lunedì 31 marzo 2014

Il Vangelo del Martedì 1 Aprile 2014

Dal Vangelo secondo Giovanni (5,1-16) anno A.
Ricorreva una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.
A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi è una piscina,
chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva
un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici.
Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato.
Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così,
gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, non ho nessuno
che mi immerga nella piscina quando l'acqua si agita.
Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me».
Gesù gli disse: «Àlzati, prendi la tua barella e cammina».
E all'istante quell'uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare.
Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all'uomo che
era stato guarito: «È sabato e non ti è lecito portare la tua barella».
Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: "Prendi la tua
barella e cammina"».
Gli domandarono allora: «Chi è l'uomo che ti ha detto: "Prendi e cammina"?».
Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era
allontanato perché vi era folla in quel luogo.
Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco: sei guarito!
Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio».
Quell'uomo se ne andò e riferì ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo.
Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva tali cose di sabato.
Parola del Signore.
L’acqua della piscine è soltanto un simbolo dell’acqua viva che sgorga
dalla persona di Gesù.
Il povero paralitico, pur non conoscendo di persona il Maestro,
si fida della sua parola e riceve la grazia che da tanti anni attendeva.
Ma egli riceve anche un invito; quello di non peccare più.
Certe volte il Signore ci guarisce da certi mali o ci tira fuori da certe situazioni
negative, ma  con la stessa raccomandazione; spesso non  comprendiamo
che la causa di tanti nostri mali è proprio il peccato, che non solo
nuoce all’anima, ma spesso anche al corpo.
Come fare a non lasciarsi attirare dal peccato, una volta
che il Signore ci ha perdonato?
Si deve perseverare nella vita di grazia con la preghiera e i Sacramenti,
in modo da essere sempre forti nello spirito.
Sembra non ci siano altre soluzioni per rafforzare il nostro spirito,
solo pregare, ed allora facciamolo, ma con amore.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.

domenica 30 marzo 2014

Il Vangelo del Lunedì 31 Marzo 2014

Dal Vangelo secondo Giovanni (4,43-54) anno A.
In quel tempo, Gesù partì [dalla Samarìa] per la Galilea.
Gesù stesso infatti aveva dichiarato che un profeta non
riceve onore nella propria patria.
Quando dunque giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero,
perché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme,
durante la festa; anch'essi infatti erano andati alla festa.
Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l'acqua in vino.
Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafàrnao.
Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui
e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire.
Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete».
Il funzionario del re gli disse:«Signore, scendi prima che il mio bambino muoia».
Gesù gli rispose: «Va', tuo figlio vive».
Quell'uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino.
Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: «Tuo figlio vive!».
Volle sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio.
Gli dissero: «Ieri, un'ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato».
Il padre riconobbe che proprio a quell'ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive»,
e credette lui con tutta la sua famiglia.
Questo fu il secondo segno, che Gesù fece quando tornò dalla Giudea in Galilea.

Parola del Signore.
Il Vangelo di Giovanni, in questo periodo di Quaresima, è quanto
mai apportuno per farci riflettere sul nostro cammino di fede.
Quest’oggi un esempio di tale fede nella parola di Gesù ce lo dà il funzionario
del re; egli si fida ciecamente del Signore, senza vedere nessun segno esterno.
Tale conferma della sua fiducia in Lui l’avrà soltanto il giorno dopo.
Intanto, dice l’evangelista, egli si mette in cammino.
È un camminare simbolico verso la luce piena della fede.
Ci sono persone che prima di arrivare alla luce della verità, che è Gesù,
devono compiere un cammino che ha bisogno di tempo e di riflessione.
L’importante è arrivare alla meta, anche se spesso ciò avviene
per strade o tempi differenti.
Camminiamo verso una fede matura con la nostra costante fiducia in Gesù.
Camminiamo sì con fiducia, ma non facciamo la strada più lunga
perché le scarpe costano care, piuttosto prendiamo la scorciatoia
che è la vera fede nel Signore, per farlo più facilmente preghiamo.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.

