giovedì 9 agosto 2012

Il Vangelo del Venerdì 10 Agosto 2012

Dal Vangelo secondo Giovanni (12,24-26) anno B.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “In verità,
in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra
non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.
Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo

mondo la conserverà per la vita eterna.
Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io,

là sarà anche il mio servo.
Se uno mi serve, il Padre lo onorerà”.
Parola del Signore.
Nella storia della Chiesa , il martirio ha sempre avuto
una grandissima forza
di testimonianza: Lorenzo, diacono a Roma, è l’espressione di quella carità
per i poveri e di quell’amore per Cristo che permette di percorrere la stessa
via sulla quale Egli per primo ha voluto camminare.
Forse può sembrarci impossibile donare la vita per Gesù, visto che tante
volte non siamo nemmeno capaci di rinunciare, per Lui, alle cose più elementari:
eppure, ciò che spinge a donare persino la vita per è l’amore: quando vogliamo
bene ad una persona, facciamo per lei le più grandi pazzie.
I martiri, queste pazzie, le hanno fatte per Dio.
Possiamo provare, giorno dopo giorno, a fare qualcosa di bello per Dio:
sarà la più bella dimostrazione del nostro amore per Lui.
Coraggio, dimostriamogli che lo amiamo veramente, offriamogli la nostra
vita e le nostre sofferenze accettate con amore, sarò un grande segno
d’amore per Lui, per riuscirci preghiamo.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come

noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.



mercoledì 8 agosto 2012

Il Vangelo del Giovadì 9 Agosto 2012

Dal Vangelo secondo Matteo (25,1-13) anno B.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
“Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le l
oro lampade, uscirono incontro allo sposo.
Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte

presero le lampade, ma non presero con sé olio;
le sagge invece, insieme alle lampade,
presero anche dell'olio in piccoli vasi.
Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono.
A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro!
Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade.
E le stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono.
Ma le sagge risposero: No, che non abbia a mancare per noi e per voi;

andate piuttosto dai venditori e compratevene.
Ora, mentre quelle andavano per comprare l'olio, arrivò lo sposo e le vergini

che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa.
Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, signore, aprici!
Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco.
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora.

Parola del Signore.
Gesù, per essere compreso dai suoi ascoltatori, si ispira alle feste di nozze in uso
al suo tempo: lo sposo, accompagnato dagli amici, si recava alla sua nuova
abitazione, dove la sposa, con altre vergini, attendeva il suo arrivo,
tra i canti e le luci accese.
Lo sposo, Gesù, in questo caso tarda ad arrivare: questo mette alla prova
la capacità di attendere vigilanti i cristiani.
Ciò che manca è l’olio: per molti, simbolo della fede.
Quando sembra che Dio si sia dimenticato della sua Chiesa, è necessario riempire
nuovamente le proprie lampade con l’olio della fede incrollabile.
Dio verrà certamente e darà la sua ricompensa a coloro che lo hanno atteso
senza dormire tra gli stordimenti del mondo che distolgono da una vera attesa.
Teniamo sempre con noi la scorta dell’olio dell’attesa che è la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come

noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.



martedì 7 agosto 2012

Il Vangelo del Mercoledì 8 Agosto 2012

Dal Vangelo secondo Matteo (15,21-28) anno B.
In quel tempo, partito di là, Gesù si diresse verso
le parti di Tiro e Sidone.
Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quelle regioni,

si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide.
Mia figlia è crudelmente tormentata da un demonio».
Ma egli non le rivolse neppure una parola.

