giovedì 4 luglio 2013

Il Vangelo del Venerdì 5 Luglio 2013

Dal Vangelo secondo Matteo (9,9-13) anno C.
In quel tempo, Gesù passando, vide un uomo, seduto al banco delle imposte,
chiamato Matteo, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre Gesù sedeva a mensa in casa, sopraggiunsero molti pubblicani
e peccatori e si misero a tavola con lui e con i discepoli.
Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Perché il vostro
maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Gesù li udì e disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati.
Andate dunque e imparate che cosa significhi: Misericordia io voglio e non
sacrificio. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».
Parola del Signore.
Da un punto di vista umano, Gesù non avrebbe potuto scegliere una persona
meno adatta di Matteo il pubblicano; odiato dai suoi connazionali,
malvisto dai romani per i quali egli lavorava, compagno della peggiore
umanità che era possibile trovare a quel tempo.
Eppure, Matteo è la prima persona che sperimenta cosa significhi la
misericordia di Dio; quella stessa misericordia e compassione, di cui egli parlerà
nel suo Vangelo, è frutto di un’esperienza che egli per primo ha vissuto nella sua vita.
Dunque, non ci si deve fermare alle apparenze; coloro che ci sembrano
peggiori e senza speranza, possono diventare strumenti molto migliori
di noi, quando accolgono Dio nella loro vita.
Perciò, mai giudicare; piuttosto, chiediamo sempre al Signore di
valutare situazioni e persone secondo i suoi parametri, e non i nostri.
Non giudichiamo, ma guardiamoci dentro, nel profondo del cuore, poi preghiamo.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come                                                  
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,                                                        
ma liberaci dal male. Amen.                                                                                                                          
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.                                                                                             

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata

mercoledì 3 luglio 2013

Il Vangelo del Giovedì 4 Luglio 2013

Dal Vangelo secondo Matteo (9,1-8) anno C.
In quel tempo, salito su una barca, Gesù passò all'altra riva e giunse nella sua città.
Ed ecco, gli portarono un paralitico steso su un letto. Gesù, vista la loro fede,
disse al paralitico: «Coraggio, figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati».
Allora alcuni scribi cominciarono a pensare: «Costui bestemmia».
Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché mai pensate
cose malvagie nel vostro cuore?
Che cosa dunque è più facile, dire: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati e cammina?
Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere in terra di rimettere i peccati:
alzati, disse allora al paralitico, prendi il tuo letto e va' a casa tua».
Ed egli si alzò e andò a casa sua.
A quella vista, la folla fu presa da timore e rese gloria a Dio che aveva
dato un tale potere agli uomini.
Parola del Signore.
Non c’è disgrazia peggiore del peccato.
Per quanto le guerre, le malattie e le disgrazie possano sembrarci davvero terribili,
esse non sono nulla rispetto alla devastazione compiuta dal peccato nel cuore
e nella vita delle persone
È questo il motivo per cui Gesù guarisce anzitutto l’anime del paralitico
da una piaga che solo Lui può rimarginare.
Ma c’è dell’altro; guardando anche il corpo dell’uomo, Gesù ci fa comprendere
che Dio ama tutto delle sue creature; non solo l’anima, ma anche il corpo,
che è espressione della nostra somiglianza con Lui.
Per questo, la nostra carne non è luogo del peccato né è una prigione per l’anima;
essa è il luogo dove si manifestano la misericordia e la grazia di Dio.
Non c’è nulla di noi che Dio non ami, o che trascuri come meno importante;
ai suoi occhi tutto di noi gli interessa e gli sta a cuore.
Ecco la bellezza della fede, noi siamo importanti per il Signore, per questo
ci ama così come siamo, non ha importanza per Lui se siamo belli o brutti,
fatti bene o fatti male, l’importante è avere fede in Lui è per questo che
ci ama alla follia, perciò, per riconoscere il suo amore preghiamo.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come noi li

rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.    
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.                                              


Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.