Il Vangelo della 4° Domenica di Quaresima

Dal Vangelo secondo Giovanni (9,1-41) anno A.
In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita
e i suoi discepoli lo interrogarono: "Rabbi, chi ha peccato, lui o i suoi
genitori, perché sia nato cieco?".
Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché
in lui siano manifestate le opere di Dio.
Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato
finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire.
Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo».
Detto questo, [sputò per terra, fece del fango con la saliva,
spalmò il fango sugli occhi del cieco
e gli disse: «Va' a lavarti nella piscina di Sìloe» - che significa "Inviato".
Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.
Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante,
dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l'elemosina?».
Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano:«No, ma è uno che gli assomiglia».
Ed egli diceva: «Sono io!»]. Allora gli domandarono: «In che modo
ti sono stati aperti gli occhi?».
Egli rispose: «L'uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha
spalmato gli occhi e mi ha detto: "Va' a Sìloe e làvati!".
Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista».
Gli dissero: «Dov'è costui?». Rispose: «Non lo so».
[Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato,
il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi.
Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista.
Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo».
Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest'uomo non viene da Dio, perché
non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore
compiere segni di questo genere?». E c'era dissenso tra loro.
Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento
che ti ha aperto gli occhi?».
Egli rispose: «È un profeta!»].
Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse
acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che
aveva ricuperato la vista.
E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco?
Come mai ora ci vede?». I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo
è nostro figlio e che è nato cieco; ma come ora ci veda non lo sappiamo,
e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo.
Chiedetelo a lui: ha l'età, parlerà lui di sé».
Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei;
infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto
come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga.
Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l'età: chiedetelo a lui!».
Allora chiamarono di nuovo l'uomo che era stato cieco e gli
dissero: «Da' gloria a Dio! Noi sappiamo che quest'uomo è un peccatore».
Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so:
ero cieco e ora ci vedo».
Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?».
Rispose loro: «Ve l'ho già detto e non avete ascoltato;
perché volete udirlo di nuovo?
Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?».
Lo insultarono e dissero: «Suo discepolo sei tu!
Noi siamo discepoli di Mosè!
Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui
non sappiamo di dove sia».
Rispose loro quell'uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete
di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi.
Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio
e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Da che mondo è mondo,
non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato.
Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla».
Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?».
E lo cacciarono fuori.
Gesù seppe che l'avevano cacciato fuori; quando lo trovò,
gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell'uomo?».
Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?».
Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te».
Ed egli disse: «Credo, Signore!».
E si prostrò dinanzi a lui. Gesù allora disse: «È per un giudizio
che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono,
vedano e quelli che vedono, diventino ciechi».
Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole
e gli dissero: «Siamo ciechi anche noi?».
Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato;
ma siccome dite: "Noi vediamo", il vostro peccato rimane».
Parola del Signore.
la cecità del personaggio di oggi è la nostra cecità, la nostra incapacità
a credere, la nostra fatica a credere.
Tempo fa un amico che aveva scoperto la fede mi diceva:”È come
se fossi sempre vissuto in una stanza al buio.
Certo mi orientavo, mi muovevo, ogni tanto urtavo qualche
oggetto che mi provocava dolore.
Poi d’improvviso, qualcuno ha aperto la porta della stanza e la luce è entrata”.
Riscoprire la fede diventa allora esigenza portante, fondamentale, per
acquistare una prospettiva sulla vita e sulle cose completamente diversa.
Davanti alla vista del cieco nato, però bisogna aprire il cuore, fidarsi.
I sapienti del tempo di Gesù, si irrigidiscono, non vogliono capire,
non vogliono vedere.
Così i genitori del cieco; anche loro vivono nelle tenebre.
Giovanni gioca sull’ambiguità; chi è cieco e chi ci vede dentro questo racconto?
Chi credeva di vederci benissimo è, in realtà, inchiodato ai suoi pregiudizi
o al giudizio degli altri, mentre il cieco è l’unico a vederci benissimo.
Se non riusciamo a vederci bene, facciamoci visitare da Gesù gran oculista,
che con la sua Parola e la preghiera, ritorneremo a vedere nitidamente.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.