Allora i discepoli gli si accostarono implorando:
«Esaudiscila, vedi come ci grida dietro».
Ma egli rispose: «Non sono stato inviato che alle

pecore perdute della casa di Israele».
Ma quella venne e si prostrò dinanzi a lui dicendo: «Signore, aiutami!».
Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli per gettarlo ai cagnolini».
«E' vero, Signore, disse la donna, ma anche i cagnolini si cibano delle briciole

che cadono dalla tavola dei loro padroni».
Allora Gesù le replicò: «Donna, davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto

come desideri». E da quell'istante sua figlia fu guarita.
Parola del Signore.
Lodando la donna Cananea, Gesù ci dà un importante insegnamento:
avere fede nella sua potenza non è un fatto di categoria sociale o religiosa:
non è nemmeno un fatto legato alla nostra presunta coscienza pulita.
Nei Vangeli, alcuni degli atti di fede più profondi vengono proprio dai peccatori, cioè da coloro
che nessuno avrebbe considerato destinatari di alcun tipo di attenzione da parte di Dio.
Questa donna sconosciuta, pagana in quanto a provenienza, in realtà dimostra
di essere la primizia di quel nuovo popolo di credenti.
Non chiudiamoci dietro i nostri presunti privilegi di fede legati alla tradizione
religiosa in cui siamo nati: potremmo restare sorpresi dalla fede pura che viene
da quelle persone dalle quali meno ce lo aspettiamo.
Non andiamo incontro a brutte figure, crediamo veramente al Signore Gesù,
seguiamo il suo insegnamento cominciando con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come

noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.



lunedì 6 agosto 2012

Il Vangelo del Martedì 7 Agosto 2012

Dal Vangelo secondo Matteo (14,22-36) anno B.
In quei giorni, dopo che ebbe saziato la folla, Gesù ordinò ai discepoli di salire sulla barca e di precederlo sull'altra sponda, mentre egli avrebbe congedato la folla.
Congedata la folla, salì sul monte, solo, a pregare.

Venuta la sera, egli se ne stava ancora solo lassù.
La barca intanto distava già qualche miglio da terra ed

era agitata dalle onde, a causa del vento contrario.
Verso la fine della notte egli venne verso di loro

camminando sul mare.
I discepoli, a vederlo camminare sul mare, furono turbati e dissero:

«E' un fantasma» e si misero a gridare dalla paura.
Ma subito Gesù parlò loro: «Coraggio, sono io, non abbiate paura».
Pietro gli disse: «Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque».
Ed egli disse: «Vieni!». Pietro, scendendo dalla barca, si mise a camminare

sulle acque e andò verso Gesù.
Ma per la violenza del vento, s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!».
E subito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?».
Appena saliti sulla barca, il vento cessò.
Quelli che erano sulla barca gli si prostrarono davanti, esclamando:

«Tu sei veramente il Figlio di Dio!».
Compiuta la traversata, approdarono a Genèsaret.
E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione;

gli portarono tutti i malati, e lo pregavano di poter toccare almeno l'orlo del suo mantello.
E quanti lo toccavano guarivano. Parola del Signore.
Pietro, come al solito irruento, vuole sperimentare la potenza di Gesù e la sua divinità:
egli vorrebbe in qualche modo comandare agli elementi proprio come fa il Maestro,
andando contro le regole della natura.
E ci riuscirebbe anche, se non avesse una fede troppo languida e debole:
Gesù gli permette di fare la sua stessa esperienza, ma ciò che è davvero importante non
è la capacità di fare miracoli, quanto quella di fidarsi di Gesù
nonostante tutte le tempeste della vita.
Questo brano evangelico vuole insegnarci che non dobbiamo avere paura di tutte
quelle tempeste che, in qualche modo possono scuotere la nostra vita.
L’unica cosa, a cui dobbiamo essere ancorati, è proprio la mano premurosa
di Gesù che ci guida alla salvezza nonostante tutto.
Non dobbiamo avere paura, neanche quando ci sembra di essere alla deriva,
fidiamoci di Gesù, Lui sa come salvarci, a noi solo la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come

noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.



domenica 5 agosto 2012

Il Vangelo del Lunedì 6 Agosto 2012

Dal Vangelo secondo Marco (9,2-10) anno B.
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e
Giovanni e li portò sopra un monte alto, in un luogo
appartato, loro soli.
Si trasfigurò davanti a loro e le sue vesti divennero
splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra
potrebbe renderle così bianche.
E apparve loro Elia con Mosè e discorrevano con Gesù.
Prendendo allora la parola, Pietro disse a Gesù:

