero a testimoniare la grandezza dell’evento.
La morte di Gesù donò la vita, siamo stati ammessi alla vita nuova,
nella comunione vera con il Padre.
Per questo il velo del tempio si squarciò in due ; non vi è più divisione
o lontananza tra Dio e gli uomini; nelle braccia inchiodate di Gesù si ricompone,
in un unico abbraccio, la nuova ed eterna alleanza tra Dio e ciascuno di noi.
Con quanta gratitudine dobbiamo vivere questo giorno!
Esso ci ricorda che Egli ci ha aperto il suo regno di pace e di amore; dobbiamo
solo perseverare in esso, adorando il mistero di Dio che si fa uomo
e che per noi sale sulla croce; Egli si fa separazione e peccato perché
noi possiamo vivere in piena comunione con Dio.
Ecco il vero amore, il Signore si dona per riportarci alla luce,
e per questo dobbiamo pregare.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.