venerdì 28 marzo 2014

Il Vangelo del Sabato 29 Marzo 2014

Dal Vangelo secondo Luca (18,9-14) anno A.
In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni
che avevano l'intima presunzione di essere giusti e disprezzavano
gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era
fariseo e l'altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: "O Dio, ti ringrazio
perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri,
e neppure come questo pubblicano.
Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo".
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi
al cielo, ma si batteva il petto dicendo: "O Dio, abbi pietà di me peccatore".
Io vi dico: questi, a differenza dell'altro, tornò a casa sua giustificato,
perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».
Parola del Signore.
Anche se formalmente perfetta, la preghiera del fariseo è una
preghiera falsa; ciò significa che non è veramente preghiera.
Egli non vuole entrare in relazione con Dio, se non per fargli
l’elenco dei suoi pregi e meriti.
Non c’è spazio per l’ascolto del Signore in quanto il fariseo non
ha una corretta visione di se stesso davanti a Dio.
Invece il pubblicano, sebbene peccatore, chiede a Dio il perdono
dei suoi peccati; per lui Dio è una persona, uno con cui entrare in
relazione e a cui confidare il proprio stato interiore.
Per questo egli è giustificato da Lui; non è importante la gravità del peccato,
quanto la volontà di costruire con Dio un rapporto personale e di amicizia.
Se così non fosse, la nostra sarebbe una preghiera atea,
cioè semplicemente parole dette a se stessi e nulla più.
Diamoci da fare, instauriamo con il Signore un dialogo fraterno sincero,
aiutandoci logicamente con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.

giovedì 27 marzo 2014

Il Vangelo del Venerdì 28 Marzo 2014


Dal Vangelo secondo Marco (12,28b-34) anno A.
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli
domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: "Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio
è l'unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore
e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza".
Il secondo è questo: "Amerai il tuo prossimo come te stesso".
Non c'è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità,
che Egli è unico e non vi è altri all'infuori di lui; amarlo con tutto il cuore,
con tutta l'intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come
se stesso vale più di tutti gli olocàusti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente,
Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio».
E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
Parola del Signore.
È molto bello che, in questo “tempo di salvezza” che è il cammino
quaresimale, Gesù venga precisando al nostro cuore che non c’è
comando più grande che quello di amare Dio.
Ed è bello che ci dica anche il “come”; con tutto il cuore, con tutta l’anima
e con tutte le nostre energie vitali; in una parola con tutto quello che siamo.
Per gente come noi, costituzionalmente sempre in bilico tra le attrattive
del cielo e il facile fascino della terra, la parola di Gesù costituisce
un invito a fare ordine nella nostra vita.
Sì, al primo posto ben venga l’amore per Dio che, tra l’altro, è l’inderogabile
risposta al suo “amarci per primo”, da sempre.
Senza questo primato, senza questa centralità d’amore per Dio,
nella nostra vita, tutto è sbilanciato.
Siamo come una casa sulla sabbia, siamo senza baricentro.
Tutto diventa complicato e terribilmente inconsistente.
Perché amare Dio è rispondere alla sete e alla fame
profonda di assoluto che ci abita.
Sforziamoci di amare Dio,come Lui ci ama, aiutandoci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.