«Maestro, è bello per noi stare qui; facciamo tre tende,
una per te, una per Mosè e una per Elia!».
Non sapeva infatti che cosa dire, poiché erano stati presi dallo spavento.
Poi si formò una nube che li avvolse nell'ombra e uscì una voce dalla nube:

«Questi è il Figlio mio prediletto; ascoltatelo!».
E subito guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo con loro.
Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare a nessuno ciò che

avevano visto, se non dopo che il Figlio dell'uomo fosse risuscitato dai morti.
Ed essi tennero per sé la cosa, domandandosi però che

cosa volesse dire risuscitare dai morti.
Parola del Signore.
L’esperienza della Trasfigurazione vissuta dagli apostoli fu per loro sconcertante:
lo stesso Simone, a distanza di tanti anni, è in grado di ricordare l’effetto che ebbe su
di lui quell’evento, tanto da trasmetterlo a coloro ai quali egli lo testimoniò per iscritto.
Ma Pietro ha anche capito che se Gesù concesse loro di vedere qualcosa della sua divinità
non fu tanto per dare loro una dimostrazione vana, né tantomeno per distaccarli dalla realtà.
Egli vuole rafforzare la loro fede in Lui in vista della sua imminente passione,
nella quale la loro fede avrebbe vacillato.
Gesù vuole ricordarci che non può esserci una gloria vera se prima non
si passa per il mistero del Calvario.
Questa è l’unica condizione per accedere ad una vera e perenne risurrezione.
Coraggio, davanti alle nostre sofferenze, portate con amore, non prendiamo paura,
ma offriamole al Signore per avere la gloria aiutandoci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come

noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.








sabato 4 agosto 2012

Il Vangelo della 18° Domenica del Tempo Ordinario

Dal Vangelo secondo Giovanni (6,24-35) anno B.
In quel tempo, quando dunque la folla vide che Gesù non
era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e
si diresse alla volta di Cafarnao alla ricerca di Gesù.
Trovatolo di là dal mare, gli dissero: «Rabbì,

quando sei venuto qua?».
Gesù rispose: «In verità, in verità vi dico, voi mi cercate

non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato
di quei pani e vi siete saziati.
Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che

il Figlio dell'uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo».
Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?».
Gesù rispose: «Questa è l'opera di Dio: credere in colui che egli ha mandato».
Allora gli dissero: «Quale segno dunque tu fai perché vediamo e possiamo crederti?

Quale opera compi?
I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto:

Diede loro da mangiare un pane dal cielo».
Rispose loro Gesù: «In verità, in verità vi dico: non Mosè vi ha dato il pane

dal cielo, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo, quello vero;
il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».
Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane».
Gesù rispose: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più

