In quel tempo, mentre si trovavano insieme in Galilea,
Gesù disse loro: «Il Figlio dell'uomo sta per esser consegnato
nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà».
Ed essi furono molto rattristati.
Venuti a Cafarnao, si avvicinarono a Pietro gli esattori
della tassa per il tempio e gli dissero: «Il vostro maestro
non paga la tassa per il tempio?».
Rispose: «Sì». Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: «Che cosa ti pare, Simone?
I re di questa terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli altri?».
Rispose: «Dagli estranei». E Gesù: «Quindi i figli sono esenti.
Ma perché non si scandalizzino, và al mare, getta l'amo e il primo pesce che
viene prendilo, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d'argento.
Prendila e consegnala a loro per me e per te». Parola del Signore.
Due episodi, quasi due passi verso la meta.
Innanzitutto il secondo annunzio della passione, collocato genericamente “in Galilea”.
Disegna in tutta la sua drammaticità quanto sta per accadere.
Poi, nel finale, si accende una luce, come già era avvenuto dopo il primo:
è una promessa difficile, per gli apostoli, al momento, impossibile:
“Il Figlio dell’uomo….il terzo giorno risorgerà”.
Nel terzo giorno, quando secondo l’insegnamento rabbinico si ha la certezza sperimentale
della morte nel mutarsi dell’aspetto del cadavere, accadrà questa impossibile novità.
Gli apostoli non sembrano aprirsi a questa luce; anzi,, nota Matteo, “furono molto rattristati”.
E’ naturale: la morte, la croce, sono state e saranno sempre uno scandalo,
se dietro ad essa non si riesce a vedere in trasparenza il Risorto.
Il secondo episodio è collocato con maggior puntualità a Cafarnao;
invita a riconoscere Gesù, il suo mistero.
Anche a lui, come ad ogni israelita adulto, si può chiedere la tassa annuale per
il mantenimento del Tempio?
Cosa ne pensa Pietro che appare come il capo-gruppo?
Potremmo presentare una prima osservazione, di grande attualità in questi giorni,
peraltro assai lontana dal testo, e farlo così: “Il nostro Maestro paga la tasse; e noi?”.
Ma il messaggio va indubbiamente oltre.
Gesù intende rivendicare il suo stato di Figlio che lo rende ben superiore al Tempio,
alle norme e alle usanze relative; e vuole insegnare pure che non
si deve “scandalizzare” nessuno.
Il Tempio è un santuario, il luogo privilegiato per incontrare Dio, e Gesù si sottomette volontariamente ad un uso comune; resta che il vero santuario, è la sua umanità, il Figlio.
Non lamentiamoci in continuazione, anche Gesù era come noi, piuttosto preghiamo.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.
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