mercoledì 26 marzo 2014

Il Vangelo del Giovedì 27 Marzo 2014

Dal Vangelo secondo Luca (11,14-23) anno A.
In quel tempo, Gesù stava scacciando un demonio che era muto.
Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle furono
prese da stupore.
Ma alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni,
che egli scaccia i demòni».
Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo.
Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso
va in rovina e una casa cade sull'altra.
Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno?
Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl.
Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per
mezzo di chi li scacciano?
Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni
con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.
Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo,
ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince,
gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino.
Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde».
Parola del Signore.
L’atteggiamento dei contemporanei di Gesù si rivela sciocco e poco
intelligente; essi chiedono dei segni, pur sapendo in cuor loro che
non c’è miracolo che possa guarire la loro cecità, infatti hanno già
deciso dentro di sé di non credere al Maestro, per cui qualsiasi cosa
Egli possa dire o fare non riuscirà a convincerli.
Ci sono persone che, per quanti aiuti e grazie ricevano dal cielo, restano
sempre indifferenti; sembra quasi che Dio sia debitore nei loro confronti.
Per queste persone, l’unico miracolo possibile è quello di una sincera e
profonda conversione, che li aiuti a vedere come stanno realmente le cose;
Dio ama gratuitamente e chiede a coloro che lo seguono un cuore fedele,
se non c’è questo, non c’è niente che possa aprire il cuore.
E noi siamo fedeli? Speriamo di sì, intanto preghiamo.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.

martedì 25 marzo 2014

Il Vangelo del Mercoledì 26 Marzo 2014

Dal Vangelo secondo Matteo  (5,17-19) anno A.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non crediate che
io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto
ad abolire, ma a dare pieno compimento.
In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà
un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto.
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà
agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli.
Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».
Parola del Signore.
Per osservare la Parola di Dio e la sua legge, manifestatasi in pienezza
nella persona di Gesù Cristo, bisogna anzitutto conoscerle.
Come si può amare qualcosa che non si conosce?
Eppure, questa sembra essere la situazione di tanti di noi; chi non
sente la necessità di un confronto continuo con la Parola di Gesù,
non può dire di conoscerlo veramente.
Molti cristiani sono ormai incapaci di avere una seria frequentazione
della Parola di Dio, e riducono il loro ascolto di essa a qualche
minuto durante la settimana.
Eppure, la Parola di Gesù è chiara; Egli è compimento delle parole
di vita che Dio aveva già dato nei tempi passati.
Per approfittare in pieno di questa grazia che abbiamo a portata di mano,
dobbiamo fare di tutto per conoscere meglio questa legge.
Per questo mi sono deciso più di un anno fa a mettere ogni giorno il Vangelo
sul mio profilo, per aiutare chi non riesce a capire quanto Dio ci ama
attraverso la sua Parola, perciò preghiamo.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.

lunedì 24 marzo 2014

Il Vangelo del Martedì 25 Marzo 2014

Dal Vangelo secondo Luca (1,26-38) anno A.
In quel tempo, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città
della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa
di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe.
La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati,
piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso
avesse un saluto come questo.
L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio.
Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù.
Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli
darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa
di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all'angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?».
Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza
dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra.
Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio.
Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito
anch'essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile:
nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo
la tua parola». E l'angelo si allontanò da lei.
Parola del Signore.
La Madonna, in questo brano, manifesta tutta la sua innocenza verginale;
Essa, di fronte al mistero di Dio che le chiede la disponibilità,
si trova in difficoltà, poiché non si rende ancora conto della portata
di quanto Egli le sta chiedendo.
Però, nello stesso tempo, la sua risposta evidenzia una maturità spirituale
senza pari; la fanciulla di Nazaret comprende che Dio le sta chiedendo
di partecipare al suo progetto donandole la sua libertà.
Semplicità e maturità; ecco la chiave della santità, e questo è quanto
la Madonna ci consegna oggi come programma di vita spirituale.
Non c’è niente che possa allargare il cuore quanto la semplicità e l’umiltà, e non
c’è nulla che ci renda così maturi davanti a Dio quanto la nostra disponibilità.
Rendiamoci disponibili al Signore come ha fatto semplicemente Maria,
preparandoci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.