fame e chi crede in me non avrà più sete.
Parola del Signore.
Riempita da un pranzo inaspettato, la gente vede Gesù che fugge quando sta per
essere incoronato re.
Eravamo rimasti qui, domenica scorsa, in questa lunga e appassionante pagina
del vangelo di Giovanni sul pane di vita.
Il gesto del ragazzo che, dando quel poco che ha, sfama la folla, aveva caratterizzato
la nostra riflessione.
E da qui riprendiamo; la folla, raggiunto Gesù, riceve un rimprovero che è una
constatazione amara; non lo sta cercando per le parole pronunciate né per la forza
del gesto che invitava a condividere quel poco che ognuno ha, come ha fatto
il ragazzo alla faccia degli apostoli—ragionieri.
Gesù accusa la folla; lo sta cercando per il cibo ricevuto.
Ha capito l’esatto contrario; Dio sfama gratis.
La folla chiede un segno; così come Mosè diede da mangiare la manna nel deserto, e Gesù
fa un’affermazione straordinaria; il pane della vita eterna, che non perisce, che sazia, è Lui.
Non vi ritrovate? Sforzatevi di farlo!
La stragrande maggioranza delle persone che incontro e che si dichiarano cristiane o, comunque credenti, ha una visione di Dio simile a quella che ne ha la gente di Cafarnao; Dio è qualcuno di soprannaturale, di potente che si affretta a sfamare il popolo compiendo miracoli.
In fondo in fondo non c’interessa che cosa voglia Dio, o che cosa Lui pensi.
So io in che cosa consiste la mia felicità, a Lui di esaudirla.
Il rapporto con Dio diventa, allora, un’eterna tangentopoli, ottengo favori da questo
potentissimo amico in cambio di qualche promessa o qualche preghiera.
Preghiera che poche consiste nel cercare la volontà di Dio e il più delle volte nel
convincere Dio a esaudire la mia volontà.
Si tratta di un Dio che sfama, insomma, un Dio assicuratore a cui mi rivolgo per quadrare la vita.
È una pretesa assurda, che finisce col distaccarmi completamente dalla sua presenza; Dio, incompreso, fugge lontano.
Per che cosa cerchiamo Dio?
Per che cosa lo inseguiamo, ansiosi di vedere esaudito qualche nostro progetto?
Gesù, amante ferito, replica, disputa, cerca di convertire il nostro cuore e ci porta a una riflessione; nella nostra vita dimorano una fame e una sete insaziabili che attraversano tutti i nostri desideri.
È la ricchezza della felicità a cui disperatamente rincorriamo.
Purtroppo, però, sovente decidiamo noi in che cosa riporla.
E Dio dovrebbe darci una mano.
No….! Dio solo può saziare, Lui solo può portarci a non avere più fame e sete.
Lui solo è la salvezza.
Non lasciamoci sfuggire l’occasione di riempire il nostro cuore, non corriamo il rischio
di morire di sete a pochi metri da una sorgente d’acqua!
Santa Domenica, assetati di Dio, Fausto.  
 

venerdì 3 agosto 2012

Il Vangelo del Sabato 4 Agosto 2012

Dal Vangelo secondo Matteo (14,1-12) anno B.
In quel tempo il tetrarca Erode ebbe notizia della
fama di Gesù.
Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni

il Battista risuscitato dai morti;
per ciò la potenza dei miracoli opera in lui».
Erode aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto

incatenare e gettare in prigione per causa di Erodìade, moglie di Filippo suo fratello.
Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla!».
Benché Erode volesse farlo morire, temeva il popolo perché lo considerava un profeta.
Venuto il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto

a Erode che egli le promise con giuramento di darle tutto quello che avesse domandato.
Ed essa, istigata dalla madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista».
Il re ne fu contristato, ma a causa del giuramento e dei commensali

ordinò che le fosse data e mandò a decapitare Giovanni nel carcere.
La sua testa venne portata su un vassoio e fu data alla fanciulla, ed ella la portò a sua madre.
I suoi discepoli andarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informarne Gesù.
Parola del Signore.

Dire la verità costa sempre qualcosa; questo perché in genere siamo molto attenti
ad ascoltare coloro che ci adulano per le nostre presunte qualità, mentre guardiamo
con sospetto e fastidio quelli che ci fanno notare i nostri limiti o incoerenze.
Chi dice la verità, dunque, è destinato all’isolamento e al rifiuto, se non addirittura al martirio.
Eppure i veri profeti quando vengono zittiti, trovano sempre il modo
di essere eloquenti, anche senza le parole.
In questa vicenda, Giovanni continua a parlare anche dopo la sua morte; la sua testimonianza
è quella della coerenza che si scontra con la tenebra dell’interesse e del compromesso morale.
Quando la nostra vita diventerà una parola eloquente che richiama
gli altri alle esigenze evangeliche?
Quando sapremo metterci al servizio del Signore, iniziamo allora con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come

noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.