martedì 2 luglio 2013

Il Vangelo del Mercoledì 3 Luglio 2013

Dal Vangelo secondo Giovanni (20,24-29) anno C.
Tommaso (Didimo, gemello) è uno dei dodici apostoli.
Secondo la tradizione ha portato il vangelo nella Siria settentrionale
e nell'India, nello stato del Kerala, ed è martire di Gesù, ucciso con un colpo di lancia.
È molto venerato e amato in India.
Tommaso, pronuncia la formula di fede più forte che sia mai stata espressa,
infatti non solo riconosce Gesù risorto ma lo identifica come Dio, e Signore della sua vita.
Cosa succede quando gli uomini non riconoscono il Signore?
Quando l’uomo non riconosce il Signore, avviene la confusione dentro di lui, l'insicurezza.
Non solo dentro di lui, ma nel rapporto con gli altri uomini: finché non ha trovato il Signore, 
diventa lui stesso fondamento del suo rapporto con gli altri.
Si attua nell'uomo quella che è stata la ribellione di sempre: non vuole che
ci sia un altro che gli venga a dire ciò che è bene e ciò che è male, ma
vuole essere lui a dire ciò che è bene e ciò che è male.
L'annuncio che Gesù è il Signore diventa un annuncio pieno, quando io
posso dire che Lui è diventato Signore della mia vita.
La missione si attua non soltanto con il dire «Il Signore è venuto,
il Signore è Padre», cioè con un annuncio teorico di dottrine e di verità,
ma quando noi portiamo l’annuncio che Gesù è diventato Signore
dell'esistenza, e dove lui arriva, trasforma le cose, cambia tutto.
Parola del Signore.
Dove si trovava Tommaso, quando Gesù risorto apparve la prima volta agli apostoli?
L’evangelista non lo dice, però, questo particolare può aiutarci a riflettere
su un aspetto molto importante della nostra vota di credenti; quando
ci si allontana dalla comunità, dalla Chiesa, dai fratelli e dalle sorelle di fede,
molto difficilmente si riesce a vedere Gesù.
Egli, infatti, si manifesta quando la comunità è riunita nel suo nome.
Solo allora Egli mostra le sue piaghe e rivela la sua identità.
Solo quando si torna nella comunità e si rientra in un clima di fede
riusciamo a vedere nuovamente il Risorto.
A questo punto, ci rendiamo conto di quanto sia vuota di senso la
difinizione—in voga ancora oggi—di coloro che si ritengono credenti ma non praticanti;
se non viviamo la nostra apparenza alla Chiesa di Gesù, come faremo ad incontrarlo?
Rimaniamo uniti alla Chiesa, ma quella di Gesù Cristo, solo così
incontreremo il Risorto, preparandoci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come noi li

rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.    
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.                                              


Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.

lunedì 1 luglio 2013

Il Vangelo del Martedì 2 Luglio 2013

Dal Vangelo secondo Matteo (8,23-27) anno C.
In quel tempo, salito Gesù sulla barca, i suoi discepoli lo seguirono.
Ed ecco scatenarsi nel mare una tempesta così violenta che la barca
era ricoperta dalle onde; ed egli dormiva.
Allora, accostatisi a lui, lo svegliarono dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!».
Ed egli disse loro: «Perché avete paura, uomini di poca fede?»
Quindi levatosi, sgridò i venti e il mare e si fece una grande bonaccia.
I presenti furono presi da stupore e dicevano: «Chi è mai costui
al quale i venti e il mare obbediscono?».
Parola del Signore.
Gesù sale sulla barca e i discepoli lo seguono.
Poco dopo Gesù si addormenta.
All’improvviso si scatena una tempesta e la barca è sballottata
dalle onde mentre Gesù continua a dormire.
I discepoli sono sconcertati, sembra che al Maestro non importi nulla di loro.
Lo svegliano gridando: “Signore, salvaci! Siamo in pericolo!”.
È un grido di disperazione, ma anche di fiducia; ha il sapore della preghiera semplice
con la quale iniziamo ogni domenica la liturgia eucaristica: “Signore pietà!”.
È la stessa preghiera dell’apostolo Pietro quando è preso dalla paura mentre
sta per affondare.
Gesù stende la mano e lo trae in salvo.
A volte la preghiera è proprio un grido di disperazione, come per svegliare il Signore.
Quante volte siamo colti dalla tempesta della vita e, non abbiamo null’altro cui
aggrapparci se non il grido di aiuto, mentre sembra che il Signore dorma?
Quel grido semplice è vicino alla nostra condizione, è molto umano e
descrive bene la nostra piccola fede.
Di fronte alla tranquillità di Gesù, poggiata sulla  piena fiducia nel Padre che
non lo abbandona, noi siamo davvero uomini e donne di poca fede; tuttavia
facciamo bene a imitare il grido dei discepoli.
E Gesù si alza ritto sulla, si pone di fronte ai venti e al mare in tempesta e li minaccia.
Subito si fa “una grande calma”.
Basta una parola di Gesù, che si fa bonaccia.
Coloro che hanno assistito alla scena si stupiscono.
In noi, discepoli, nasce lo stupore nel vedere che la Parola di Gesù calma
ogni tempesta della vita, anche quando sembra che stiamo per affondare.
Gridiamo pure, è giusto farlo, ma stiamo certi che il Signore non ci abbandona mai,
perciò approfondiamo la Parola di Gesù e immergiamoci nella preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come                                                  
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,                                                        
ma liberaci dal male. Amen.                                                                                                                          
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.                                                                                              
Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata

  

domenica 30 giugno 2013

Il Vangelo del Lunedì 1 Luglio 2013

Dal Vangelo secondo Matteo (8,18-22) anno C.
In quel tempo, Gesù vedendo una gran folla intorno a sé,
ordinò di passare all'altra riva.
Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, io ti seguirò dovunque tu andrai».
Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi,

ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo».
E un altro dei discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andar prima

a seppellire mio padre».
Ma Gesù gli rispose: «Seguimi e lascia i morti seppellire i loro morti».

Parola del Signore.
Seguire Cristo è un’esperienza assolutamente particolare, che richiede
una disponibilità assoluta ed una prontezza di spirito notevole.
Gli uomini di questo brano evangelico, pur avendo buone intenzioni, non hanno tutti
i requisiti per seguire Gesù, che vede in loro ancora delle remore e delle resistenze.
Seguire il Signore significa fidarsi solo ed esclusivamente della sua parola,
senza chiedere null’altro.
L’unica certezza, allora, è stare con Lui e camminare sulla stessa strada con Lui.
Che tristezza vedere tanti cristiani che, prima di fare qualcosa di bello per
Dio gli fanno un lungo interrogatorio per capire progetti, intenzioni e risultati;
questo indica che, fondamentalmente, non ci fidiamo di Dio e non crediamo
che il suo amore per noi sia sufficiente a renderci felici ed appagati.
Fidiamoci ciecamente di Lui e crediamo nella sua Parola, potremo così                                   comprendere tutto il suo amore per noi aiutandoci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come noi li

rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.    
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.                                              


Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.