domenica 23 marzo 2014

Il Vangelo del Lunedì 24 Marzo 2014

Dal Vangelo secondo Luca (4,24-30) anno A.
In quel tempo, Gesù [cominciò a dire nella sinagoga a
Nàzaret:] «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto
nella sua patria.
Anzi, in verità io vi dico: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa,
quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande
carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa,
se non a una vedova a Sarèpta di Sidóne.
C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo;
ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All'udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno.
Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul
ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù.
Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
Parola del Signore.
Le parole di Gesù erano davvero un affronto per i suoi concittadini;
Egli li accusava di essere infedeli e duri di cuore più dei pagani.
Essi, alla resa dei conti, avevano dimostrato una capacità di ascolto e di
accoglienza della parola di Dio molto maggiore rispetto agli israeliti.
Anche gli abitanti di Nazaret confermavano quest’osservanza e non
facevano altro che rendere manifesta una situazione d’incredulità
e di testardaggine molto più grave degli stessi pagani.
I nazaretani vogliono eliminare Gesù, ma Egli li lascia a loro stessi e
alla durezza del loro cuore; un peccato che si deve cercare di evitare
il più possibile è la presunzione della salvezza.
È quell’atteggiamento superbo di chi ritiene di avere diritto a un dono che,
invece, Dio dà a chi e come vuole.
Un regalo che dobbiamo meritarcelo anche con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.

sabato 22 marzo 2014

Il Vangelo della 3° Domenica di Quaresima

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 4,5-42) anno A.
In quel tempo, Gesù giunse ad una città della Samaria chiamata Sicar,
vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui
c'era un pozzo di Giacobbe.
Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo.
Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua.
Le dice Gesù: «Dammi da bere».
I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi.
Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo,
chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?».
I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani.
Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi
da bere!", tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva».
Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo;
da dove prendi dunque quest'acqua viva?
Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo
e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?».
Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete;
ma chi berrà dell'acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno.
Anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d'acqua che
zampilla per la vita eterna». «Signore - gli dice la donna -, dammi quest'acqua,
perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua».
Le dice: «Va' a chiamare tuo marito e ritorna qui».
Gli risponde la donna: «Io non ho marito».
Le dice Gesù: «Hai detto bene: "Io non ho marito".
Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito;
in questo hai detto il vero».
Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta!
I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che
è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare».
Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l'ora in cui né su questo monte né
a Gerusalemme adorerete il Padre.
Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo,
perché la salvezza viene dai Giudei.
Ma viene l'ora - ed è questa - in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito
e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano.
Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità».
Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando
egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù:«Sono io, che parlo con te».
In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?».
La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente:«Venite
a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto.
Che sia lui il Cristo?». Uscirono dalla città e andavano da lui.
Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia».
Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete».
E i discepoli si domandavano l'un l'altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?».
Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha
mandato e compiere la sua opera. Voi non dite forse: "Ancora quattro mesi e poi
viene la mietitura"?
Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano
per la mietitura.
Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna,
perché chi semina gioisca insieme a chi miete. In questo infatti si dimostra
vero il proverbio: uno semina e l'altro miete. Io vi ho mandati a mietere ciò per cui
non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica».
Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna,
che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto».
E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli
rimase là due giorni.
Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: «Non è più
per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e
sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».
Parola del Signore.
Cosa significa davvero avere fede in Dio?
È quello che si chiede la donna samaritana, durante il suo colloquio con Gesù.
L’acqua, evidentemente, diventa il simbolo di una ricerca interiore e di un rapporto
con il Signore che va molto al di là di quello che si poteva immaginare fino ad allora.
Adorare Dio in spirito e verità; questa espressione misteriosa,
in realtà, apre prospettive assolutamente nuove.
A Dio non servono luoghi o tempi stabiliti per poter parlare ai cuori dei suoi figli;
nel momento in cui i credenti si aprono all’azione dello Spirito che
prega in loro, egli è glorificato.
Perché non approfittiamo di questa Quaresima per rivedere la
qualità della nostra sete di Dio?
Essa deve portarci a desiderare con tutto noi stessi un rapporto
con Lui vissuto in Spirito e Verità.
Cosa aspettiamo, apriamoci allo Spirito perché entri nei nostri cuori
aiutandoci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.