sabato 29 giugno 2013

Il Vangelo della 13° Domenica del Tempo Ordinario

Dal Vangelo secondo Luca (9,51-62) anno C.
Mentre stavano compiendosi i giorni in cui Gesù sarebbe stato elevato
in alto, prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso
Gerusalemme e mandò avanti dei messaggeri davanti a sè.
Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per
fare i preparativi per lui.
Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme.
Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore,
vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?».
Ma Gesù si voltò e li rimproverò.
E si avviarono verso un altro villaggio.
Mentre andavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada».
Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi,
ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo».
A un altro disse: «Seguimi».
E costui rispose: «Signore, concedimi di andare a seppellire prima mio padre».
Gesù replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu và e annunzia il regno di Dio».
Un altro disse: «Ti seguirò, Signore, ma prima lascia che io mi congedi da quelli di casa».
Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che ha messo mano all'aratro e poi
si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».
Parola del Signore.
Partendo dalla pagina del Vangelo di oggi, Luca, il discepolo di Paolo
parla di un lungo viaggio che Gesù compie verso Gerusalemme.
Un commento letterario, che ci accompagna in questo interminabile viaggio
verso la passione, morte e risurrezione, e che ci rivela, con disarmante semplicità,
che la nostra vita è un viaggio, un percorso, un itinerario,
un pellegrinaggio al seguito di Gesù.
Così, sembra dire Luca, chi vuole davvero essere discepolo di Gesù non può
che essere in cammino, mai troppo fermo sulle proprie posizioni, mai sclerotizzato
intorno alle proprie convinzioni, ma sempre disponibile a seguire il vento dello Spirito.
Domanda; non viviamo troppo spesso la fede come dei sedentari?
In poltrona e pantofole?
Dicendo: “So già, conosco, duplico, fotocopio, nessuna novità pericolosa
per carità, che già faccio fatica a vivere quel po’ di fede che ho!”.
L’immagine di staticità che diamo come comunità cristiana (purtroppo
la Chiesa non dà certo l’immagine di eccessivo dinamismo!) non è forse
derivata semplicemente dal fatto che temiamo di muoverci per seguire Gesù?
Forse ho calcato troppo la mano, chiedo venia!
Attenti, però; non confondiamo cammino con novità a tutti i costi,
con originalità fine a se stessa.
L’atteggiamento che ci è chiesto è più profondo, è l’atteggiamento di
Colui che mi chiede di seguirlo, mettendo i miei progetti, le mie sensibilità,
le mie prospettive al secondo posto.
Abbiamo bisogno di conversione, di freschezza, di autenticità, di novità di vita,
questo ci dice Luca.
E aggiunge che Gesù manda avanti dei messaggeri.
Notiamo; dei messaggeri che preparano il suo passaggio, anche
se talvolta vengono respinti.
Che bella notizia!
Fortunatamente, non siamo noi a convertire (meno male),
a salvare (meno male); nessuno salva nessuno.
Oppure vivere (mi rivolgo a chi si dedica o tenta di dedicarsi con decisione all’annuncio
del Vangelo) come se l’avanzamento del Regno dipendesse da loro, è un po’ eccessivo.
Il mondo è già salvo; non dobbiamo salvarlo noi!
Il fatto è che il mondo non sa di essere salvo e che—talvolta—non
sa neppure di avere bisogno di salvezza…!
Siamo chiamati a preparare le strade a cristo, a testimoniarlo
con serenità e credibilità, con affetto e solidarietà.
Il resto lo farà Lui, il Rabbì.
La fede, dono di Dio, passa attraverso l’annuncio di una comunità
cristiana che racconta ai fratelli uomini le meraviglie di Dio.
Poi sarà Dio a passare nel cuore di chi si è messo alla sua ricerca.
Per preparargli la strada occorre uno stile tutto particolare, ed è estremamente
significativo che Luca ci racconti di questi tre atteggiamenti dei seguaci che Gesù corregge.
Il Signore, ha bisogno di gente che non si fissi sulle sue convinzioni, facendosi un
piccolo nido in cui si sta bene (io e il mio Dio), ma che sia continuamente
disposta a partire per annunciare il Signore là dove lo Spirito chiama.
Il Signore, ha bisogno di gente viva, di uomini pienamente uomini, non rinchiusi
in una religiosità vagamente oscura e tenebrosa (come dei cadaveri), ma disposti a essere
segno di quella fiducia e di quella gioia interiore che anche nelle difficoltà emerge su tutto.
Il Signore, ha bisogno di gente che non si lasci inchiodare dagli sbagli o
dalle incoerenze, dalle ferite o dai fallimenti, guardando continuamente indietro,
ma che sappia sempre andare avanti, arando con l’annuncio i cuori,
prima che passi il Signore stesso a seminare la Parola.
Il Signore, infine, non ha bisogno di mezzi forti, di segni prodigiosi o,
peggio (poveri apostoli, che figura!), di vendette esemplificative, ma di uomini
e donne costruttori di pace, disposti a entrare definitivamente nella logica del Vangelo.
Perché non renderci disponibili?
Attenti, però; il rischi è che Dio ci dia retta!
Forse sarebbe fantastico!
Santa Domenica da Fausto.    


venerdì 28 giugno 2013

Il Vangelo del Sabato 29 Giugno 2013

Dal Vangelo secondo Matteo (16,13-19) anno C.
In quel tempo, essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo,
chiese ai suoi discepoli: «La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?».
Risposero: «Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Voi chi dite che io sia?».
Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue
te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli.
E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le
porte degli inferi non prevarranno contro di essa.
A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà
legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Parola del Signore.
Pietro non comprende ancora fino in fondo la portata delle solenni parole di Gesù,
il quale lo investe di una missione spirituale che ha una portata immensa.
Legare e sciogliere significa un fatto assolutamente importante; vuol dire
riconoscere che ogni azione che compiamo ha un valore che va al di là del
semplice evento in sé, ma che ha una conseguenza sul nostro destino eterno.
Inoltre, fatto ancora più importante, attraverso l’autorità di Pietro,
i credenti potranno trovare nella Chiesa il luogo dove anche le scelte
che ci hanno allontanato da Dio potranno essere perdonate e noi potremo
ritrovare la grazia che ci permette di vivere in comunione con Lui.
Certo, a Pietro verrà richiesto un impegno che andrà contro ogni valutazione umana;
egli dovrà camminare sulla stessa via della croce che percorse il Maestro prima di Lui.
Se uno vuol venire dietro a me, dice Gesù, prenda la sua croce e mi segua,
vero, la croce della vita è sempre sulle nostre spalle, ma per trovare
la grazia dobbiamo portarla come ha fatto Gesù.
Impariamo perciò, a portarla attraverso la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come                                                  
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,                                                        
ma liberaci dal male. Amen.                                                                                                                          
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.                                                                                              
Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata